E’ il nuovo simbolo, gadget della nuova Missoni consegnato ad ogni ospite della sfilata.

Il tutto sottolinea un messaggio profondo ed importante il cui obiettivo è la battaglia dei diritti, della libertà e della democrazia. Oggetto già famoso in tutto il mondo, è stato voluto per la sfilata dalla stessa Angela Missoni che afferma: “quando sono messi a rischio i diritti delle donne più basilari non si può più stare zitti“.

Questi berretti hanno invaso le città durante le manifestazioni di protesta contro il sessismo di Trump e oer la stilista hanno un significato speciale. Nonostante non abbia vissuto il 68, ma oggi si ritrova a favore della battaglia e garantisce la sua voglia di scendere in strada per paura che le nostre figlie e nipoti crescano senza garanzie che consideravamo acquisite.

LA sua citazione rispecchia la quotidianità in cui viviamo ed in cui noi donne, ma non solo siamo coinvolte in prima persona.

Non ha mai partecipato fisicamente ad una marcia, dice, “ma le immagini di tutte quelle donne scese in strada mi hanno toccato tantissimo. Ho iniziato a interrogarmi su cosa potessi fare per dare il mio contributo. E ho pensato che la mia sfilata di lavoro potesse essere l’occasione per dire che la moda è contro qualsiasi tipo di abuso e contro chiunque non sia a favore delle minoranze. Perché, mi creda, dobbiamo dirlo forte. Io ho la grande fortuna di avere un pubblico che mi può ascoltare“.

Nei Pussyhat però c’è anche un messaggio politico. Nonostante  la questione di Trump è stata la causa scatenante e il motivo per cui sono nati, Oggi si cerca di sottolineare esclusivamente un momento di profonda incertezza dove tutti dobbiamo essere uniti per i diritti.

È questo il messaggio di Angela Missoni.

Il fondale della passerella è il Monte Rosa: “le donne, insieme, sono come una montagna“. E nell’appello della stilista emerge un richiamo anche all’uomo. La stessa si appella a loro affinchè imparino e continuino ad amarle dimostrando i propri sentimenti.

I cappelli rosa sono quindi anche per loro, per quella fascia maschili di uomini presenti alla sfilata perché il messaggio che Missoni vuole far conoscere è globale senza distinzione di genere.

Laura Savini

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Laura Savini
Laura Savini, nasce a Roma il 10 aprile 1984. Studia lingue dalle scuole superiori, e sceglie di laurearsi in lingue e culture moderne nel 2012. Da sempre attratta dal mondo dello spettacolo e moda, segue un master in comunicazione e moda presso l’accademia romana di costume e moda e raggiunge l’obiettivo prefissato: product manager per eventi. Dal 2013 infatti, collabora per il fashion system attraverso una start up romana, che le permette di conoscere una realtà da sempre sognata. Dai piccoli designer ai pilastri della moda italiana, seguendo passo a passo le produzioni di un grande evento. Viaggia per lavoro dividendosi tra Milano, Firenze, Roma, Cannes, Ginevra…… Casting, fitting, coordinamento backstage e regia sono le attività che svolge quotidianamente. Stella Jean, Au jour le Jour, G. Colangelo, San Andrès, A.Bratis, C. Pellizzari, i giovani; John Richmond, Chopard ed il re del fashion system italiano Giorgio Armani, i grandi con i quali ha collaborato fino ad oggi. “ Credere per riuscire”, il motto che l’accompagna da quando ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda. Ma Laura, non è solo event manager; dopo otto anni di collaborazione in una gioielleria romana, inizia per hobby a realizzare una piccola capsule collection di articoli handmade creati con materiali eco, riciclati e pietre dure. Da Hobby a lavoro, i suoi articoli vengono apprezzati e acquistati tramite un e-commerce dedicato . Inizia una piccola distribuzione sul territorio romano, con un obiettivo preciso: vendita ad ampio raggio…..La speranza e la voglia di creare non finisce mai, basta crederci! Per finire, la passione per la scrittura. Fin da piccola, si cimentava nella scrittura di storie, racconti, favole ed oggi scrive articoli per web magazine. La prima collaborazione arriva con la testata "d-moda" e "gp magazine"…..e non intende fermarsi!

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