Halloween è alle porte e il ritorno come evento speciale, nella prossima settimana, del film horror Shining, di Stanley Kubrick, nella versione da 119 minuti insieme alla proiezione dell’inedito cortometraggio Work and Play, è attesissimo da tutti gli appassionati di cinema italiani, una riprova che l’attenzione sull’opera di Kubrick è stata sempre ai massimi livelli. Basti pensare che negli ultimi anni, tralasciando i pezzi nei quali si tenta, vanamente, di decifrare o interpretare il film, si sono moltiplicati articoli relativi agli attuali disturbi mentali della protagonista del film Shelley Duvall, nel ruolo della povera moglie di Jack Torrance, Wendy, altri sull’idea di trasformare l’Overlook Hotel, luogo in cui si svolge tutto il film di Kubrick, in un vero e proprio museo dell’horror; la fantasia poi oltrepassa l’immaginazione, quando i registi dell’horror The House on Pine Street, Aaron e Austin Keeling hanno ricostruito  interamente “in pan di zenzero” scene e personaggi del capolavoro horror di Stanley Kubrick come le gemelle terrorizzanti  (sotto) che invitano il piccolo Danny a giocare con loro.

Shining

Le gemelle di Kubrick in pan di zenzero, Comingsoon

Nell’ultimo mese, poi, è stato possibile trovare sul web nuove recensioni del film, note informative sul nuovo trailer italiano, insieme ad articoli sull’atteso cortometraggio che riprende il mantra scritto da Jack/Nicholson con la macchina da scrivere, al posto del suo romanzo, e, infine, da una serie di riflessioni, più o meno interessanti, che spostano il focus su questo magico ritorno in sala previsto per la festa di origine celtica.

Abbiamo scelto per voi una delle più interessanti, proposta da Daniela Catelli su Comingsoon, che suggerisce a tutti di fare un esperimento: «Chiudete gli occhi e provate ad ascoltare Utrenja di Krzysztof Penderecki o il quartetto d’archi di Bela Bartòk che accompagna le sequenze più inquietanti di questa inesorabile, solenne sinfonia dell’orrore  scrive Catelli –  è probabile che dopo un po’ vi accorgiate di avere la pelle d’oca. Perché quelle musiche sono ormai inscindibilmente collegate alle sequenze corrispondenti». Io stessa prima di scrivere un pezzo sul ritorno al cinema di Shining, e nel momento in cui ho rivisto il nuovo trailer italiano,  ho percepito quello straordinario e punteggiato senso di inquietudine fortemente voluto, effetto ricercato, dal regista. Prova a fare l’esperimento con il trailer qui sotto, anche semplicemente ascoltando l’audio e senza guardare le immagini! L’effetto è assicurato!

https://www.comingsoon.it/cinema/news/shining-il-nuovo-trailer-italiano-del-capolavoro-horror-di-stanley-kubrick/n71781/

Perché Kubrick era un genio assoluto che curava con la sua maniacale sensibilità artistica ogni aspetto della sua opera, a differenza di quanto accade tradizionalmente, le musiche scelte dal maestro «non erano un tappeto su cui appoggiare le immagini, o con cui enfatizzarle, ma una simbiosi assoluta tra i due elementi», come rileva Catelli. Un po’ come accade nell’opera di Mozart nella quale la musica non accompagna semplicemente il testo,  ma crea un significato nuovo e aggiuntivo del testo: un esempio è il Requiem.

Seconda osservazione: Daniela Catelli si chiede quale effetto farà oggi, guardare al cinema Shining, ai ragazzi cresciuti con gli horror a basso budget, dove si spargono “frattaglie senza colpi o ferire”; quale dis-turbo la visione di questo film – che rinchiude la nostra anima bambina in un labirinto assieme al Minotauro armato di accetta che ha preso l’aspetto di nostro padre – susciterà nei giovani spettatori?

La sola cosa certa è che andare a vedere, magari avere la fortuna di ri-vedere, questo film al cinema sarà un’emozione unica: «Quando il faccione di Jack Nicholson – aggiunge ancora Daniela Catelli – (all’epoca criticato insieme al regista) si affaccia con quel ghigno diabolico alla porta spaccata con l’accetta e riempie lo schermo si capisce immediatamente perché certe immagine diventino iconiche e certi attori trovino in un determinato film la performance della loro vita».

Shining

Il frame cult del film di Stanley Kubrick

Terzo e ultima osservazione: un unico dispiacere, «in questa splendida festa di morte, tra spettri e gran balli, distorsioni temporali, raffiche di insulti e aggressioni, conversazioni con camerieri fantasma, gemelle inquietanti fatte a pezzi che invitano il piccolo Danny a giocare con loro, tra il volto genuinamente atterrito di Shelley Duvall e l’impressionante naturalezza del bambino col suo Tony e il suo ossessivo “redrum”»: la mancanza di rispetto di chi avrebbe dovuto preservare l’eredità del maestro, cioè di suo cognato Jan Harlan il quale pare sia stato sempre molto geloso dell’affetto e della stima del maestro per i suoi tanti e preziosi collaboratori italiani.

La verità è che non appena Harlan è divenuto curatore dei film di Kubrick si sarebbe affrettato a togliere le varianti nella lingua italiana che il regista pretendeva in fase di doppiaggio. Sarebbero infatti spariti i fogli riempiti maniacalmente da Jack col il proverbio “il mattino ha l’oro in bocca”,  e, negli altri film, le scene rigirate semplicemente per un titolo di giornale o un biglietto; e ancora la canzone cantata in italiano nel finale di Full Metal Jacket.

Sono stati neutralizzati così proprio i frammenti del perfezionismo kubrickiano, ma insieme a quelli della nostra  storia, «che restano soltanto, per chi le ha conservate – osserva giustamente Catelli- nelle vecchie vhs».

Ma non vogliamo corrucciarci per questo e chiudiamo anche noi con le note festose di Midnight, The Stars and You che si possono ascoltare a conclusione del film «perché Jack è sempre stato lì, in un corto circuito tra passato, presente e futuro che è l’elemento più affascinante ed enigmatico di una storia che si ripete a loop. Al cinema e dentro di noi, ogni volta che torniamo a visitarla». Per Halloween sarà il caso di dire come death, and welcome.

Valeria Gennaro

www.comingsoon.it

Qual è la tua reazione?

emozionato
0
Felice
0
Amore
2
Non saprei
1
Divertente
1
Valeria Gennaro
Giornalista, insegnante, fashionista e cultrice della materia in storia del cinema con la passione per la moda, i bijoux e la social communication. Laureata magistrale in Teoria e filosofia della comunicazione e laureanda in Scienze filosofiche. Neuro Linguistic Programming Master Practitioner. Collabora con "La Gazzetta del Mezzogiorno", Cinematographe, Fashion Life, ed è caporedattore del giornale "Alpi Fashion Magazine" e del relativo supplemento sul lusso Luxury Style Mag

Ti potrebbe piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

More in:Cinema