PASQUA: VIA LIBERA AL CIOCCOLATO.

Il cioccolato ha origini antichissime, è il prodotto della lavorazione del cacao la cui pianta è presente da migliaia di anni nel sud America.

Atzechi e Maya utilizzavano la bevanda avendone notato gli effetti benefici sull’umore e la consideravano un privilegio limitato agli alti ceti sociali e ai guerrieri.

Il suo arrivo in Europa, intorno al 1500 si deve a Cristoforo Colombo che aveva ricevuto in dono i semi di cacao e pensò di utilizzarli come merce di scambio ma solo più tardi fu intuito il suo potenziale successo commerciale in preparazioni zuccherate, ebbe così il via la diffusione del cioccolato come lo conosciamo oggi, il dolce per eccellenza.

Il cacao è contenuto nelle “fave” che si trovano all’interno del frutto detto cabossa. Le fave sono fermentate in luogo arieggiato e il liquido che man mano si libera viene fatto defluire, segue l’essiccazione al sole in luogo arieggiato, questo processo, se ben eseguito, elimina l’acidità.

Le fave saranno quindi tostate a temperature di almeno 120 °C e con tempi controllati per ottenere i massimi risultati di equilibrio del gusto. A questo punto si estrae il contenuto delle fave da cui si otterrà la pasta di cacao utilizzata poi per fare il burro di cacao o il cacao in polvere.

Il successo intramontabile porta le industrie ad elaborare moltissimi tipi di cioccolato e ad utilizzarlo in molte preparazioni ma di base le qualità tradizionali sono il fondente, al latte e bianco.

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Quali sono le differenze nutrizionali?

Il cioccolato fondente può essere consumato dagli intolleranti al lattosio, infatti, non è addizionato con latte e il grasso presente è vegetale, si tratta dello stesso burro di cacao, la percentuale di cacao può arrivare al 99% per chi ama i gusti forti. Il cacao è amaro, è inevitabile quindi l’aggiunta di buone quantità di zucchero ma in commercio si trovano anche prodotti in cui questo è sostituito con edulcoranti come il maltitolo che ha un basso indice glicemico e il 60% di calorie rispetto allo zucchero tradizionale, così anche i diabetici possono avere il piacere di assaporare il cioccolato.

La qualità bianca ha questo colore perché non contiene cacao ma solo latte, zucchero e burro di cacao, non ha quindi tutte le proprietà del cioccolato ne può essere definito così inoltre è più grasso e quindi più calorico.

Il grande successo del cioccolato non è legato solo al suo gusto unico e alla versatilità del suo impiego, ha infatti anche una notevole azione sull’umore; alcune sostanze azotate che contiene, tra cui la teobromina, stimolano la produzione di endorfine e di serotonina.

Le endorfine sono proteine prodotte nel cervello e non solo, agiscono sul sistema nervoso centrale e i loro effetti sono simili a quelli delle droghe oppiacee. Sono analgesici perché innalzano la soglia del dolore, eccitanti, favoriscono la produzione di molti ormoni, danno senso di appagamento, limitano l’appetito. Il fatto che il cioccolato alzi l’umore non è una credenza, è dimostrato che la produzione di endorfine da parte del corpo aumenta, come meccanismo di difesa, in periodi di stress o per superare il dolore sia fisico che mentale.

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Tra le azioni della serotonina c’è quella di favorire la trasmissione degli impulsi nervosi cerebrali con varie conseguenze tra cui il miglioramento dell’umore, il controllo del senso di appetito e la limitazione delle emicranie, indirettamente contrasta anche l’insonnia.

Pochi scrupoli quindi se di tanto in tanto cediamo di fronte alla voglia incontrollabile di cioccolato, è normale, il corpo ne memorizza gli effetti benefici e lo richiede

Quindi è buono e fa bene, l’importante è sempre saper gustare tutto nei giusti limiti, senza privazioni per le cose buone.

Daniela Marras

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Daniela Marras
Daniela Marras è nata in Sicilia ma vive da sempre a Cagliari dove si occupa di formazione. Laureata presso l’Università di Cagliari in biologia, è da sempre appassionata a tutto ciò che è scientifico, dalla matematica alle materie inerenti alla propria formazione, incentrata soprattutto sulla genetica. Ha svolto per anni attività di analisi di laboratorio in vari ambiti; presso l’Università Cattolica si è occupata di chimica e genetica umana, creando le basi per le successive attività. Ha compiuto studi sulla salubrità delle acque potabili sia dal punto di vista chimico che batteriologico. Si interessa di tutto ciò che è estetica, cercando metodi naturali ed anche valutando ciò che il mercato offre per venire incontro alle esigenze, in particolare delle donne. Ha cercato di sfruttare le proprie conoscenze per stabilire quelli che possono essere i metodi di miglioramento dell’estetica, metodi che si basano sulla salvaguardia del benessere interiore.

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