Fondazione Bracco realizza una mostra per presentare volti e competenze di alcune delle scienziate del progetto #100esperte, nato per valorizzare l’expertise femminile in settori percepiti ancora come dominio maschile. La mostra, con gli scatti del celebre fotografo Gerald Bruneau, è incentrata sulle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Gli scatti fotografici di Gerlad Bruneau in una mostra per raccontare l’eccellenza delle scienziate italiane.

Si è inaugurata martedì 15 gennaio 2019 presso il Centro Diagnostico Italiano, in via Saint Bon 20 a Milano, la mostra fotografica “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, un progetto artistico ideato e curato da Fondazione Bracco a partire da “100 donne contro gli stereotipi” per contribuire al superamento di pregiudizi nella pratica scientifica, che l’immaginario collettivo delinea ancora, a torto, come prettamente maschile. La mostra sarà disponibile fino al 30 giugno 2019. Per saperne di più ecco il sito!


Barbara Caputo, Fisica, docente di Ingegneria informatica presso l’Università La Sapienza di Roma e ricercatrice all’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia.
Mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, fotografo Gerald Bruneau, ©Fondazione Bracco

Numerose ricerche sulla presenza femminile nell’informazione dimostrano infatti che le donne sono raramente interpellate dai media in qualità di esperte. A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini: nell’82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Per contribuire alla costruzione di una società paritetica, in cui il merito sia il discrimine per carriera e visibilità, nel 2016 è nato il progetto “100 donne contro gli stereotipi” da un’idea dell’Osservatorio di Pavia e dell’Associazione Gi.U.Li.A. in collaborazione con Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea


Luisa Torsi, Chimica, docente all’Università degli Studi di Bari e alla Åbo Akademi University in Finlandia.
Mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, fotografo Gerald Bruneau, ©Fondazione Bracco

Accanto alla banca dati online, in cui sono raccolti i profili eccellenti di esperte in vari settori del sapere, Fondazione Bracco propone oggi, con la mostra “Una vita da scienziata”, una narrazione complementare, con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico al volto femminile della ricerca e allo stesso tempo a rappresentare la scienza come bellezza, accessibilità e, perché no, divertimento.


Patrizia Caraveo, Astrofisica, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana.
Mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, fotografo Gerald Bruneau, ©Fondazione Bracco

Biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, matematiche, chirurghe, paleontologhe, informatiche sono solo alcune delle professioni, condotte ai massimi livelli, delle scienziate ritratte dal celebre fotografo francese Gerard Bruneau, autore eclettico e sensibile artista. Osservare ogni ritratto è come attraversare una soglia, che dà accesso ad ambienti protetti, privati, a spazi di ricerca e pensiero. Sono i luoghi di lavoro delle esperte: laboratori, università, ambulatori, in cui ogni giorno donne e uomini si impegnano per spostare i confini della conoscenza.

 “La nuova presa di coscienza delle donne in tutte le parti del mondo è una straordinaria leva di cambiamento sociale e politico”, sottolinea Diana Bracco, Presidente di Fondazione Bracco “ma, c’è ancora molta strada da fare. In questa direzione si muove anche il progetto “100 donne contro gli stereotipi”, nato prima come una piattaforma, poi con un libro e ora con una mostra di ritratti di alcune di loro che hanno accettato di mettersi in gioco, talvolta in modo spiritoso nei confronti della loro professione.”


Chiara Casarotti, Ingegnere, PhD, Capo Dipartimento Supporto all’ Emergenza della Fondazione EUCENTRE (Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica) di Pavia.
Mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, fotografo Gerald Bruneau, ©Fondazione Bracco

Anche la mia è stata una ricerca, tra la scienza e la donna, tra la bellezza della vita e la bellezza inanimata degli strumenti e delle formule, tra i misteri della scienza e quello che per me, ogni volta, è il vero mistero: la persona che incontro” afferma il fotografo Gerald Bruneau. “Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante”.


Elisabetta Dejana, Biologa, dirigente dell’Unità di Ricerca sul Sistema Vascolare del Cancro all’Istituto di Ricerca IFOM di Milano, docente di Patologia Generale all’Università Statale di Milano e all’Università di Uppsala, in Svezia.
Mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, fotografo Gerald Bruneau, ©Fondazione Bracco

La mostra è parte di un ciclo di esposizioni avviato nel 2010 da Fondazione Bracco in collaborazione con il Centro Diagnostico Italiano con l’obiettivo di dare l’opportunità a pazienti, medici e staff di fruire di un’esperienza culturale, nella convinzione, sostenuta da evidenze scientifiche, che questa contribuisca al complessivo miglioramento della qualità della vita.

Chi è Gerlad Bruneau?

Nato a Montecarlo, dopo aver vissuto qualche anno a Parigi e a Roma, Gerald Bruneau poco più che ventenne sbarca a New York. Qui collabora attivamente alla Factory di Andy Warhol. Bruneau si afferma da subito lavorando negli ambiti più disparati: realizza reportage negli USA, sul Chelsea Hotel di New York, albergo atipico e centro di attività artistica e bohemien, e sulle radici del blues del Mississippi; successivamente in zone di conflitto in Israele e in Kurdistan, e poi a Tirana nel 1990. Ritrova un po’ di quiete nel mondo dell’arte in Russia, e dopo un servizio fotografico sull’Armata Rossa si dedica al fermento pittorico dei primi anni Novanta a Mosca e San Pietroburgo.

Nel 1997 è di nuovo oltreoceano in Texas, per un reportage sui condannati nel braccio della morte della prigione di Huntsville. Uno splendido servizio, “I sotterranei della vergogna”, ritrae la dura vita dei niños de la calle a Città del Messico. Effettua un reportage sul mondo della tossicodipendenza a New York con il programma Needle Exchange. Si occupa di temi sociali nella campagna itinerante di sensibilizzazione “Uniti contro i disturbi alimentari”, promossa dall’Associazione DonnaDonna Onlus, e nella Campagna donazione organi per Pubblicità progresso. Nel mondo dell’arte interviene su opere storiche rivisitandole in versione dadaista: dai Bronzi di Riace, a Paolina Borghese, dalla Pietà di Michelangelo alla Venere capitolina.

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Marina Greggio
Innamorata delle lingue e colleziono instancabilmente viaggi. Nel tempo libero scrivo, leggo, corro e mangio. Milano e Londra sono le mie due case, i due posti in cui il mio cuore si divide.

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