Dopo le passerelle della fashion week, vediamo una nuova collezione Prada dove emerge il concetto di umanità, semplicità e modestia in un solo stile di stampo poetico.
Prada non mira a fare grandi cose, dopo la sfarzosità di passerelle passate ha la necessità di far parlare della maison in chiave diversa, comunica Miuccia Prada.
Il mood dell’uomo Prada mira a far spogliare ciascuno di eclatanti grandezze, lusso, mirando piuttosto ad un’autorappresentazione di se stesso attraverso l’abbigliamento.
In passerella completi di ispirazione anni 70, velluto e righe, trench di lana, maglioni, panorami stereotipati e mazzi di fiori voluti nella collezione come stampe. Ricami e disegni per sottolineare la debolezza, il rispetto del designer in un momento in cui sembra tornare in auge la prepotenza di cui teme gli effetti.
Il risultato più difficile è stato quello di raggiungere un equilibrio con una società mediatica. Niente arte ma solo attualità.
Toglie il make up dalla sfilata come gesto simbolico.
La sequenza di abiti modesti nasconde in realtà profonde domande della nostra contemporaneità: difficile e pazza allo stesso tempo.
Gli accessori di pelliccia sono esagerati ed eccentrici laddove il vestiario è scialbo, anonimo. Le collane di conchiglie e pelo di pecora completano il look quotidiano di un impiegato mentre le maglie con i fiori si contrappongono alle valigette 24 ore di quei viaggiatori che oggi non esistono più.
Maestria di gioco femminile e maschile insieme, il nuovo show di Prada convince il pubblico per l’input del designer di snobbare l’argomento del quotidiano e non farsene scudo.
Prada è riuscita a trasformare il pensiero e l’osservazione in abito.
Laura Savini