“Quando il giorno diventa notte, il cielo diventa mare, l’orologio rintocca sonoro e non c’è tè da preparare. Nell’ora più oscura, prima della mia ultima rima, lei tornerà nel paese delle meraviglie e riporterà le lancette dove erano prima”.
Un nuovo e visionario viaggio tra scenari fantastici di un universo parallelo ma molto diverso dal nostro è quello di Alice attraverso lo specchio (Alice Through the Looking Glass) diretto da James Bobin, il sequel gotico/fantasy di Alice in Wonderland (un autentico trionfo della computer grafica in 3D), il magico mondo di sotto, creato dal maestro Tim Burton, per quest’occasione presente solo in veste di produttore. Il nuovo capitolo dedicato al personaggio di Alice, con quasi tutti i personaggi confermati nei loro ruoli, ha avuto una vasta distribuzione nelle sale cinematografiche quasi in concomitanza con la celebrazione dei 150° anni dalla pubblicazione epocale del romanzo Alice nel Paese delle Meraviglie scritto da Lewis Carroll e reinterpretato e adattato per una lettura cinematografica firmata da Linda Woolverton, già autrice della sceneggiatura del precedente film diretto da Burton (con un incasso di circa un miliardo di $) oltre al più recente Maleficent.
“Sei stata via troppo tempo Alice, ci sono faccende a cui potrebbe giovare la tua attenzione. Gli amici non vanno trascurati”.
La trama:
Alice (interpretata ancora una volta da Mia Wasikowska), la ritroviamo in un ospedale psichiatrico, perché considerata dal suo medico emotiva , troppo incline alla fantasia e isterica, ma guaribile in tempi brevi. Per Alice il tempo non costituisce un problema, perché non è mai esistito, e lo dimostra scappando via dall’ospedale e da sua madre, per poi fare ritorno nei luoghi fantastici da lei amati. Alice ritrova uno specchio magico e lo oltrepassa cadendo nel suo sottomondo perduto: il colorato, visionario e surreale Paese delle Meraviglie, un luogo che, tra i comuni mortali, solo lei può visitare, un meraviglioso universo parallelo che gli ha regalato strabilianti emozioni e amici unici nel loro genere. Lì scopre che Wonderland non è più lo stesso luogo da lei conosciuto, molte cose sono mutate e il Cappellaio Matto (Johnny Depp), suo inseparabile amico, guida e consigliere è in pericolo, vive in uno stato di depressione, avendo perso la sua identità, così Alice si mette alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico che ha il compito di regolare il tempo, custodito in un luogo magico, “la stanza del grande orologio”. Alice qui conosce uno strano personaggio, per metà uomo e nella restante parte orologio (interpretato in modo superlativo da Sacha Baron Cohen) e rivive alcuni momenti del suo passato, trascorsi in compagnia di amici e nemici con cui ha condiviso la sua esistenza in un mondo fantastico, dove tutto può accadere. La Regina di Cuori ( o Regina Rossa, Helena Bonham Carter), e La Regina Bianca (Anne Hathaway), anche loro sono vittime di un complotto e solo Alice può rimettere le cose a posto ritrovando la Chronosphere, attraverso una corsa contro il tempo che sta per scadere, ma…. “il tempo è un uomo ed è meglio non farselo nemico”.
Il punto di vista:
Alice attraverso lo specchio, anche se ricco di grandi effetti visivi, come prodotto finito non mostra l’enorme potenziale dello staff tecnico e recitativo, riconfermato quasi interamente dopo Alice in Wonderland e messo a disposizione per il nuovo sequel. La trama sembra non avere lo stesso peso cinematografico ottenuto con il precedente film diretto in modo magistrale da Burton, (un’assenza determinante quella del regista dallo stile gotico). La nuova regia di Bobin non mantiene lo stesso passo, e il target da raggiungere nonostante sia indirizzato alle famiglie come da tradizione disneyana, appare più ristretto in riferimento alla tipologia di spettatori, come quella dei bambini, regalando minori emozioni rispetto al film precedente. Questo fattore, insieme alla scarsa attualità della narrazione, ridimensiona le reali possibilità della produzione nonostante il notevole impegno profuso da Bobin. A dominare incontrastato per tutta la durata del film non è Wasikowska nel ruolo di Alice, neppure Depp in quello del Cappellaio Matto, (un pò più spento del solito), ma è il Tempo a confermarsi vero protagonista e mattatore dell’intera storia, interpretato teoricamente e fisicamente da un impareggiabile Baron Cohen perfettamente in parte nel ricoprire un ruolo per lui nuovo e straordinario.
I retroscena:
Le riprese di Alice attraverso lo specchio, prodotto dalla Walt Disney Pictures e tratto da uno dei romanzi più amati degli ultimi 150 anni, hanno avuto luogo negli interni dello Shepperton Studios, a partire dal 2014, per un progetto già preannunciato dalla stessa sceneggiatrice Linda Woolverton nel 2012. Un film che prova a riconfermare quasi tutto il cast stellare di attori, e quello tecnico tra cui Colleen Atwood (vincitrice di 3 Oscar) per i costumi, Dan Hennah (vincitore di un Oscar) per le fantastiche scenografie, Stuart Dryburgh per le fotografie di scena e Danny Elfman per la straordinaria colonna sonora. “Salvare il cappellaio matto è solo una questione di tempo”.
Antonio Gentile