Cristian Stelluti attore italiano apprezzato anche dal cinema internazionale, è presente sia su pellicole dirette da Ron Howard che in film come “Il Ragazzo della Giudecca”. Ha interpretato di recente una commedia di successo dal titolo: “Due un po’ così” e attualmente lo possiamo ammirare tutti i mercoledì in “Solo per Amore”  su Canale 5 in cui interpreta Tony, un avanzo di galera. Recentemente è uscito su una pellicola indipendente da co protagonista insieme a Juliet Joseph dal titolo “Minister”. La prossima primavera sarà sul grande schermo con: “A Mors”. Il 25 maggio Cristian Stelluti esce sul grande schermo in un film diretto dal regista Fabio Bastianello con una storia vera, toccante dove viene mostrata l’altra faccia della gabbia di Milano dal titolo: “Milano in The Cage”.

Cristian Stelluti

Chi è Cristian Stelluti?

Una persona che affronta la vita per quello che è evitando di edulcorarne ogni aspetto, dal caffè che beveva amaro al fallimento di un progetto o il dolore di una perdita.

Perché essere un attore?

Perché impari a conoscerti prima. Impari ad ascoltarti e a cercare dentro di te le sfumature che servono al tuo personaggio. Aspetto che in una dimensione professionale diversa non troveresti mai. Mia madre per anni ha insistito affinché facessi il geometra. Negli anni ho continuato a risponderle che in un cantiere (edile) non avrei mai avuto il tempo e l’occasione di vivere altre vite o come mi è successo recentemente su un set di capire cosa si prova durante un suicidio.

Tante le esperienze professionali, ma quale di queste ha più segnato il tuo percorso artistico?

Ero in quinta elementare, mi ero preparato sodo tutto l’anno scolastico per debuttare con “Il barbiere di Siviglia” ma proprio il giorno prima mi slogai una caviglia…

Al pronto soccorso mi rifiutai di farmi ingessare il piede e disobbedendo con tutte le mie forze ai miei genitori e agli insegnanti, il giorno dopo mi feci trovare lì sul palco!

Furono i 10 minuti più dolorosi ma anche i più gloriosi della mia vita. Interpretai Il barbiere di Siviglia su una gamba sola finendo ovviamente a crogiolarmi in un’ovazione senza precedenti.

Attore Italiano, cinema Italiano e Internazionale. Esistono delle differenze?

Esistono e sono sostanziali. Dalla capacità di scrivere coraggiosamente storie che quasi sempre si rivelano vincenti, alla scelta degli attori che viene fatta per meritocrazia fino all’assistente dell’assistente dell’aiuto regia, il quale dovrà dimostrare di avere una preparazione professionale. Consapevoli che tutti daranno il massimo.

Pensi che fare teatro possa essere una buona palestra ai fini sia interpretativi che di dizione?

Il teatro è quel luogo in cui un attore dovrebbe nascere ma crescendo proprio come nella vita bisogna provare altre strade, come recitare nelle serie TV o nel cinema.

Diversamente si rischia di rimanere prigionieri delle abitudini da palcoscenico, come la gestualità innaturale, la voce impostata o peggio ancora espressioni caricaturali.

D’altronde l’ottica della telecamera è una lente di ingrandimento….

Cristian Stelluti e la famiglia. Come vivi queste due dimensioni?

Il mio è un lavoro particolare che mi obbliga a spostarmi in continuazione ma è pur sempre un lavoro. La dimensione familiare è quella in cui sono realmente me stesso senza il bisogno di recitare per ottenere la performance migliore.

Cristian Stelluti

“Rush” e “Inferno” sono state due presenze decisamente importanti. Quali sono le tue aspettative?

Vivere due set internazionali, li considero un’esperienza decisamente formativa. Soprattutto “Rush” che mi ha impegnato per tre settimane. Queste esperienze mi hanno fatto capire in che direzione professionale voglio andare ed è per questo che sono frequentemente a Londra relazionandomi con personaggi ed opportunità di livello.

Accendiamo il televisore e ci imbattiamo in mille programmi di cucina. Pensi che ci sia una relazione tra cibo e benessere non solo fisico?

Penso che il cibo sia alla base di tutto o meglio ancora la mancanza di esso…

Evito qualsiasi cibo che non sia in armonia con il mio assetto biologico interiore, come le proteine di origine animale e i suoi derivati o cibi che non esistono allo stato naturale, il vino, il caffè gli zuccheri, le farine e tanto altro. Ma i giorni in cui mi sento maggior benefico in termini di benessere psicofisico sono quelli vissuti durante il digiuno.

Qual’è il regista italiano con il quale vorresti lavorare e perché?

Sono due: Emanuele Crialese e Matteo Garrone, entrambi ti sottopongono la semplice visione del vissuto quotidiano ma con occhi nuovi e curiosi.

Cosa farà da grande Cristian Stelluti?

Non so cosa farò. Ma so che non smetterò mai di rincorrere i miei sogni anche a costo di farlo saltellando su un piede soltanto …..

Foto ed intervista di Gabriele Vinciguerra

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Gabriele Vinciguerra
L’obbiettivo del fashion photographer Gabriele Vinciguerra, è quello di emozionare! Eclettico nell’interpretazione delle esigenze del cliente, attraverso immagini artistiche, accattivanti dall'identity univoca. L’alta moda è il suo focus. Un mondo irrinunciabile, un’ossessione perseverante soddisfatta solo quando fotografa. Le capacità tecniche sono importanti. Tuttavia, l’anima, l’intensità e la sensibilità che ha nel saper cogliere ciò che inquadra con la macchina fotografica, lo rendono diverso. “La fotografia non è un lavoro, è una necessità intrinseca della sua anima. Una maledizione e una fortuna che rendono unica la sua espressione artistica

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