Articolo di: Gabriele Vinciguerra
Foto di: Gabriele Vinciguerra
Quante sono le storie che vengono vissute sulle rive del fiume? Quanti sogni rimangono tali nella speranza che diventino realtà? Se le sue acque potessero ridondare dei loro pensieri, si alzerebbe una sinfonia celestiale. Tuttavia, la vita è fatta di aspetti diversi e non sempre i sogni corrispondono a quanto ci aspetteremmo. Fatta qualche eccezione.
Allora ci chiediamo perché queste cose accadano solo ad alcuni e non a tutti. L’entusiasmo viene messo a dura prova nel farci capire la differenza tra sogno e realtà. Tra lucida consapevolezza e determinazione nel credere in un progetto ambizioso, dove i valori dell’amicizia e del rispetto hanno fatto sì che qualcosa accadesse.
Così sembrerebbe tutto romantico, dove tutti vissero felici e contenti. E probabilmente lo sarà, ma siccome non è ancora finita possiamo solo presupporlo. Alla fine di tutta questa premessa vi starete chiedendo: cosa si cela in tutto questo?
La bellezza dell’essere eterogenei, una diversità che per Oscar Ragni, Funzionario Pubblico, Adriano Rullo, Agrotecnico e Imprenditore, Stefano Sanginiti, Dirigente di una multinazionale, Adriano Roversi, Agente assicurativo, Efrem Bresolin, Dirigente di una multinazionale, Alessandro Bocca Corsico Piccolino, Medico Chirurgo, Claudio Pavesi, Medico Ortopedico, fosse la testimonianza diretta che i sogni a volte diventano realtà.
Il grande fiume che per 652 Km, partendo dalle Alpi Cozie fino al Mar Adriatico attraversa Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto è carico di storia, tradizioni e cultura.
Quella cultura fatta di genuinità, di riscoperta di un territorio che a volte viene dimenticato, messo da parte come se la sua presenza non fosse importante. Ed invece lo è. Questa corsa con l’acceleratore sempre al massimo distoglie l’attenzione dal concetto di bello, fatto di sapori, dedizione, ricerca e impegno. In un mondo dove tutto viene mercificato e mandato a soddisfare quei bisogni, quelle pulsioni che il più delle volte si trasformano in illusioni pensando di premiarci nel dedicare a noi stessi il piacere del buon cibo, quando di buono c’è solo l’idea.
Ma tornando ai nostri protagonisti, qual è la ragione per la quale la loro amicizia dura da 10 anni fino a spingerli nel voler fare impresa? L’amore per la genuinità, per la qualità del cibo, per il gusto di ciò che si prova nel condividere l’amicizia attraverso i prodotti del territorio.
Una ricerca minuziosa che li ha portati a fare delle selezioni per quegli alimenti che rispettassero i canoni di qualità e genuinità all’interno di un contesto di armonia tra produttori e ambiente in un ecosistema dove il gusto diventa il protagonista assoluto. Tuttavia questo viaggio parte dalla loro Lombardia dove le rive del Po bagnando la Provincia di Pavia selezionano i primi prodotti, affidandosi all’esperienza indiscussa di Teresio Nardi Docente di Economia agraria e Estimo rurale presso ITAS Carlo Gallini di Voghera, Fiduciario della Condotta Slow Food Oltrepò Pavese, Mario Maffi Enologo Considerato il Decano degli Enologi dell’Oltrepo, Francesco Passarin Dell’Azienda Quvestra e Mauro Castellotti Azienda Bottega Oltrepo.
Nonostante la complessità del progetto, la loro mission non si limita solo alla scelta ed alla selezione di una certa tipologia di prodotto enogastronomico, ma si spinge a creare una rete che permette al turista che voglia visitare la valle del Po, di seguire un percorso di qualità riconoscibile con un marchio ben definito. Di servizi fatti di ristorazione, alloggi, servizi ricreativi e ricerca del gusto dove il grande fiume è il comune denominatore.
Chef Fabrizio Ferrari: stella Michelin
©gabrielevinciguerra
Loro sono SlowPo.
Un viaggio dove il piacere di vivere scorre lento, immerso tra la magia del fiume ed i prodotti del territorio.