L’Italia, nonostante lo sforzo di crescita compiuto negli ultimi anni, è ancora indietro rispetto al resto del mondo per quanto riguarda l’utilizzo professionale di Internet. Il digital divide si manifesta soprattutto in settori innovativi legati al posizionamento e all’ottimizzazione delle pagine sui motori di ricerca, e alle tecniche CEO, SEO SEM e SMO che possono aiutare a migliorare la visibilità dell’azienda sul web. Che gli italiani siano poco “internauti”, che non conoscano o non riescano a sfruttare al meglio tutte le potenzialità che lo strumento mette a disposizione, è lapalissiano.

I dati forniti da Infratel Italia, società costituita su iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e di Invitalia, mostrano una controtendenza con il 96,9% della popolazione che sul territorio nazionale è coperto da servizi di accesso a internet a banda larga. Ma c’è ancora un 3,1% della popolazione specie in alcune aree di montagna o dell’entroterra di alcune regioni italiane dove la banda larga (ed ultra-larga) non è stata ancora attivata, il collegamento wireless è obsoleto, e persino l’ADSL funziona a singhiozzo.

Ma ancor più preoccupante è che a Milano, capitale del business tecnologico, la percentuale di imprese interconnesse sia più bassa rispetto alle attese. Secondo i dati elaborati da Digitalia, l’Osservatorio Sul Turismo Digitale  incrociati con quelli registrati da Istat, Eurostat e Google, nel capoluogo lombardo l’80% delle aziende non è visibile all’estero perché non pianificano adeguate strategie per attrarre attraverso il web flussi turistici da tutto il mondo.

Ancora più sconcertante è che, nell’era della globalizzazione, il 20% delle aziende che operano nell’hinterland milanese non abbia neppure un sito web o ne ha uno “povero”, con un design vecchio e poco attrattivo; e il 47% di coloro che utilizzano internet per promuovere la loro attività non adoperano mirate strategie del web marketing (lead generation, e-commerce, negozi virtuali, email marketing, telemarketing etc.), affidandosi in gran parte agli “aggregatori” di offerta come Expedia o booking.com. Solo il 39% degli operatori d’impresa navigano nel “mare magnum” del World Wide Web almeno una volta a settimana.

È per questo motivo che  Marketing01, Premier Google Partner, ha messo in cantiere una serie di iniziative per ridurre il gap tecnologico. “In Italia ed a Milano esistono centinaia di micro e piccole imprese del turismo gestite a livello familiare o da poche persone. Spesso sono realtà di grande qualità. Ma che spesso non riescono ad utilizzare le tecnologie che il web ci mette a disposizione. L’incontro non avrà lo scopo di parlare di tematiche generali, ma di illustrare praticamente agli iscritti come il web possa aumentare in modo significativo le prenotazioni per la propria struttura” ha dichiarato nei giorni scorsi Paolo Bomparola, Presidente di Marketing01.

“Se le imprese del territorio prendono piena consapevolezza del ruolo strategico di internet, questo può rappresentare anche un vantaggio per tutta l’area e può contribuire a far crescere il numero dei turisti e quindi indotto e posti di lavoro” ha incalzato Bomparola. I dati parlano chiaro: “dal 2013 al 2015 le prenotazioni dal web sono cresciute del 10% per i canali diretti (il proprio sito internet ad esempio) e del 14% per gli aggregatori (siti quali Expedia, per capirci)” ha spiegato ancora.

C’è sempre maggiore richiesta da parte del mercato di imprese che, sopratutto nel terziario e nel settore servizi, operino sul web. “Oltre il 24% dei turisti utilizza i motori di ricerca, non solo per prenotare, ma prima ancora per decidere dove andare. Addirittura il 66% dei viaggiatori più giovani utilizza lo smartphone per le sue prenotazioni (elaborazione su dati Google). Ma non basta avere qualche pagina sul Web. Attraverso lo studio dei dati resi disponibili dagli strumenti di Google, oggi siamo in grado di comprenderne molto bene le aspettative e quindi le giuste strategie per ottenere non solo visibilità, ma prenotazioni, aumento effettivo dei flussi turistici” ha concluso il presidente di Marketing01.

Marianna Gianna Ferrenti

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Marianna Gianna Ferrenti
Sono una giornalista pubblicista lucana. Dopo alcune esperienze sul territorio, ho allargato gli orizzonti, affacciandomi nel 2012 al mondo del social journalism. Laureata magistrale in Scienze filosofiche e della comunicazione, dopo un corso di Alta Formazione in Graphic Design ed Editoria digitale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ho arricchito il mio background con competenze tecniche nell'ambito della scrittura digitale

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