“Dopo la mia reincarnazione a nuova vita, fotografia sarà la prima parola che pronuncerò. E’ stata un’intesa lunga quasi sessant’anni. Fotografia è amore e morte sarà il mio epitaffio”.
Questa affermazione di Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940) gravita attorno all’eros e alla morte, temi che ricorrono frequentemente nelle immagini di uno dei più straordinari e controversi fotografi giapponesi contemporanei.
Milano non ha mai organizzato una mostra dedicata a questo grande artista, ma quest’anno corre ai ripari. Ci pensa la galleria Carla Sozzani di Milano ad ospitare nei propri spazi, fino al 12 febbraio, un’antologica di circa ottanta opere dal titolo esaustivo “Araki Amore”.
L’esposizione, a cura di Filippo Maggia, è il frutto del lavoro degli ultimi due anni e in parte inedito con oltre settantacinque magnifici scatti realizzati appositamente per questa personale.
Immancabili i suoi celebri scatti di nudi di donne, bambole, fiori, vedute di città e cieli rielaborati recuperando i negativi dei decenni passati. Araki è sempre stato innamorato della figura femminile e tuttavia cambia profondamente negli ultimi lavori la sua sensibilità che diventa meno ostentata e più evocativa. Bambole e pupazzi, che da sempre hanno ispirato il mondo onirico del fotografo nell’esaltazione della bellezza, con il passare del tempo sfioriranno. Le immagini, caratterizzate dall’uso sapiente delle luci contrastate, appaiono più teatrali e maestose anche nel gioco dei colori. L’erotismo, sempre predominante per la gioia degli ammiratori a luci rosse, si manifesta in maniera malinconica e a volte tragica.
Araki ama unire il lavoro alla vita privata. Spesso è la moglie la sua musa ispiratrice. Si vedano le oltre trecento polaroid a colori e in bianco e nero: alcune arricchite con interventi di pittura, altre ritagliate in collage e inoltre una video-intervista realizzata lo scorso luglio durante una seduta di nudo con la seconda moglie-modella e danzatrice Kaori (la prima, Yoko è scomparsa nel 1990). La carriera dell’autore inizia negli anni Sessanta quando il Giappone stava avviando uno sviluppo economico importante e un’urbanizzazione imponente. Questi cambiamenti socio-culturali hanno contribuito a influenzare la sua creatività. Molte sue fotografie ricordano i mostri mitologici che attaccano le città nipponiche.
Uno sguardo all’eros e alla bellezza. Da non perdere.
Francesca Bellola
Araki Amore
18 novembre 2016 – 12 febbraio 2017
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – Milano
Tel. 02.653531