Da che mondo è mondo l’uomo si è confrontato con strumenti d’ogni tipo, dal carboncino ottenuto dal legnetto bruciato, ai pigmenti, prima naturali e in tempi recenti artificiali, pietre e sassi per incidere una superficie, per obbedire all’esigenza di comunicare ma anche esprimere le proprie emozioni
I più fortunati sono riusciti a farne un sistema di vita, qualcuno un mezzo per vivere, altri semplicemente un passatempo.
Il bisogno di esprimersi, di lasciare un segno del proprio passaggio su questa terra, è nato con il primo uomo. Purtroppo questo bisogno primario si esprime anche con atrocità come le guerre che sono state e sono uno strumento scellerato. Per nostra fortuna in soccorso è venuta l’arte, questa parolina di 4 lettere, sul cui significato si è ancora ben lungi dal raggiungere un consenso e si continuano a riempire pagine su pagine.
“L’arte”, di cui qualche fortunato è dotato, e di cui qualcun altro possiede la sensibilità di di apprezzarne gli effetti, è lo strumento che ci permette di vivere e non solo di sopravvivere.
Artisti di ogni parte del mondo fin dall’antichità, artisti per eccellenza, di cui l’Italia è stata incredibilmente culla, Giotto, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello per non dire di Donatello l’artista tra gli artisti da cui prese le mosse il Rinascimento, ci hanno lasciato testimonianze che sono diventate patrimonio dell’umanità.
Questi ultimi, e i loro contemporanei, raggiunsero vette così alte che gli artisti a loro successivi vissero una profonda crisi esistenziale e sentendosi inadeguati a confrontarsi con tanto splendore iniziarono di nuovo umilmente il loro cammino dipingendo o scolpendo “alla maniera di”.
Di qui il manierismo, perché davvero non si sentivano in grado di esprimere qualcosa che potesse se non superare i loro predecessori stare almeno loro alla pari. Non so se questo senso di impotenza sia stato presente anche nelle altre arti come la musica la poesia o la letteratura. Forse nemmeno Dante, spartiacque tra due ere diverse, causò un simile senso di impotenza.
Certo è che forse a partire dal manierismo gli artisti cercarono vie diverse di espressione, e via via, impercettibilmente ma costantemente furono erosi i parametri di riferimento dell’arte classica, per secoli riferimento unico e indiscutibile, le cui proporzioni armoniose resero di “serie B” l’eccelsa architettura e l’arte iconica etrusca perché non rispondente a questi canoni che risuonavano nel nostro profondo.
Di qui si aprirebbe la corrispondenza con l’armonia del numero, ma non é questa la sede per un simile enciclopedico tema.
I canoni classici furono indiscutibili in occidente fino alla fine dell’Ottocento ed è Donatello che anticipò Giacometti.
Poi qualcosa si ruppe.
L’ artista scelse la specializzazione a discapito della poliedricità, anche e soprattutto per l’avanzare della scienza, e complice la consapevolezza dell’ego con i primi vagiti della psicanalisi che si sovrappose all’etica, iniziò a mediare la realtà pensando così di farsi interprete del soggetto da rappresentare. Qualunque esso fosse, il cammino iniziato “alla maniera di “ , gravido di umiltà , la dote più bella insieme alla curiosità, esplose con l’ impressionismo, dettando nuovi canoni. Si impose intanto il mercato che dal campo delle merci industriali invase il mondo dell’arte che si scoprì poter parlare ad un pubblico e non ad un singolo committente e come tale era alla ricerca di segnali di riconoscimento. Il mondo sconvolto nei suoi valori di base dall’apocalisse della guerra 14/18 si riconobbe nel Dada che per contrastare la mentalità guerrafondaia, scardinò ogni regola mediandosi comunque poi nel surrealismo. .
In seguito tutto ciò che riprendeva la realtà venne bollato come decorazione, vissuto come qualcosa che precludeva a qualsiasi velleità artistica.
Negli anni settanta il marketing – latu sensu- entrò a gamba tesa nel mondo dell’arte, e l’ecletticitá carattere distintivo di ogni vero artista, fu vista come dilettantismo… con buona pace di Leonardo.“Ai posteri l’ardua sentenza”
Tiziana Leopizzi
Fonte immagini: https://arthive.com/it/artists/10862~Donato_di_Niccol_di_Betto_Bardi_Donatello/works/608754~Maria_Maddalena_penitente
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