Io sono del parere che la fotografia è si un documento ma è anche più del documento, cioè è anche un prodotto della fantasia, dell’immaginazione, di tecniche nuove che si possono anche inventare ognuno per sé”. Questo pensiero di Paolo Monti (1908-1982) riassume la sua passione e la voglia di sperimentare per creare immagini mai banali. Immagini che lasceranno un segno indelebile nella storia della fotografia del Novecento.

P. Monti, Roberto Crippa

La mostra, ospitata fino al 12 marzo 2017 nelle Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco di Milano, intende ricostruire e valorizzare questo grande artista, in particolare la sua produzione improntata sull’architettura e sul design. La rassegna “Paolo Monti. Fotografie 1935-1982”, a cura di Pierangelo Cavanna e Silvia Paoli, presenta 200 fotografie oltre a riviste, libri documenti inediti e filmati poco noti. “Ho iniziato a fare il fotografo tardi a 43 anni, lavorando per i pittori perché mi annoiavo dietro la scrivania” dichiara l’autore nell’interessante intervista rilasciata a Carla Cerati nel 1981 e trasmessa nel video in mostra. In effetti Monti abbandona la carriera di dirigente amministrativo dell’azienda Montecatini per dedicarsi completamente alla fotografia.

P. Monti, Ghetto Nuovo

Gli anni trascorsi a Venezia sin dagli anni Venti segnano una svolta per gli incontri con alcuni fotografi con i quali fonderà il Circolo fotografico “La Gondola”. Contribuirà quindi, nell’Italia del dopoguerra, a rinnovare la fotografia con un linguaggio più internazionale rappresentato, solo per citarne alcuni, da Daniel Masclet o Brassaï.

P. Monti, Le astrazioni involontarie

Sarà Milano, dove si trasferisce nel 1953, a consacrarlo come uno degli autori più affermati ed importanti. Ottiene, infatti, incarichi per le Triennali da studi di architettura prestigiosi quali quelli di Gio Ponti, Albini e Scarpa, per i musei del Castello Sforzesco e per la Storia della Letteratura Italiana della Garzanti. Alla fine degli anni Sessanta si occupa della campagna di rilevamento del centro storico di Bologna e di altri beni storici dell’Appennino emiliano e romagnolo.

P. Monti, Procida

Come testimoniano la serie dei suoi ritratti la sua attività gli ha permesso di conoscere artisti del calibro di Crippa, Fontana, Capogrossi e Pomodoro. Le opere esposte provengono dall’Archivio di Paolo Monti composto da circa 240 mila reperti catalogati che danno un valore aggiunto al ruolo culturale di straordinaria caratura dell’autore.

Francesca Bellola

PAOLO MONTI. Fotografie 1935-1982

16 dicembre 2016 – 12 marzo 2017

Sale dell’Antico Ospedale Spagnolo – Castello Sforzesco – Milano

Ingresso libero

Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 17.30. Chiuso il lunedì

Tel. +39 02 884.63660 – 62376

www.milanocastello.it

www.comune.milano.it/museiemostre

c.craaifotografico@comune.milano.it

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Francesca Bellola
Vive a Milano. Giornalista e direttore del portale OkArte.it, scrive per varie testate tra le quali: Il Giorno (quotidiano), Alpi Fashion Magazine, Ok Arte di cui ha diretto per sette anni il freepress cartaceo. E' curatore di mostre d'arte in sedi Istituzionali, private e gallerie in Italia. E' Art-Promoter di artisti affermati ed emergenti, organizzatrice ed ideatrice di eventi culturali. L'esperienza, acquisita nel corso degli anni per l'arte in tutte le sue forme, l'ha portata a coltivare ottime relazioni esterne con il suo staff. Adora i felini nella fattispecie i gatti perché hanno delle caratteristiche simili al suo carattere. Infatti è istintiva, indipendente, tenace e non ama le persone opportuniste e calcolatrici. Nel tempo libero gioca a tennis, nuota e fa shopping.

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