“Ho imparato che c’è una grande differenza tra ciò che la gente pensa e ciò che io posso essere per loro” – tratto da Jackie.

Jackie, l’ultimo capolavoro di Pablo Larraìn, cerca di oltrepassare l’invalicabile confine di una donna divisa tra i ricordi di una favola durata poco e il peso di una realtà difficile da accettare. Tutto ha inizio senza un rigore cronologico nei tre giorni successivi al drammatico attentato di Dallas del 22 Novembre del 1963, in cui perse la vita il presidente americano J.F. Kennedy, assistito negli ultimi attimi di vita dalla sua consorte con l’abito e il viso macchiati del suo sangue. Il tragico evento diviene fonte di ispirazione per il regista cileno Larraìn (“No” e “Il club”) e Noah Oppenheim per la sceneggiatura, entrambi descrittivi  nell’inquadrare uno dei momenti più difficili per il popolo americano, concentrando l’attenzione in modo mirato  sulla composta e inflessibile vedovanza di Jacqueline Lee Bouvier Kennedy, first lady enigmatica e popolare conosciuta da tutti come Jackie, nome divenuto anche titolo dell’ambizioso biopic. La dama nera,  interpretata in modo sorprendente da Natalie Portman (premio Oscar come miglior attrice nel 2011 con: “Il cigno nero” di Aronofsky), candidata all’Oscar come miglior attrice protagonista, resta nei retaggi  fotografici come icona di stile ed eleganza di un periodo storico magico, controverso e indimenticabile. Portman entra perfettamente in simbiosi con il personaggio interpretato, rivelandosi attenta e perspicace nel catturare ed incarnare l’essenza vitale di alcuni attimi di una  donna, al contempo madre e first lady, simbolo dell’immaginario collettivo e popolare, attraverso un ritratto intimo e allo stesso tempo pubblico, segnato dai drammatici e inevitabili cambiamenti velati dal mistero.

“Un popolo ha bisogno della sua storia, ha bisogno di sapere che persone reali hanno davvero vissuto qui” – tratto da Jackie.

  • Trama del film:

I giorni successivi all’attentato a JFK restituiscono all’ attento sguardo dei media una regina senza scettro, pronta a ritrovare una nuova esistenza lontana dai saloni classicheggianti della Casa Bianca, la Camelot dei Kennedy è ormai al tramonto e Jackie in quei giorni è al centro dell’attenzione del mondo dei media, pronta a rivelare ad un giornalista della CBS durante un’ intervista quanto accaduto durante l’attentato e su ciò che ne è seguito. Un nuovo vento soffia sul destino del paese e sulla sua sorte, mentre il nuovo presidente Lyndon B. Johnson e sua moglie prendono residenza presso la Casa Bianca sostituendosi a Jackie e al compianto presidente morto. Quando Jackie prese il volo per Washington sull’Air Force One il suo mondo stava crollando, nulla più sarebbe stato come prima, la first lady, in evidente stato di choc e sconvolta da un evento drammatico indelebile, si apprestava ad affrontare la pesante eredità di un nuovo capitolo della storia del mondo e della sua vita da condividere con i suoi due bambini, non c’era tempo per elaborare un gravoso lutto, il mondo aspettava risposte. Qual è stato il ricordo di Jackie? Come ha vissuto quei momenti?

“Il ruolo più pericoloso della mia carriera. Temevo il confronto con l’originale perché io non sono un’imitatrice, ma un’attrice” – Portman.

  • Alcuni aspetti del film:

La Jackie ritratta da Larraìn è ermetica, imperscrutabile e apparentemente insicura a tal punto da apparire quasi hitchcockiana nei ricordi di continui flashback, mantenendo inalterato uno stile elegante e regale, colto e intramontabile, fatto di  tailleurs firmati Chanel, un’acconciatura moderna ed unica che la identificavano  come modello di un’America che cambiava e si rifaceva un’immagine. Larraìn inoltre prova ad inquadrare il personaggio nel rigore di un’attenta ricostruzione dei fatti attraverso una prospettiva completamente diversa e distante dalla visione americana e patriottica riscontrabile nelle numerose precedenti opere cinematografiche, per citarne alcune: “Camelot” (1967), “JFK – un caso ancora aperto” (1991), e “Under the skin” (2013).

“Non sono americano per cui non provo il loro senso di patriottismo” – Larraìn

Tra gli altri interpreti citiamo: Peter Sargaard, John Hurt, Billy Crudup, Greta Gerwing, Max Cassella e Beth Grant.

Jackie, presentato in occasione della “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2016”, è dedicato ad una delle donne più interessanti del XX secolo, con tre nomination per la notte degli Oscar (Miglior attrice protagonista – Portman – Miglior colonna sonora – Micachu – e Migliori costumi – Madeline Fontaine)  ci attende al cinema.

“Nessuno di noi sa davvero come siano andate le cose: abbiamo solo creato un’illusione di realtà, che è principalmente lo scopo di fare cinema” – Larraìn.

di Antonio Gentile

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Antonio Gentile
Nato a Napoli e di origini irpine, Antonio dopo una formazione universitaria presso la facoltà di Lettere e Filosofia “Federico II di Napoli” consegue il titolo accademico delle Belle Arti di Napoli, specializzandosi inoltre nel marketing, nel turismo e nell'informatica e lavorando come grafico e scenografo presso teatri e strutture turistiche ma coltivando da sempre l’interesse per il cinema e la scrittura (sceneggiature, racconti ed articoli). Antonio è, inoltre, autore di numerosi soggetti e sceneggiature per film, recensioni cinematografiche, interviste e conferenze stampa a registi ed attori e approfondimenti per film in uscita pubblicati sui Magazine e testate giornalistiche on-line. Da sempre scrivo soprattutto per informare, coinvolgere ed incuriosire tutti su tutto ciò che ci accade intorno!

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