Invecchiamento attivo e alloggi per la terza età: il Senior Housing conquisterà anche l’Italia

Per chi si occupa di Senior Housing, non è una novità: il processo di invecchiamento della popolazione italiana è in aumento, e bisogna tenerne conto. Secondo l’Istat, nel 2065 un italiano su tre avrà superato i 65 anni (con aumento previsto fino al 59,7%). Nel 2021, gli over 80 saranno circa 4,1 milioni, mentre gli over 65 raggiungeranno quota 13,2 milioni circa.

Ma non si tratta di un fenomeno circoscritto: già dal 2012, l’UE ha avviato nuove misure per la promozione dellinvecchiamento attivo. In quest’ottica, si è cominciato a ragionare sulla qualità di vita dei soggetti inclusi nella fascia demografica che include coloro che hanno raggiunto o sono prossimi alla terza età.

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L’indice di invecchiamento attivo

A questo scopo, è stato definito un “indice di invecchiamento attivo”, ossia

l’indice che misura la possibilità degli anziani di realizzarsi pienamente in termini di occupazione, partecipazione socio-culturale e autonomia, attraverso indicatori quali l’aspettativa di vita, il benessere psicologico, l’uso delle tecnologie, il grado di connettività.

Senior housing

Ed è qui che entrano in gioco nuovi ambienti e spazi che dovrebbero consentire ai “senior” di vivere appieno, rilassarsi e coltivare relazioni sociali per godere di una partecipazione sociale attiva anche dopo aver raggiunto l’età del pensionamento.

In questa prospettiva, concetti come Senior Housing e Senior Living, che riguardano la progettazione di spazi appositi per la tera età, sta rivoluzionando il modo di concepire i classici modelli residenziali.

Cosa dovrebbe offrire l’alloggio per anziani ideale?

I nuovi alloggi per “senior” sono lontani anni luce dalla vecchia concezione di “ospizio”, comunemente inteso come luogo deputato a fornire cure e servizi adeguati, assumendo piuttosto la connotazione di “villaggi di pensionamento“, ovvero spazi inclusivi dove collocare aree e servizi adatti a stili di vita eterogenei e attivi.

Un progetto di senior housing o senior co-housing, quindi, dovrebbe porre l’accento su alcuni particolari elementi:

  • massimo comfort e accessibilità
  • grande attenzione verso gli aspetti sanitari
  • soluzione abitativa di facile gestione
  • accesso rapido a servizi di assistenza domiciliari
  • spazi comuni, con aree ricreative pensate per favorire le relazioni sociali e la condivisione di esperienze
  • tecnologie innovative e strumenti “smart”.

Lo studio di nuovi modelli abitativi, inoltre, dovrà prevedere soluzioni in linea con la costante evoluzione del tessuto sociale e urbano.

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Anche la fruizione di servizi domiciliari “on demand” e le nuove Smart Home diventeranno, a breve, strumenti fondamentali per garantire una buona qualità della vita ai cittadini più anziani.

Un’opportunità che l’Italia sembra ignorare

I vantaggi che queste soluzioni possono introdurre nella rete sociale sembrano evidenti. Eppure, secondo il Rapporto Welfare 02/2014,

l’Italia è il paese che in Europa non sembra aver evidenziato per il futuro alcuna strategia nazionale in proposito […] a fronte di un incremento dello 0,3% della ricettività residenziale e una sostanziale stabilità di una home care che soffre tuttora di una sostanziale latitanza di quella rete abitativa protetta che rappresenta l’elemento chiave del successo delle migliori politiche territoriali europee.

Cosa ci aspetta, quindi, nei prossimi anni? Un’apertura del mercato immobiliare a nuove soluzioni con più ampi margini di crescita, una mobilità spiccata e una maggiore consapevolezza dell’utilità delle nuove tecnologie.

Insomma, tipologie abitative più articolate, che tengano conto di una conformazione dei nuclei familiari molto diversa, eventualmente con servizi avanzati suddivisi in aree specifiche.

Nuovi concept abitativi

Fondamentale sarà l’equilibrio fra spazi privati e comuni, e la diffusione in contesti urbani connessi ad alta accessibilità, con formule abitative che spaziano dalla locazione all’usufrutto. Senza dimenticare gli strumenti di protezione e tutela dei soggetti non autosufficienti.

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Maria Cristina Folino
Laureata in Pubblicistica e Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Salerno, specializzata in programmazione e gestione d'interventi per gli archivi e le biblioteche digitali, dal 2008 collabora con stampa locale e giornali online. Già docente di scrittura creativa ed esperta di comunicazione digitale, lavora come giornalista, social media manager e copywriter. In precedenza ha vinto numerose competizioni artistico-letterarie a livello nazionale. Dopo la raccolta di poesie "Ali di Gabbiano" (Aletti Editore, Roma 2008) e due ebook con Edizioni Il Pavone, nel 2022 ha pubblicato "Tim Burton e il catalogo delle Meraviglie" con Edizioni Dialoghi. Su Instagram ha un account dedicato a libri e moda: seguila su @fashionreadersit

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