Dal 1963 ad oggi, il calendario Pirelli è tra le risorse pregiate del nostro Paese che viene raccontato con attenzione sottolineandone l’orgoglio patriottico. Lontano dallo stereotipo della perfezione, The Call 2019, il nuovo prodotto Pirelli, stupisce ancora rimanendo al passo con i tempi e mettendo al centro dell’obiettivo le donne e le loro contraddizioni, esempi unici e veri visti però da un’altra prospettiva più profonda.
Sempre donne “stupende” nella loro massima estrema di bellezza, le protagoniste del calendario. Donne che raccontano storie al di la della iconica immagine della donna oggetto. Un nuovo simbolo per una nuova visione di donna.
Il calendario di Albert Watson si ispira al “metoo”, prendendone solo il lato migliore, e rispecchia un retroscena femminista, al punto giusto che non guasta mai, senza eccedere.
Tra le protagoniste Gigi Hadid, Laetitia Casta, Julia Garner, Misty Copeland, già estremamente belle, oggi nel calendario Watson le ritrae con una maggiore sfumatura. Si tratta di donne forti le sue, impegnate, ferite ma socialmente attive e combattenti per raggiungere i loro obiettivi, sogni e passioni: Dreaming il mood del progetto.
Backstage Pirelli The Cal by Albert Watson
Ciascuna delle quattro protagonisti ha una sua individualità, uno scopo determinato nella vita ed un singolare modo di agire e comportarsi. Tutte e quattro sono concentrate sul futuro.
Il tema principale è quello dei sogni e si racconta attraverso piccoli film. Questa la storia di Misty Copeland la prima artista afroamericana nominata Principal all’American Ballet Theatre in 75 anni e diventa una spinta motivazionale che va al di là della raffigurazione del suo corpo scolpito, considerato anche troppo muscoloso per un étoile tra l’altro.
Gigi Hadid veste i panni di un araba fenice, simbolo della rinascita (dopo la fine di una storia d’amore) Julia Garner e Letitia Casta invece il desiderio di essere legittimate nel lavoro (la prima come fotografa la seconda come pittrice)
L’obiettivo del fotografo è far si che le persone capiscano la sua esigenza di fare fotografia pura, esplorare le donne che hanno partecipato al progetto e creare una situazione positiva delle donne di oggi.
Laura Savini