Ritmi frenetici, smog, caos: quante volte si pensa alle vacanze ma spesso queste sono standardizzate ai soliti canoni che impongono villaggi turistici, mare, grandi città, luoghi esclusivi di montagna, locali famosi. Spesso si perde di vista quello che è il vero scopo delle vacanze: il riposo e la rigenerazione, soprattutto della mente.
Sono poche le persone che scelgono come meta i luoghi poco frequentati, i paesini con le loro tradizioni da scoprire o la natura incontaminata che offre spettacoli capaci di emozionare come nessuna città e nessun evento potrebbe mai fare. Angoli del mondo in cui ritrovare noi stessi e spazi sconfinati dove si aprono infiniti spettacoli che sono parte di noi; silenzi che parlano, che ci raccontano la nostra Terra e le nostre origini.
Così e l’Islanda, una terra dove la natura è ancora protagonista incontrastata e si manifesta in tutte le sue più spettacolari forme.
E’ proprio qui che Jules Verne inizia la sua avventura con il viaggio immaginario al centro della Terra, da un cratere del vulcano Snaeffels.
“Nel cratere Yökull del vulcano Snæffels che l’ombra dello Scartaris tocca alle calende di luglio, scendi, coraggioso viaggiatore, e raggiungerai il centro della Terra”.
Chi, leggendo queste righe, non ha desiderato visitare quei luoghi, con gli spettacolari ghiacciai, le distese di lava che creano paesaggi lunari, le montagne che giungono ai mari incontaminati e ancora popolati da balene, orche e delfini, i potenti e puntuali geyser, le acque calde tra i ghiacci, i caratteristici villaggi dei pescatori, le meravigliose cascate come quella di Godafoss, detta “cascata degli dei” o quella di Dettifos, alta 44 metri, con i suoi straordinari arcobaleni che ne incoronano l’incredibile bellezza.
La natura selvaggia e dignitosamente incontaminata; il tutto nel nulla.
Luogo in cui il Sole si manifesta in uno dei suoi più incredibili spettacoli: le aurore boreali; energia solare che libera colori, manifestazione di energia che la Terra restituisce in un continuo scambio con tutto ciò che la circonda e la popola.
Daniela Marras