Assassinio sull’Orient Express (con titolo originale Murder on the Orient Express) è uno dei film più attesi del periodo natalizio, diretto, e anche interpretato, da Kenneth Branagh e scritto da Michael Greene, basato sull’omonimo romanzo del 1934 di Agatha Christie.
Nel firmamento cinematografico di Branagh si sono Penélope Cruz, Michelle Pfeiffer, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi e Leslie Odom Jr.
Con un botteghino da 160 milioni di dollari (e un costo di 55 milioni), il film è già un successo di pubblico internazionale. Questi risultati hanno fatto decidere per il sequel.
Nell’ultimo lavoro di Branagh il celebre investigatore Hercule Poirot (interpretato dallo stesso regista) è a bordo dell’Orient Express, in viaggio da Costantinopoli (Istanbul) a Calais. Ma a causa di una bufera di neve, il veicolo è costretto a fermarsi; si scopre anche che uno dei passeggeri è stato ucciso durante la notte.
Hercule inizia allora a fare le sue indagini sul caso per trovare il colpevole, nascosto tra i passeggeri del vagone. Già nel trailer si può vedere che afferma: «Vedo il male su questo treno, l’assassino è tra noi!» .
Tredici (all’apparenza) estranei sono bloccati quindi su un treno di lusso che attraversa l’Europa, tutti, a ragione, sospettati dell’efferato omicidio avvenuto nella cabina di un personaggio sgradevole, un gangster truffatore, e Poirot deve misurarsi con un enigma che va oltre il caso….
Il giallo cult della Christie, scritto nella stanza 411 del Pera Palace Hotel di Istanbul – si ricorda -aveva tratto ispirazione da un avvenimento di cronaca: il rapimento, e poi l’ uccisione, del figlio del celebre aviatore Charles Lindbergh. Sono trascorsi oltre tre quarti di secolo dalla pubblicazione del romanzo, ma si torna volentieri a salire a bordo dell’Orient Express.
Il film è kolossal, c’è una grande lavoro di ricostruzione: dal treno di lusso agli abiti dei protagonisti indossati dai celebri attori.
Spiega il regista: «Nella sceneggiatura c’è una sorta di compassione e una delle cose che mi hanno sorpreso ed emozionato maggiormente è che si tratta di un’esperienza più emotiva di quanto il pubblico possa immaginare, perché va molto in profondità ed esplora il lutto, la perdita e la vendetta, con raffinatezza e sentimento».
Valeria Gennaro