C’è molta attesa per i cinefili e gli appassionati del cinema di Woody Allen per l’uscita di Un giorno di pioggia a New York (A Rainy Day in New York). La nuova commedia sentimentale del celebre regista americano uscirà infatti nei nostri cinema il 28 novembre. Nella pellicola prodotta da Gravier Production e da Perdido Production, e distribuita da Lucky Red, compaiono, oltre a Timothée Chalamet e a Elle Fanning, anche la cantante e attrice Selena Gomez e il britannico Jude Law. La pioggia ha un ruolo sostanziale nel film: per Allen la Grande Mela acquista più fascino nei giorni uggiosi.
Un eccezionale e burrascono weekend è la cornice della nuova commedia sentimentale del regista di “Amore e guerra”
Il nuovo film di Allen racconta la storia di una coppia di giovani innamorati, Gatsby e Ashleigh (Timothée Chalamet ed Elle Fanning). Il regista di “Amore e guerra” e di “Manhattan” porta sul big screen il loro arrivo a New York, perché la ragazza è riuscita a ottenere un’intervista con Roland Pollard , un regista in crisi. L’intenzione dei due fidanzatini è quella di trascorrere un weekend spettacolare insieme, ma i due, oltre al brutto tempo, incappano in una serie di buffe situazioni e vicissitudini. Ashleigh a caccia della notizia si ritrova costretta a boicottare l’invito del suo fidanzato a presentarla ai genitori e finisce di trascorrere più tempo con il divo Francisco Vega. Gatsby invece riceve una parte in un film accanto alla sensuale attrice Shannon (Selena Gomez).
La New York raccontata da Allen è più fascinosa in “A Rainy Day “
Tutti i personaggi di Un giorno di pioggia a New York hanno problemi con la propria identità. Gatsby, ad esempio, non conosce ancora se stesso. Sua madre invece si rivela diversa da quella che lui aveva immaginato. Anche Ashleigh è molto confusa, soprattutto da quando incontra Vega. Woody Allen vuole sottolineare le diversità dei protagonisti (il modo di vedere la pioggia suggerisce anche le visioni di vita contrastanti di Gatsby e Ashleigh: per lui è romantica, per lei è triste), ma anche la loro difficoltà a farsi riconoscere per quello che sono. E infatti nella costruzione dei frames il regista lascia i loro volti spesso in ombra.
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