New York nella realtà è ancora più di quanto qualcuno possa mai immaginare. É caotica, lo ammetto, ma non è triste e la sua modernità convive senza problemi anche con l’antichità. Sono stata a New York City nel weekend, neanche 48 ore, quindi non ho molto da raccontarvi, ma se quel poco che vi dirò avrà lo stesso effetto che quelle ore hanno avuto su di me, domani vorrete partire all’istante.
Essere a New York è come essere in un film. Non realizzi mai, né quando arrivi, ci sei o te ne vai di essere nella città dove tutti i sogni si realizzano, dove le fiabe divengono realtà.
Sicuramente il primo impatto che avrete è di una città così grande da darvi la sensazione di perdervi più volte nella stessa strada. Flotti di persone occupano i marciapiedi a qualsiasi ora, per non parlare di Times Square, impossibile da vedere il sabato sera, sopratutto se arrivate da ore di viaggio in autobus e l’unica cosa che desiderate è una doccia e un letto. Per questo motivo il mio primo impatto è stato traumatico. Times Square è esattamente come la vedete nei film, nulla meno e nulla più, forse solo ancora più luminosa e maestosa. A mio parere non ci trovo nulla di straordinario e magico, sensazione che invece si può provare nel vedere molti altri momumenti per la città.
Sicuramente una delle cose da non perdersi è la vista dall’alto, che sia Top of the Rock del Rockfeller Center o l’Empire State Building, concedetevela, perchè costi quel che costi non avrete tante altre occasioni di riprovare, vedere e sentire quello che accade nel cielo di New York. Io sono salita sul Top of the Rock, con una vista a vari livelli, ovviamente a 360° sull’Hudson e su Central Park, il polmone verde della città.
Dopo aver visto la bellezza della città che governa il mondo dall’alto, ci siamo diretti verso il Brooklyn Bridge, che collega i due quartieri, Brooklyn e Manhattan, ormai entrambi quotati ugualmente. Infatti se Brooklyn prima – all’epoca di Sex & The City, anni ’90 – era considerato un quartiere di basso livello, negli ultimi anni è stato riquotato. Percorre a piede il ponte è sensazionale. In questo caso invece non è come lo vedete nei film, perchè è ancora meglio. Ecco, devo ammettere che lui rispetto a Times Square mi ha lasciata di stucco. I colori, la grandezza e lo skyline sono imparagonabili. Fa paura l’idea di camminare sopra una strada, visto che la camminatoia è in legno e stretta, ma la sensazione di grandezza è impagabile.
Percorrere il ponte da Brooklyn a Manhattan è come percorrere l’immaginario di soddsisfazione della propria vita, un po’ come è successo al quartiere, che è partito da essere nessuno ad uno dei più rinomati.
Una volta che siete giunti dall’altra parte del ponte, dirigetivi al porto, dove partono i vaporetti per Ellis Island e la Statua della Libertà, ma prima, se è ora di pranzo fate un salto al Sea Port District, pieno di negozi e ristoranti e pub. Io mi sono fermata al Dorlan’s Tavern & Oyster Bar, che ho scoperto poi essere molto quotato, ed infatti la qualità era ottima. Ovviamente come per Boston consigli i piatti tipici come ostriche e aragoste o piatti contenenti questi ingredienti- oyster e lobster.
Con la pancia piena ho preso quindi il vaporetto per vedere il simbolo americano di libertà, un verde regalo dei francesi. La Statua è grandissima, è possibile anche salire sopra, ma parlando con degli americani ho scoperto che bisogna prenotare mesi in anticipo, altrimenti è impossibile. Il viaggio che ho fatto io, mi portava solo attorno e non mi faceva scendere, ma ne è comunque valsa la pena, perchè la migliore vista sullo skyline di Manhattan non è replicabile da nessun punto se non dal centro dell’Hudson.
Scesi dal vostro giro in barca, in cui vi dovete ricordare una felpa o una sciarpa e se che se volete godere appieno della vista vi dovete sedere esternamente, potete raggiungere poi in qualche minuto a piedi il Financial District, vedere la sede della Borsa di New York (NY Stock Exchange) e la primissima sede del presidente americano, una primordiale Casa Bianca.
Sempre a piedi è facile raggiungere il 9/11 Memorial, le due “piscine” costruite sulle fondamenta delle due ex Torri Gemelle, crollate appunto l’11 settembre del 2001. Un memorial che mette i brividi al pensiero dell’inferno che quel giorno possa esserci stato in quella che ora è una piazza e due enormi buchi che prima reggevano piani e piani di edifici. I brividi nell’immaginare i rumori, gli odori, la polvere e le grida, la disperazione che quel giorno debba aver portato direttamente ed indirettamente nella vita di ogni newyorkese. Un brivido che mi è bastato vivere così, e di cui fatico a concepire la creazione del “museo” del One World Trade Center, perchè ricordare è importante, ma purtroppo a mio parere, più che per ricordare è lucrare. Sempre in zona vi imbattere nel The Oculus, una libreria e centro, costruito dal grande Calatrava, per rivivacizzare quella che appunto è una zona di tristezza e ricordi.
Le altre “poche” cose da non perdervi prima di lasciare New York sono una passeggiata e magari una bella cena nel quartiere caratteristico di Soho. Concedetevi dello shopping nelle vie più belle come Prince Street e tutte le sue viuzze laterali e perdetevi con la testa verso l’alto ad ammirare quegli edifici con le tipiche scale antincendio color mattone, crema e bianco.
Eccoci arrivati quasi alla fine. Di certo non potete andarvene senza aver visto almeno una piccola parte dell’enorme Central Park, soggetto di moltissimi film e serie tv, tanto che i posti più famosi sono facilemente raggiungibili con una mappa e sempre super affolati di turisti o di fan, proprio come me. Entrando in Central Park ci si dimentica di essere in una città caotica come New York. All’interno le famiglie passeggiano e giocano, i più sportivi corrono e gli scoiattoli scorazzano tranquilli di albero in albero. Uscendo dal parco sulla destra vi troverete sulla famosa 5th Avenue, una via lunghissima da percorrere tutta e che agli opposti ha il MET – Metropolitan Museum of Art e i negozi più rinomati di sempre.
Ormai il tempo rimasto a nostra disposizione era poco, dopo una passeggiata per il parco e un po’ di shopping, rimaneva da vedere il piccolo Chelsea Market, un mercato coperto con la parte più bella riservata agli artisti chiamata Artists & Fleas, e con la sopraelevata High Line, un’ex ferrovia sopraelevata, oggi diventata un parco e camminatoia con vista su Manhattan. É spettacolare come gli americani riescano bene o male a riqualificare ogni posto in modo creativo e utile, e mi viene da pensare che solo menti giovani possano essere capaci di tali opere.
So di avervi detto poco, ma spero che sia uno spunto su cui partire, per potersi godere al meglio la Grande Mela.
Marina Greggio
[…] can go up and walk from Brooklyn directly through Manhattan. I did it last year, and wrote about it here. This time, it started raining, even if it was supposed to be a great day! So I took the subway and […]