Il fondatore di Leggere a Colori Fabio Pinna torna a stupire con una silloge dalla “duplice” anima
[gtransalate]Oggi parleremo d’amore e di poesia, o meglio, della duplicità dei sentimenti e del virtuosismo delle poesie di Fabio Pinna. Perché “Metà e Metà. Ensemble“, recentemente pubblicato da Giovane Holden Edizioni, è l’opera che riconferma la poliedricità del suo autore, con un carico di emozioni che sembra tendere – accostandosi, ma solo per un tratto – allo stesso leitmotiv espresso nel romanzo “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano.
Questa apparente similitudine, tuttavia, non deve ingannare il lettore perché tante altre suggestioni, di cui parleremo tra poco, riempiono l’opera di Fabio Pinna con la loro effusione di rivelazioni istantanee e pulsioni collegate all’hinc et nunc.
Si tratta di concetti già espressi, con lampante chiarezza, nell’introduzione di Dona Amati:
Le venti liriche di Metà e metà. Ensemble (virtualmente ripartite in tre sezioni emozionali) si incentrano su un tema particolarmente efficace, la relazione amorosa, a cui riservano un linguaggio sorvegliato e intenso al tempo stesso.
– Metà e Metà. Ensemble, Giovane Holden Edizioni, Prefazione di Dona Amati
L’autore, infatti, adora stupire i suoi lettori con riflessioni che rendono straordinario anche l’ordinario. Già fondatore di Leggere a Colori, un portale di promozione editoriale che pubblica “una recensione al giorno”, scrive per Operaincerta e ha al suo attivo numerose pubblicazioni seguite da una vasta community. Ecco cosa ci ha raccontato sul nuovo libro.
Fabio Pinna, bookblogger e promotore editoriale. Da quanti anni scrive?
Ho sempre amato esprimermi con le parole in forma scritta, sin da bambino. Se vogliamo parlare di pubblicazioni, nel 2004 uscì il mio primo libro di poesie. In questi quindici anni ho poi scritto cose diverse (articoli, prefazioni, sinossi, altri libri), in modi diversi e con occhi diversi. Eppure, quando mi capita di dare uno sguardo al percorso fatto, vedo ancora oggi l’anima che ci metteva quel bambino. L’essenza. Solo un po’ più consapevole e un po’ meno innocente.
Da dove nasce l’idea di “Metà e Metà”?
Nasce dal confronto giornaliero con se stessi e con gli altri nell’ambito del rapporto sentimentale. Più che un’idea, è una presa di coscienza in merito al fatto che esistono dei meccanismi, dei modelli che si ripetono nella vita delle persone che si amano. Tra tutte le persone, magari solo con modalità differenti. Negativi, noiosi, meravigliosi.
Chi è l’uomo dietro l’autore?
Un uomo sempre alla ricerca di qualcosa, che ama la lentezza e il silenzio assoluto nei pensieri. Sensibile e schivo per natura. Il resto è un segreto.
Possiamo definire Fabio Pinna uno “scrittore a tempo pieno”?
No, assolutamente. Anche se ha a che fare con i libri, la mia occupazione è un’altra. Finora non è stato un mio obiettivo, però mi piace giocare con le parole. Dedicarsi completamente alla scrittura è una bella scommessa su se stessi ed è anche una cosa che si deve sentire come profondamente importante. Forse, un giorno, qualcosa mi farà cambiare idea e diventerà certezza.
Le esperienze personali e lavorative hanno influito sulla creatività?
Credo che tutto ciò che riesce a toccare la parte più intima delle persone vada ad aggiungere qualcosa a ciò che sono. Lo scrittore attinge anche da ciò che è, ovviamente, quindi ritengo possa essere più o meno stimolato in base a determinate esperienze di vita o artistiche, che per qualche ragione riescono a entrare nella parte più profonda del suo animo. Nel mio caso è stato così.
Quali sorprese riserverà al lettore stavolta?
Credo che la sorpresa per i lettori, anche per chi mi legge da tempo, sarà l’intensità che si percepisce in ogni componimento. Ogni poesia è come fosse un concentrato di cinque poesie. Ho lavorato molto per ottenere questo senza rendere il tutto più complesso, e preservando lo stile diretto che contraddistingue il mio linguaggio.
Cosa consiglierebbe agli scrittori alle prime armi?
Di leggere molto. Qualunque cosa. E solo dopo scartare ciò che non è congeniale, e costruirsi dei propri percorsi di lettura. Un altro suggerimento che trovo utile è quello di annotare pensieri quando capita nella giornata, anche se sono semplici o banali, la cosa veramente importante è non raccontarli banalmente. E poi di non prendersi sul serio.
Ci lascia una frase d’autore per salutare i nostri lettori?
Le scelte sono il mezzo di trasporto più caro che ci sia. Le paghi con te stesso e ti portano dentro o via dalle persone.
Chi è Fabio Pinna
L’autore nasce a Cagliari nel 1983. Studia informatica nell’Istituto Tecnico Industriale, ma ai bit preferisce le parole, così inizia a scrivere poesie. Negli anni di precariato continuerà a scrivere e pubblicare. Nel 2012 fonda il portale Leggere a Colori, che in due anni diventerà un punto di riferimento per gli amanti dei libri. Nel 2016 raggiungerà 100.000 iscritti e 3 milioni di visualizzazioni annuali. Bookblogger e promotore editoriale, ha condotto una conversazione su poesia e musica al Taranto Rock Festival 2017. Ha intervistato grandi autori, partecipa regolarmente a iniziative letterarie e blogtour (Feltrinelli, Mondadori, Feltrinelli Zoom, Fazi, Frassinelli) e ha contribuito a importanti progetti social (@casalettori e @stoleggendo su Twitter).
Perché leggere “Metà e Metà. Ensemble“
Già dalla prima lirica, “Scatenati come un temporale“, la schiettezza dell’autore si fa estasi ripercorrendo archetipi dannunziani (“Come la pioggia ornata / perde poesia dentro ai tombini”). Ma non basta. All’interno delle tre sezioni emozionali, sentimenti di gioia e dolore si rincorrono in una riflessione costante e consapevole, dove la disillusione trova posto in parole segnanti (“Vado”, “Bisogna andare”) e Fabio Pinna sembra giocare a catturare l’attenzione con assonanze e sintesi disarmanti. Quasi come se la Metà sperasse di fondersi in un unicum con il suo doppio, pur rimbalzando nelle sue stesse speranze. Da leggere con calma, nella quiete pomeridiana di una terrazza estiva.
Per maggiori informazioni: sfoglialo sul sito web dell’autore