San Pietroburgo è stato un misto di scoperta e paura. A primo impatto non sembrava come i cartoni che ho sempre visto, come l’ho sempre sognata. Strade larghe, palazzine tutte uguali, persone serie. Lo stampo socialista è presente in ogni angolo, eppure quando entri nelle piazze, quando scorgi i palazzi, quando scopri le chiese ricoperte d’oro e d’icone, capisci perché hai scelto di studiare questa lingua, di scoprire questo popolo, di visitare questa città.
Devo ammettere che il periodo ha giocato un ruolo determinante. Sono partita per le vacanze pasquali, dove in Italia si dava inizio al caldo ed in Russia si passeggiava ancora con giubbotto, sciarpa e cappello. Inizialmente era vuoto, un paesaggio brullo che non rendeva la bellezza dei palazzi, dell’intera città. Appena è iniziata a scendere la neve, una neve inaspettata a detta della nostra guida, che scese quasi a farci un regalo, ed ovviamente con essa anche la temperatura, tutti i miei sogni di bambina si sono risvegliati.
Questa città è un misto di devozione e profano, è contraddittoria, con strade larghe e canali, una Venezia del Nord, che però a Venezia non assomiglia per nulla.
Non arrivate con grandi pretese, perché di occidentale ha ben poco questa città, sappiate adattarvi e accettarla così com’è: solo così potrete scoprirla ed apprezzarla nel suo meglio.
Se siete studenti non provate a sperare che accettino il vostro tesserino universitario per avere sconti nei luoghi d’arte, poiché accettano solo quelli russi, quindi a meno che non abbiate la possibilità di farvi risultare studenti russi, niente sconti! Per poter utilizzare al meglio tutti i sevizi di trasporto pubblici, che sono inevitabili date le enormi distanze da coprire, potete utilizzare la carta proyezdnoroy ricaricabile.
Piccola curiosità: per certe fermate della metro, per scendere alle piattaforme ci si può impiegare anche fino a 4 minuti sulle scale mobili. La metro è tenuta anche meglio della città, curata nei minimi dettagli e pulita alla perfezione, vi innamorerete inevitabilmente di ogni fermata, con grandi lampadari, statue, marmo e mosaici.
Inizio senza molte pretese a raccontarvi delle cose viste, tante ed immense, solo per il famoso Ermitage ci vorrebbero tre giorni. Sapete vero che la maggior parte della città è stata costruita da architetti italiani? C’è poco da fare, noi italiani avremo molti difetti, ma nell’arte e sì, nel mangiare, in pochi ci battono. Uno dei capolavori del famoso Rastrelli è la Cattedrale Smol’nyi, situata sulla riva del fiume Neva che attraversa la città. Maestosa, i cui colori –bianco e azzuro-, che ci sia sole o neve tolgono il fiato e ti impediscono di distogliere lo sguardo. Quando entrate nelle chiese, ricordatevi ragazze di indossare sempre una sciarpa che vi copri il capo in senso di rispetto.
Essendo nella parte più ad est del centro, potete poi risalire seguendo il Neva raggiungendo così il Giardino d’Estate, a quel punto potete continuare verso l’Ermitage e godervi una meravigliosa vista sul fiume ed osservare così la vecchia borsa di San Pietroburgo, che dal 2009 ospita il Museo Centrale della Marina e davanti ad essa scorgere una delle Colonne Rostrate e la Fortezza di Pietro e Paolo in lontananza. Oppure potete deviare verso la Cattedrale della Resurrezione di Cristo, nonché la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, sorta dove lo zar fu assassinato da un attentato nel 1881, che vi assicuro non rappresenta per nulla lo stile russo originale, poiché è un insieme di vari stili quindi, anche se vi dicono il contrario, sappiate che non è così. Questa chiesa se vi lascia senza fiato all’esterno, aspettate di vederla all’intero.
La veduta più bella è con il canale Griboedov, dalla Prospettiva Nevskij, facente angolo con La Casa dei Libri, l’Edificio Singer al cui fronte si erge l’imponente Cattedrale di Kazan’. Ora dopo esservi rilassati un po’ godendovi la vista, date le spalle alla Casa dei Libri e continuate a sinistra, lungo la Prospettiva Nevskij verso Gostinyj dvor, il più antico caffè e alimentari di San Pietroburgo. I prezzi per i russi sono molti alti, non per niente viene considerato un posto di lusso, ma per noi sono accessibili. Uscendo, sempre sulla sinistra troverete una galleria, usata nei freddi inverni per un po’ di ristoro e per potere facilmente e velocemente passare da una parte all’altra del quartiere.
Dall’altro lato della strada vedrete il Monumento a Caterina, godetevi le luci del tramonto che si riflettono sull’enorme Prospettiva e se volete concludere la giornata al meglio vi consiglio allora il ristorante Kvartirka che ne ha ben due sulla Prospettiva, ottimi, con piatti e liquori tipici, ma attenzione nel dare i soldi, sono precisi e chiedono fino all’ultimo copeco!
Ps: ricordatevi che il borsch non è russo, ma ucraino!
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