The Happy Prince, il film scritto, diretto e interpretato dal celebre attore britannico Rupert Everett si preannuncia già come un grande successo. La pellicola incentrata sugli ultimi anni di vita dello scrittore irlandese Oscar Wilde sarà disponibile nei nostri cinema da domani. Il film sta già suscitando tantissime attenzioni e reazioni da parte del pubblico.
Il periodo rappresentato sul grande schermo è quello in cui Oscar, l’eccentrico dandy, è ridotto in miseria. The Happy Prince ne racconta infatti il suo momento più triste, ma anche il più romantico.
Rupert Everett: “Wilde è un uomo distrutto, perché omosessuale”
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«La storia di quest’uomo che viene distrutto perché è un omosessuale – come spiega il regista – è qualcosa in cui oggi possono immedesimarsi in molti. Le persone vengono distrutte in Russia, in Giamaica, in India, ma la cosa peggiore è che succede continuamente perfino in Inghilterra, e in Italia con l’avvento della Lega. La situazione è sempre più tragica e pericolosa: ragazzi di diciassette anni si suicidano, Genova ha rifiutato di ospitare il Gay Pride e così via. Sono cose a cui dobbiamo prestare attenzione, dobbiamo continuare a vigilare».
Nel cast, accanto a Rupert, Colin Firth ed Emily Watson per rappresentare gli ultimi tristi anni della vita di Oscar Wilde
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Il film inizia con la scarcerazione dello scrittore, seguita dal suo soggiorno a Deppie con Reggie (Colin Firth) e Robert Ross (Edwin Thomas). Poi quello nella città partenopea, dove Oscar si intrattiene con l’amante “Bosie” (Colin Morgan), a Villa del Giudice. Da lì, il ritorno a Parigi dopo che a Wilde e a Bosie furono tagliati i fondi dalle famiglie. Everett porta quindi sul grande schermo gli anni passati in esilio a Parigi. In malattia e in povertà. Dopo essere stato liberato in Inghilterra dal carcere, dove era stato rinchiuso per la sua omosessualità. Accusato di sodomia, denunciato dal padre del giovane amante Alfred Douglas (Bosie). L’omosessualità era infatti definita «gross public indecency» dalla legge penale che codificava le regole, anche morali, riguardanti la sessualità. Proprio negli anni bui della prigionia nacque un capolavoro della letteratura: la lunga lettera indirizzata a Bosie “De profundis”. “Nella freddezza del carcere era vitale scendere a fondo, giù giù al caldo della propria anima”. “Volete uccidermi?”, domanda Oscar nel film. Poi aggiunge: “Io sono già morto”, “io sono il mio Giuda”.E ancora: “Il mio destino era già segnato”.
Uno sguardo umano e non solo. Da questo film mi aspetto molto.
Valeria Gennaro