Svuota la vetrina è l’iniziativa che impazza da Nord a Sud, perché leggere piace ancora, e tanto. Daniela Nicolò racconta com’è nata questa idea

Svuota la vetrina, Milano. Tutto inizia a fine agosto 2024. Ne parlano i più grandi giornali, un cliente anonimo entra alla Hoepli di Milano e compra un’intera vetrina (oltre 200 volumi) per un valore di circa 10.000 euro.

Poi, nella stessa città, qualcuno ha l’idea di “bissare”, anche se in misura più contenuta: la vetrina della libreria indipendente “I Baffi” di via Lepontina viene svuotata di 19 libri, per un totale di circa 300 euro.

Questo qualcuno è Daniela Nicolò, redattrice di testi scolastici e universitari: una “lettrice fortissima” che crede nell’importanza della lettura e nel valore delle librerie indipendenti. Nasce così il progetto “Svuota la vetrina” che, “copiando” il primo anonimo acquirente, ha dato inizio a una sorta di “movimento”.

Svuota la vetrina

Daniela Nicolò con la mascotte di casa, Barabba

Svuota la vetrina sta conquistando i lettori

Iniziata nel capoluogo lombardo, l’ondata di “svuotamenti” si sta diffondendo sempre di più in tutta Italia, complice l’appello lanciato da Daniela Nicolò su Instagram:

Quando ho letto la notizia sul Corriere della libreria Hoepli, ho pensato: “Che meraviglia assoluta!”. E ho deciso di fare la stessa cosa: entrare in una libreria e comprare tutti i volumi della vetrina. L’ho fatto perché le librerie vanno aiutate e perché in Italia si legge pochissimo, ma i lettori non possono aumentare se le librerie chiudono.

È questo il motivo per cui, attraverso l’account Instagram dedicato (@svuota_la_vetrina), Daniela sta raccogliendo le testimonianze di gruppi di lettori che si organizzano per restituire dignità alle librerie indipendenti. E la community di oltre 3.000 follower sta crescendo a vista d’occhio. Tra le altre librerie svuotate si annoverano l’Antigone di Milano, la Ubik di Benevento, l’Alaska di Milano, La Fonderia di Osimo (AN), la Wojtek di Pomigliano d’Arco (NA) e la Libretta di Luca Ambrogio Santini a Milano.

Svuota la vetrina

Daniela Nicolò e la sua libreria

Quattro chiacchiere con una lettrice “fortissima”

Dopo l’ultimo svuotamento realizzato presso la Libreria Cartoleria Gori di Prato, il 1° settembre scorso, abbiamo deciso di chiedere direttamente a Daniela Nicolò in che modo questo progetto si stia evolvendo e potrebbe, sempre più, conquistare i lettori.

In che modo i lettori si sono avvicinati al progetto “Svuota la vetrina”? Avevi già contatti con gruppi di lettori?

L’interesse intorno a questo progetto è cresciuto in modo del tutto spontaneo, ed era proprio ciò che speravo. Quando ho letto dello svuotamento della Hoepli e mi sono detta “Lo faccio anch’io!”, infatti, non intendevo semplicemente portare i libri a casa… Poi il Corriere della Sera ha fatto da volano per l’iniziativa, e varie persone tuttora mi contattano per chiedermi come si fa, come si partecipa.

Se dovessi sintetizzare in poche parole le modalità di partecipazione, cosa diresti ai lettori interessati?

Cercate una libreria che vi piace e, per una forma di gentilezza, avvisate prima il libraio, poi agite. Anch’io ho fatto così quando ho svuotato la libreria “I Baffi”: ho chiesto alla libraia se fosse d’accordo, anche perché allestire una vetrina non è cosa da poco. Mi hanno chiesto se volessi sceglierli, e io ho risposto di no, perché bisogna fidarsi dei consigli di un libraio. È possibile realizzare gli svuotamenti ovunque, da soli o in gruppo. Finora, in due casi su nove gli svuotamenti sono stati realizzati dai gruppi di lettura delle rispettive librerie, in altri casi da insegnanti. Non sempre mi contattano prima, a volte lo scopro sui giornali.

Quali sviluppi futuri ti auguri per “Svuota la vetrina”? Come vorresti che si evolvesse?

Spero che anche qualche azienda, prima o poi, faccia uno svuotamento per donare i libri ai propri dipendenti o a scuole e associazioni. Non occorre sia necessariamente una grande azienda: anche una piccola attività locale può decidere di sostenere il territorio. I libri possono essere usati come regali aziendali per le famiglie dei dipendenti, o come regali di fine anno per associazioni sportive, ludiche e di coesione sociale. Inoltre, se anche le aziende s’interessano all’iniziativa, possono farsi notare e generare un’economia circolare positiva.

Al momento, pensi di continuare a fare da portavoce per chi, come te, vorrebbe vedere le librerie “svuotate” più spesso?

A dire il vero, spesso apprendo degli svuotamenti a fatto compiuto. Non ho intenzione di mettermi a capo di una sorta di movimento, ma vorrei far girare la voce, tramite la stampa, per stimolare il dibattito pubblico. Lo svuotamento di Prato, ad esempio, l’ho scoperto dai giornali. In ogni caso non è necessario contattarmi: si tratta di un modello semplice e chiunque può declinarlo come preferisce. Inoltre, io non ero molto “social” prima di questa iniziativa, ma mi sono resa conto che in alcuni casi occorre “metterci la faccia”, come si suol dire, per difendere una buona causa. Finché c’è bisogno di me, io ci sarò, ma spero che poi non occorra più.

Finora, “Svuota la vetrina” ha ricevuto degli elogi o critiche?

Molti si sono incuriositi e mostrati interessati, ma non sono mancate le critiche, anche se costruttive. Qualcuno mi ha scritto che per svuotare una vetrina intera bisogna avere la possibilità di farlo, perché certo non è un’operazione economica. Io ho risposto che un budget extra può essere speso una tantum se il desiderio è tanto, oppure ci si può organizzare in gruppi, ad esempio anche tra genitori o insegnanti per regalare libri ad una scuola. Si tratta di azioni collettive generose, che restituiscono dignità alla lettura. In altri casi, mi hanno chiesto: “Ma se compri i libri in questo modo, senza sceglierli, che te ne fai di quelli che non ti piacciono?“. E io ho risposto che è possibile regalarli, o comunque svuotare una vetrina anche piccola, in modo da non doverne scartare troppi.

Anche qualche “addetto ai lavori” si è interessato a “Svuota la vetrina”?

Qualcosa si è mosso. Mi hanno contattata, ad esempio, dal Forum del Libro, un’associazione di settore. Per ora, però, non posso dire di più…

Le domande più curiose che hai ricevuto riguardo l’iniziativa?

Beh, qualcuno mi ha chiesto, ad esempio: “Lei conosce un posto dove si possono vendere libri usati?”. Oppure: “Non sono di Milano ma sono incuriosita: posso partecipare?”. Certo che si può!

Cos’è cambiato dopo gli articoli apparsi su grandi testate nazionali?

A dire il vero non mi sono resa davvero conto di quello che stava succedendo, e alcuni amici mi hanno chiamata per chiedermi notizie come se fosse doveroso. A me fa più effetto vedere la mia foto in giro: non sono abituata a questa esposizione, sono un topo di biblioteca… In molte foto mi si vede con lo stesso vestito, che a me piace un sacco, ma sono diventata così “pubblica” che non lo metterò più, perché ormai se vado in libreria mi riconoscono subito, e questo mi dà una sensazione strana.

Cosa direbbe a un giovane di oggi, indeciso sull’avvicinarsi o meno al mondo della lettura?

Ribellati. Prendi un libro, e ribellati. Questa società ti vuole sempre più ignorante, e tu non assecondarla. Prendi la bellezza e riscoprila, perché come facciamo a desiderarla se non sappiamo più nemmeno che cos’è? La libreria non è un luogo dove gli intellettuali si riuniscono per denigrare gli altri, usciamo da questo stereotipo. La libreria è un luogo democratico, e ci si sente meno soli se si legge o si studia. Penso agli anni ’70, quando lo studio era un mezzo di riscatto: essere consapevoli di come funziona il mondo fa sì che non si possa essere denigrati o schiacchiati. Anche il più umile dei lavoratori deve saper leggere una fattura, interpretare il testo che sta leggendo e capire cosa implicherà. In Francia e in Spagna sono già in atto azioni governative per stimolare la lettura, spero non tarderemo a introdurle anche qui.

In conclusione

Nella prima live realizzata il 30 ottobre sul profilo Instagram ufficiale, Daniela Nicolò ha svelato ulteriori dettagli sul progetto. Per riascoltarla, è possibile collegarsi al profilo @svuota_la_vetrina e seguire da vicino i prossimi “svuotamenti”. Una bella iniziativa che merita la giusta attenzione, per risvegliare le coscienze dei lettori e risollevare le finanze di librerie che altrimenti, come la Libreria di Cinema, Teatro e Musica di Bologna, possono essere destinate a chiudere.

Cover image: lo svuotamento della Libreria Antigone di Milano. Da sinistra: i lettori Alessandro Consonni e Antonello Lauriola (autori dello svuotamento), il libraio Mauro e Daniela Nicolò

Image credits: si ringrazia Daniela Nicolò

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Maria Cristina Folino
Laureata in Pubblicistica e Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Salerno, specializzata in programmazione e gestione d'interventi per gli archivi e le biblioteche digitali, dal 2008 collabora con stampa locale e giornali online. Già docente di scrittura creativa ed esperta di comunicazione digitale, lavora come giornalista, social media manager e copywriter. In precedenza ha vinto numerose competizioni artistico-letterarie a livello nazionale. Dopo la raccolta di poesie "Ali di Gabbiano" (Aletti Editore, Roma 2008) e due ebook con Edizioni Il Pavone, nel 2022 ha pubblicato "Tim Burton e il catalogo delle Meraviglie" con Edizioni Dialoghi. Su Instagram ha un account dedicato a libri e moda: seguila su @fashionreadersit

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