Un intramontabile ricordo si rivive il 3 maggio, data che rievoca la morte di un’ artista che ha segnato  la storia, Iolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalida. Il 3 maggio del 1987 la cantante e attrice italo – francese Dalida venne trovata morta nel suo appartamento di Montmartre: aveva ingerito un fatale cocktail di barbiturici. Accanto al suo corpo lasciò solo un triste biglietto con scritto “Perdonatemi, la vita mi è insopportabile”. Dalida aveva già tentando il suicidio due volte, la sua fu una vita all’insegna della tragedia.

Dalida, da sempre definita come  una dea discesa dall’Olimpo, con la sua voce ha incantato il mondo intero, una voce calda e sensuale ed un eleganza inimitabile, una vera icona di stile. Ed per questo motivo che oggi incontriamo Maria Letizia Gorga, una delle voci straordinarie del panorama musicale e teatrale  italiano che da tempo dedica a Dalida “AVEC le temps, Dalida ”, uno spettacolo esclusivo scritto dall’attore regista Pino Ammendola, che la racconta in ogni attimo della sua esistenza, amori, successi e tragedie.

Salve Maria Letizia

Salve Gabriella,grazie per questa intervista.

Come nasce la volontà di interpretare Dalida, icona intramontabile della musica e non solo?

La vita di Dalida è affascinante da raccontare,ma lo è ancora di più la persona, il suo carisma, la sua caparbietà, il suo volersi raccontare incarnando ogni epoca che ha attraversato con versatilità ed intuizione, e con assoluta fedeltà a se stessa e ai suoi sogni. Il fatto che lei fosse un’attrice ha restituito alle canzoni una interpretazione originale e vibrante. Mi piaceva raccontare tutto questo “a ma manière”,parafrasando una sua celebre canzone. Ho chiesto a Pino Ammendola di condividere questo viaggio con me,insieme a tre magnifici musicisti:Stefano De Meo,Laura Pierazzuoli e Marco Colonna. Con loro stiamo viaggiando con lo spettacolo “Avec le temps,Dalida” dal 2003, in Italia e all’estero con grande risposta di critica e di pubblico. Ne siamo felici.

Un’ icona nella musica e nello stile, tanto dedicargli  una mostra con 110 abiti offerti dal fratello Orlando al museo della moda di Parigi, cosa ne pensa a riguardo?

In ben due occasioni Orlando ha ricordato la sorella con mostre splendide, la prima all’Hotel de Ville nel 2007 e l’ultima l’anno scorso al Palais Galliera. Entrambe meravigliose,con lunghe file di fans in attesa di continuare ad applaudirla anche come simbolo di stile e di eleganza. L’unico rammarico,pochi rappresentanti istituzionali italiani. La diva mediorientale nata al Cairo,vissuta a Parigi,ma di origine italiana è poco omaggiata dai media e dai rappresentanti culturali italiani.

Dalida un giorno disse “Io sono tutte le donne”, che cosa voleva dire secondo Lei?

Je suis toutes les femmes. Essere tutte le donne che gli uomini avrebbero voluto amare e le donne essere,dico nello spettacolo. La capacità d’incarnare l’universo femminile nelle sue molteplici sfaccettature. Così era Dalida,anche se ciò non le bastò…aveva sempre fame d’amore. La cantante Dalida era sempre più famosa,più ricercata ed applaudita nel mondo, ma la donna Iolanda Cristina Gigliotti si sentiva sempre più sola. Forse è questo il prezzo che l’ artista ha dovuto pagare: consegnare la propria vita agli altri,in un dono continuo attraverso la musica. Dalida diceva:”Il pubblico è il mio sposo e le canzoni sono i miei figli,ed ogni volta che entro in scena,partorisco con dolore”. Ma è proprio quel rito che si compie tra lo spettatore e l’artista che rende unico l’incontro.

Quali sono gli elementi che La accomunano a questa grande artista?

La voglia di raccontare. Il tentativo di fare della canzone un modo di proseguire il filo dei ricordi, d’incarnare un grido d’amore e di vita.

La sua interpretazione è stata definita completa ed emozionante nel raccontare la vita dell’intramontabile Dalida, quali sono le sue considerazioni ?

Io cerco solo di accompagnare il pubblico nelle pieghe di un’anima la cui vita è già un racconto emozionante. La musica e le sue canzoni mi aiutano in questo viaggio che lo spettatore fa con noi.

Se dovesse descrivere Dalida con tre aggettivi ?

Unica, poliedrica e sensibile. Condizioni fondamentali per alimentare un grande talento.

Uno spettacolo che ha una lunga vita, un luogo dove desidera portare.

“Avec le temps,Dalida”?

Un mio sogno da sempre: l’istituto di cultura italiano a Parigi. Credo sia importante ricreare un ponte tra l’Italia e la Francia nel ricordo di questa artista che ci appartiene.

Un suo grande desiderio?

Avere sempre belle storie da raccontare,soprattutto di donne che hanno lasciato un segno nella storia. Da anni mi dedico a questo con i miei spettacoli – concerto. Per esempio quello sulla cantante argentina Mercedes Sosa dal titolo “Todo cambia”,appena riproposto ai Concerti del Quirinale e da cui abbiamo realizzato un disco con Stefano De Meo e Pino Iodice. Oppure quello sulle donne e il ’68, dal titolo “50 anni e sono ancora MIA”, replicato l’8 marzo all’auditorium Parco della Musica di Roma in occasione dell”8 marzo. Entrambi portano la firma come autore e regista di Pino Ammendola.

Ora però parteciperò insieme ad un gruppo di fantastici artisti ad un progetto molto affascinante,”Musicanti”, con le canzoni di Pino Daniele che disegneranno una bellissima storia. Da dicembre in Italia e all’estero.

Grazie per questo piacevole incontro

Grazie a Lei e alla vostra redazione.

Gabriella Chiarappa

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Gabriella Chiarappa
Salve sono una manager esperta in comunicazione, che punta sull’innovazione e la ricerca, il mio settore è legato alla sfera moda anche se la mia cultura e il mio spirito di osservazione mi portano ad avere sfaccettature che sinergicamente si avvicinano all’arte, alla musica e a tutto ciò che svela la nuova tendenza. Adoro il mondo del Fashion che coltiva la cultura e le tradizioni: incantata dalla genialità di un Alexander McQueen e dall’eleganza innovativa di un Jean Paul Gaultier. Sono una sognatrice autentica che crede che le passioni sono l’alimento per concretizzare i sogni, amo viaggiare,visitare musei, conoscere e documentarmi sempre….

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