Non me l’aspettavo così fiabesca Lisbona. Non mi aspettavo molto ad essere sincera, ma è proprio per questo che non smetterò mai di viaggiare: la capacità che hanno alcuni posti di stupirti, di capovolgere ogni tua credenza. Io e la mia amica alloggiavamo al Lisbon Style Hotel, semplice ma con un’ottima posizione e pulizia. Siamo state ad agosto – lo so, sono in ritardo nel scriverlo – e devo dire che è stato un sollievo abbandonare il caldo torrido di Venezia per trovare il vento fresco oceanico di Lisbona. Portatevi una giacca e dei jeans anche se andate d’estate, altrimenti avrete freddo. L’escursione termica tra giorno e notte è abbastanza ampia, quindi ricordatevi fazzoletti e vitamina C per chi è debole di salute.

Passiamo ora alle cose interessanti. Appena scendete dall’aereo e entrate in metro – se così vorrete raggiungere l’hotel – fatevi la carta Viva viagem, una specie di Oyster inglese. La pagate 50cent e la potete ricaricare quanto volete. A noi per cinque giorni sono bastati 5€, poiché in realtà la città è proprio da scoprire a piedi. Questa carta inoltre vi avvantaggia con sconti o entrate gratuite in alcuni monumenti della città. Come sempre credevo che cinque giorni potessero bastare, invece abbiamo faticato a vedere le cose principali e, a mio rammarico, l’ho dovuta lasciare senza averla visitata al millimetro. Ammetto però, che per me è sempre così: vorrei poter scoprire e vivere ogni città fino allo sfinimento, poi cerco di ricordarmi che molte volte neanche chi ci abita può farlo e allora provo a tornare a casa senza tanti rimpianti.

Quando viaggio cerco sempre di prendere l’aereo all’alba, così quando arrivo a destinazione ho l’intera giornata per iniziare già a scoprire la città. Il primo giorno essendo arrivate prestissimo abbiamo deciso di fare un giro di perlustrazione di Lisbona. Appena si arriva in città, si è abbagliati dagli azulejos – le famose piastrelle di ceramica che ricoprono la maggior parte degli edifici. I colori, le parole e le frasi che formano non ti permettono di distogliere lo sguardo neanche per qualche secondo. Lisbona in alcuni angoli assomiglia alle città del Sudamerica, pensandoci ricorda anche Cuba, che ho visto e quasi vissuto grazie ai ricordi dei miei genitori, poi giri un altro angolo ed ecco che sembra la nostra Italia centro-meridionale: allegra, spensierata e caotica.

Il nostro tour è iniziato dal quartiere Alfama, visitando il Castello di Sao Jorge. Non spaventatevi dalle lunghe file di attesa, passano veloci, e poi i tesori e la vista che vi attendono ne valgono la pena. Attorno alle mura del castello troverete degli artisti ambulanti che realizzano quadretti. Io ovviamente avevo già compiuto il primo acquisto, per poter aggiungere alla collezione anche questo viaggio. Sempre tutto a piedi ci siamo spostate verso la Cattedrale Sé, la cattedrale di Sant’Antonio, che è diventato patrono di Padova, ma in realtà lo era di Lisbona. Prima di arrivarci però ci siamo fermate a mangiare qualcosa in un posticino chiamato Fabrica Lisboa. Sembra carino, è particolare, ma la qualità del cibo è pessima, quindi evitatelo!

Cattedrale Sé

Spostandoci sempre più in basso – scoprirete che Lisbona è peggio di San Francisco, salite e discese continue – abbiamo incontrato la Fabrica das Enguias del 1942, un negozio pieno di scatolette di latta con anguille. Passando così per l’Arco de Augusta, sul quale è addirittura possibile salire per godersi la vista, abbiamo raggiunto l’immensa Praca do Comercio – la Piazza del Commercio – che si affaccia sul mare. Abbiamo deciso di prendercela con comodo e goderci la brezza, ci siamo quindi sedute sugli scalini che vengono toccati dall’acqua e ci siamo rilassate godendoci la vista del Ponte del 25 Aprile.

Infine, prima di ritornare in hotel siamo passate per l’Elevador de Santa Justa, un ascensore che vi permettere di ammirare tutta la città e il Convento do Carmo, nel quartiere Rossio, simbolo della città, distrutto dopo il terremoto, è caratteristico perché è in parte ancora in piedi ma senza il tetto. Stremate torniamo in hotel, il primo giorno ormai se ne era già andato.

Marina Greggio

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Marina Greggio
Innamorata delle lingue e colleziono instancabilmente viaggi. Nel tempo libero scrivo, leggo, corro e mangio. Milano e Londra sono le mie due case, i due posti in cui il mio cuore si divide.

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