Un’edizione impegnativa ma fortemente voluta ha presentato, quest’anno, un programma ricchissimo di eventi a conferma del ruolo indiscusso della fotografia nell’indagare tra le pieghe della nostra umanità

Si è conclusa lo scorso lunedì 28 marzo la quarta edizione del Perugia Social Photo Fest (PSPF), la prima rassegna internazionale di fotografia sociale e terapeutica che, per due settimane, ha offerto una preziosa occasione di incontro e confronto per tutti coloro appassionati di fotografia e di temi sociali. Il tema della “cecità”, intesa non solo come incapacità di vedere attraverso gli occhi, ma anche come atteggiamento emotivo e sociale, è stato il centro non solo delle 17 mostre esposte, ma anche dei numerosi incontri e dibattiti organizzati per l’occasione al Museo Civico di Palazzo della Penna.

Mai come quest’anno il PSPF ha valicato i confini italiani, muovendo l’interesse del pubblico e dei media da tutto il mondo. L’edizione 2016 del Festival, infatti, ha fatto registrare la più importante affluenza non locale di sempre, con circa 2600 visitatori in totale e un grandissimo seguito “da remoto”, attraverso i video e gli aggiornamenti, pubblicati quotidianamente sui canali social del Festival e il sito web www.perugiasocialphotofest.org che ha registrato in meno di due mesi quasi 17.000 sessioni e 10.000 utenti.

PSPF,-Marco-Giugliarelli-1

Temi “scomodi” ma di grande impatto sociale, autori nazionali e internazionali in mostra con lavori inediti, incontri e dibattiti hanno permesso di indagare, nelle due settimane del Festival, tra le pieghe del mondo della “cecità”, affrontata sia con testimonianze di Fotografia Sociale, di denuncia e riflessione, di riscatto di identità individuali e collettive, mezzo per dar voce agli “esclusi” e quindi strumento di inclusione sociale che con esempi di Fotografia Terapeutica intesa come mezzo di riattivazione della percezione e di uno stimolo interiore personale soprattutto laddove c’è una difficoltà di comunicazione per attivare un processo di autocoscienza e di esplorazione del se.

Il PSPF ha avuto l’onore di ospitare quest’anno Letizia Battaglia, una delle più audaci e impegnate fotografe italiane che per trent’anni ha fotografato la Sicilia con immagini in bianco e nero crude e dolorose, denunciando l’attività mafiosa e i ripetuti attacchi alla società civile. La sua lectio magistralis è stata intensa e toccante e ha raggiunto il massimo dell’emozione con il ringraziamento di una donna del pubblico che, alzatasi in piedi in mezzo alla folla, ha ringraziato commossa Letizia dicendo di essere tristemente dovuta andare via dall’Italia e ha concluso con «solo un grande grazie per tutto quello che ha fatto». L’incontro è terminato con un’emozionata standing ovation e un interminabile applauso.

PSPF,-Marco-Giugliarelli-3

Dalla lectio magistralis di Letizia Battaglia durante il Perugia Social Photo Fest 2016:

Con la macchina fotografica abbiamo il dovere innanzitutto di raccontare noi stessi, noi stessi guardando il mondo, poiché la macchina fotografica serve a riprendere il mondo. Il mondo può essere una stanza vuota, può essere un bambino morto annegato su una spiaggia e caduto da una barca di profughi e quella foto è potente. Una domanda che si pone è “era giusto mostrare quella fotografia?”, mamma mia se era giusto, era giustissimo! Con la macchina fotografica dobbiamo essere sinceri e dobbiamo mostrare tutto quello che avviene, non ci sono filtri se non che dobbiamo sfuggire dalla volgarità, questo è un filtro essenziale. Ma un bambino morto per una causa terribile e per motivi disumani dobbiamo mostrarlo al mondo. La fotografa che ha scattato questa fotografia ha detto una cosa che mi lacera “Forse io sono nata per fare questa foto” La cosa più importante della sua vita, pensate che cosa può essere una fotografia. Con la macchina fotografica si possono raccontare cose meravigliose, ma anche cose orribili.” [La fotoreporter della fotografia è Nilufer Demir]

Io facevo reportage, è bello raccontare il mondo con la propria passione, con la propria paura, è straordinario. Io penso, che potere che ho avuto con la mia macchinetta di raccontare quello che stava avvenendo nella mia terra e la cosa importante è che queste foto rimarranno e fermeranno il tempo, cioè i miei nipoti e pronipoti (sono bisnonna!)  e anche quelli che verranno dopo potranno vedere quello che è successo e quello che c’è stato, non sappiamo quanto dura la fotografia, possono essere 100 anni, possono essere 150…”

Io credo che un lato artistico ci sia in tutti noi, basta vedere quando vai in un ospedale psichiatrico o dove ci sono dei problemi, lì porti la musica, le matite, i pennarelli e qualcosa succede e si placano molte inquietudini. [..] Credo che la cultura e la musicano servano tantissimo, la scrittura anche. Forse bisogna fare cultura in un certo modo, essere più moderni, meno didascalici, meno rompiballe, farla in un certo modo ma è bellissimo se riusciamo, almeno bisogna provarci e alla fine anche solo provarci è bello.”

Anche quest’anno ha riscosso inoltre un grandissimo successo la conferenza Experiencing Photography che ha rappresentato una preziosa occasione di confronto sullo stato della fototerapia e della fotografia terapeutica e i diversi usi in ambito sociale. All’incontro hanno partecipato esperti italiani e internazionali, caratterizzando anche per questa edizione il PSPF come riferimento fondamentale, luogo di incontro e scambio per i professionisti del settore, sollecitando insieme l’attenzione del grande pubblico sui temi sociali.

Questa è stata un’edizione impegnativa, sofferta ma fortemente voluta – ha commentato Antonello Turchetti, direttore del Perugia Social Photo Fest – è stata un’edizione che ha ancora una volta dimostrato che è possibile fare cultura nonostante le difficoltà economiche, sociali e politiche. Un’edizione con un programma ricchissimo di eventi dove la fotografia è stata ancora una volta protagonista indiscussa per indagare tra le pieghe della nostra umanità. Il mio personale ringraziamento va a tutti gli artisti e ai relatori che hanno partecipato all’edizione PSPF BLINDSPOT. Un profondo ringraziamento va inoltre alla grandissima Letizia Battaglia per aver condiviso con noi la sua forza, la sua onestà, la sua emozione, il suo essere fotografa. Grazie.”

A breve sarà disponibile un catalogo multimediale realizzato in collaborazione con TOWEL, sponsor tecnico del PSPF, che racconterà e permetterà di rivivere, attraverso immagini, contenuti e video anche inediti l’edizione Blindspot del Festival.

Canale Youtube ufficiale del Festival dove è possibile vedere i video dell’evento:

https://www.youtube.com/channel/UCBGUg5XPipGrTIidBNqer-g

Per ulteriori dettagli sul PSPF: http://www.perugiasocialphotofest.org/

Per ulteriori informazioni:
6Glab – il laboratorio di idee di SEIGRADI / Barbara Gemma La Malfa
Via G. Mameli 3 – 20129 Milano Tel. +39.02.84560801/ Fax +39.02.84560802
Email: 6Glab@seigradi.com
Pagina Facebook: 6Glab Twitter: @6Glab
www.seigradi.com

Qual è la tua reazione?

emozionato
0
Felice
0
Amore
0
Non saprei
0
Divertente
0
Redazione
Alpi Fashion Magazine è una testata giornalistica che tratta argomenti di moda,arte nuovi stili, eventi, talenti e mode contemporanee. Il suo obiettivo è quello di rendere il mondo della moda multimediale e accessibile. Testata giornalistica Autorizzazione Tribunale di Cagliari – Numero ruolo: 02/16 del 12/04/2016

Ti potrebbe piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

More in:Fotografia