Molto frequentemente si ha la convinzione che comportarsi bene sia garanzia di successo in generale. Il concetto è senza dubbio nobile e giusto, ma la vita porta talvolta, a riscontri contrari. Questi soggetti sono dunque i più “accaniti” col destino secondo loro avverso, e si pongono ai Tarocchi, con la presunzione della loro infallibilità. In questa ottica, vi racconto di una madre, che voleva un figlio perfetto in tutto. Mi telefonava al call center, per vedere se finalmente riusciva a realizzarsi come avvocato. Premetto che la famiglia lo aveva supportato in tutto ai massimi livelli, con l’aspettativa di creare così un avvenire solido e brillante. In effetti un ottima base c’era, ma vedevo anche la “Luna“, che spesso interferiva sulla riuscita completa. Una sorta di malessere interiore, nascosto. Questo Arcano Maggiore indicava un disagio latente. La madre non aveva mai notato nulla di strano, per cui lei stessa la giustificava, come “ansia” di riuscire nella sua professione. Nel giro di pochi mesi, aveva già un suo studio con i primi clienti: per cui vedevamo buone possibilità e stabilità future, ma nonostante tutto ancora con questa carta che interferiva. Usciva la riuscita col fallimento: una contraddizione piuttosto evidente, non giustificata con la soddisfazione in generale. Passò circa un anno, quando venni a conoscenza che il figlio perfetto che la famiglia aveva costruito, aveva il vizio del gioco. Lo confessò poi la mamma, che mi contattò disperata per vedere gli sviluppi. Non si dava pace, convinta che il loro ottimi insegnamenti e sostegni vari, non erano mai mancati e che era impossibile tutto questo dopo tanti sacrifici. Questo testimonia che ogni persona è a se: un amico, amante, figlio, può ricevere tutto, eppure sviluppare un destino nefasto. Una sorta di terreno “malato” o “sterile“. Nessuno può avere la certezza che fare bene porti sempre bene: è un amara verità difficile da accettare.
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