La nostre emozioni più profonde sono la guida fondamentale della nostra vita. Così come la lucida razionalità. A volte ci sembra siano in aperto conflitto, e addirittura una può prendere il sopravvento sull’altra. Un genitore non esiterebbe minimamente a sacrificarsi per un figlio. Allo stesso modo, quando siamo terrorizzati, ci ritroviamo a scappare al sicuro senza rendercene conto. In questi casi, le nostre azioni sono puramente dominate dal sentimento, risultando talvolta illogiche. In effetti, un’emozione si traduce nell’urgenza di “muoversi” ed è quasi impossibile resistere a questi impulsi. Ma come siamo arrivati ad una struttura cerebrale in grado di emozionarsi e pensare?
Quando abbiamo sviluppato emozione e razionalità?
Il primo rudimentale cervello si sviluppa nell’era Mesozoica . È solamente in grado di regolare funzioni vitali come la respirazione e il metabolismo. Non è in grado di pensare o imparare, ma solo di rispondere agli stimoli con movimenti stereotipati. Da questa struttura si sono sviluppati i “centri emotivi”, in stretto collegamento con il sistema olfattivo. Questi sono responsabili degli impulsi primitivi, come quello della fame o di sopravvivenza. Nel corso di milioni di anni, si è poi evoluto il cervello “pensante”, cioè la neocorteccia. Questa ci conferisce caratteristiche tipicamente umane: il pensiero, l’ideazione di strategie e la pianificazione a lungo termine. Più la neocorteccia di un animale è sviluppata, più lo saranno i suoi pensieri e ragionamenti. È grazie a quest’ultimo salto di qualità che siamo in grado di creare arte, filosofia e religione. È merito della neocorteccia se possiamo innamorarci. Ma in che rapporto sono la razionalità e l’emozione?
La mente razionale e la mente emotiva
Nel nostro cervello coesistono, quindi, due “menti”. Una è impulsiva e potente, l’altra consapevole e riflessiva. Quello che molti di noi non si aspettano, però, è che queste non sono in perenne lotta. Nonostante ci siano dei momenti in cui l’emotività domina, principalmente collaborano con sofisticata armonia. Sono necessarie l’una all’altra. Pensiamo all’amore, per esempio. Considerando solo i centri emotivi, esiste solo l’impulso sessuale e di piacere. È solo con la neocorteccia e la ragione che possiamo concepire e provare il sentimento di amicizia e amore. Infatti, le femmine di animali privi di neocorteccia mangiano la propria prole, perché mancano del legame emotivo con loro. Allo stesso modo, la razionalità, da sola, ci è poco utile. É solo un elenco sterile di alternative possibili. Con i centri emotivi, invece, possiamo riconoscere la decisione giusta sfruttando memoria ed emozioni. Le nostre “due menti” sono ugualmente fondamentali, più riusciamo ad accogliere con serenità sentimenti e pensieri, più la nostra mente sarà in equilibrio.