L’Ugl sarebbe sul piede di guerra. Pronta a riorganizzare una nuova pacifica e civile protesta contro l’ipotesi di realizzare il deposito nazionale di scorie nucleari nel territorio materano.
“Il territorio unito sarebbe pronto a una seconda Scanzano”
“Non è pensabile che si possa ulteriormente gravare la nostra terra di un peso che non può e non deve sostenere, avendo già pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale – dichiara il segretario provinciale dell’ Ugl Matera, Pino Giordano – il Governo comprenda bene che il territorio tutto unito sarebbe pronto a una seconda Scanzano, per cui cambi idea per il deposito unico di scorie nucleari”.
E’ possibile che il Governo individui di nuovo Scanzano Jonico per lo stoccaggio di scorie
“La possibilità che il Governo individui ancora una volta Scanzano Jonico tra le aree potenzialmente idonee per lo stoccaggio delle scorie nucleari – aggiunge Giordano – rispolvera la memoria di quanto accaduto nel 2003, quando i quindici giorni di mobilitazione a ridosso del Comune Jonico, nel materano, portarono al blocco della Strada Statale 106 per rivendicare il rispetto del territorio vocato all’agricoltura ed al turismo. Sarà democratica la battaglia dell’Ugl: la nostra comunità a livello occupazionale è in ginocchio, il poco che possiede è l’agricoltura, il mare, che rappresentano per noi un serbatoio di vita ed insieme importantissime risorse in grado di produrre benessere per le nostre famiglie”.
Povertà e malattie per le estrazioni petrolifere: la Basilicata ha pagato abbastanza
Infatti, la Basilicata ha pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale “con le estrazioni petrolifere che hanno portato solo povertà e malattie”, sottolinea ancora Pino Giordano. “La politica comprenda bene che l’Ugl, le popolazioni e le Istituzioni Locali, si rifiutano fin d’ora di ricevere una struttura che non genererebbe ricchezza ma – conclude il segretario – impoverirebbe solo ed esclusivamente ancor più il territorio”.