Un brand che nasce dalla fusione reale tra tradizione e stile intramontabile: tutte le creazioni vengono realizzate artigianalmente fondendo una manodopera perfetta con uno stile unico garantendone la particolarità.

Le lavorazioni dei cappelli Stybel, sono rigorosamente Made in Italy, affidate alla capacità di una manodopera altamente qualificata e personalizzata: la definizione dei modelli, la selezione delle materie prime e la ricerca stilistica rendono ogni creazione unica ed inimitabile. Oggi per i nostri lettori incontriamo la designer Stefania, reduce dalla partecipazione all’ INTERNATIONAL HAT EXHIBITION di Londra.

D Stefania, com’è nata la tua passione per i cappelli? 

R Posso dire da sempre. Li ho sempre indossati con disinvoltura sin da piccolissima e ho continuato anche quando non erano di moda. Un giorno ho sentito il desiderio di realizzarli con le mie mani ed è esploso il bisogno travolgente di divulgare questa mia passione.

D Quando hai deciso di intraprendere questa attività?

R Ho iniziato per gioco, un gioco che mi ha completamente cambiato la vita. Quando ho riscontrato consensi e ammirazione dal pubblico, ho capito che era la mia strada e ho avuto la consapevolezza che la mia passione e il mio sogno potevano trasformarsi in un lavoro.

D La ricerca e la selezione dei materiali è importante quanto per garantire la qualità di un pezzo unico e pregiato?

R Sono fattori fondamentali. La realizzazione di un prodotto artigianale comporta un lavoro lungo e minuzioso, con particolare cura alle rifiniture e ai dettagli. Per valorizzare tale lavoro occorrono materiali di qualità cha danno valore e pregio al manufatto. Inoltre, oggi ci sono materiali alternativi di ultima generazione che danno la possibilità di realizzare creazioni innovative pur mantenendo uno stile unico.

D Stybel il tuo brand è sinonimo di eleganza, creatività e produzione made in Italy. Concretamente, quali sono i passaggi che portano alla realizzazione di una tua creazione?

R L’istinto creativo è il primo passo, che non è presente tutti i giorni. Quando lo sento disegno una bozza e poi passo a cercare un colore o un materiale che meglio possa valorizzarne la forma. A volte accade l’incontrario, vengo colpita da un particolare che osservo intorno a me e da li parte l’ispirazione. Quando ho la materia prima tra le mani, loro vanno da sole, cominciano a manipolare e modellare la forma in modo impulsivo, ma consapevole. Poi passo alle rifiniture, che ritengo siano la parte più delicata e importante del processo di lavorazione perché un capo di haute couture si riconosce dal rovescio. Infine si procede con i dettagli che sono l’espressione massima della creatività, applicando piume, fiori in seta, Swarovsky, pizzi ecc..

D Quanto ti influenza nel creare la richiesta del mercato?

R Poco, perché significherebbe competere con le grandi produzioni e le spietate leggi di mercato. Sono una piccola realtà che si vuol proporre ad una clientela di nicchia che apprezzi la qualità e l’unicità. Questo non vuol dire che procedo con le bende sugli occhi. Studio e ricerco, mi documento e seguo le proposte dei grandi brand per attenermi alle tendenze così da prenderne spunto per proporre un prodotto che in qualche modo sia attinente alla richiesta di mercato.

D Il cappello definisce la personalità di una donna, a quale tipologia di donna ti ispiri?

R Sono ispirata da due figure femminili. La prima è Audrey Hepburn, icona dell’eleganza per eccellenza degli 50/60. Le mie creazioni riflettono lo stile raffinato e chic di quell’epoca, ma tradotto in chiave contemporanea. Negli ultimi decenni si è perso il buon gusto, la vita frenetica ci ha indotto a dimenticare quanto sia importante il “particolare” che ci rende uniche, omologandoci agli standard. Le mie creazioni sono rivolte alla donna di oggi, intraprendente, determinata, desiderosa di emergere, alla donna che ha dimenticato quanto sia importante il “particolare” per  porsi con stile e personalità. L’accessorio, in particolare il cappello, parla di chi lo indossa ed io desidero riportale in vita il desiderio di indossarlo per dare alla donna moderna l’emozione di distinguersi con raffinata personalità.

D Quali canali di comunicazione ti hanno supportato nel promuoverti e con quali risultati?

R Ovviamente i social! Postando su FB e Instagram le foto dei miei articoli e dei momenti salienti del percorso di crescita che ho intrapreso, con soddisfazione, ho riscontrato grande ammirazione e interesse. Inoltre, partecipando ad eventi di vario genere con conseguente recensioni della stampa on-line, aumentando le mie referenze e la visibilità sul web. Quest’anno sono stata supportata dalla fashion manager Gabriella Chiarappa, che, grazie alla sua agenzia nata per promuovere  i brand di moda “Le Salon de la Mode”, mi ha dato l’opportunità di essere presente a Roma in eventi di gran rilievo, con la presenza di personaggi dello spettacolo e grandi firme.

D In poco tempo e con determinazione stai raggiungendo grandi obiettivi cosa puoi dirci a riguardo?

R  Credo fortemente che “volere è potere”. Amo quello che faccio, ho scoperto un lato inconscio che mi ha cambiato la vita arricchendola di emozioni. Il treno è passato, io l’ho preso e ora non scendo. Dove mi porterà? Non lo so ancora, forse da nessuna parte, ma sono certa che sarà un viaggio fantastico che vale la pena di affrontare.

D Come vedi le prospettive di un mercato internazionale per il tuo brand?

R Materialmente le vedo lontane, ma devo confessarti che ci sto pensando. Il Made in Italy è molto apprezzato e pagato all’estero, il problema è arrivarci. È un obbiettivo arduo per una piccola artigiana, necessita di molteplici supporti, ma nulla è impossibile, se si è seguite da Gabriella!

D Reduce dall’importante partecipazione alla mostra dell’International Hat Exhibition di Londra, quanti erano i partecipanti e cosa puoi dirci di questa esperienza?

  1. R. C’erano cappelli provenienti da tutto il mondo e ho mi sono incontrata con modiste Inglesi arrivate dal Giappone e dall’America. E’ stata un’esperienza fantastica trovarsi tra tanti visitatori, appassionati e creativi, tutti indossavano il cappello, alcuni estrosi altri minimal, ma comunque con disinvoltura e ammirazione per gli altri. Un mondo meraviglioso dove mi sono sentita apprezzata e gratificata.

D  Anticipazioni e prossimi obiettivi?

R Per ora posso dire che a dicembre faremo a Roma un Seminario. Un Workshop su come indossare il cappello. Dopo Londra mi piacerebbe presentarmi a Milano, la mia città dì origine e patria dell’alta moda, ma dovrò lavorare molto. Per il futuro tantissime idee, molti progetti, tutto ancora da valutare e programmare, ci vorrebbero 100 mani e dieci teste.

D Un caro saluto Stefania e un grande in bocca al lupo.

R Grazie a Voi per la vostra attenzione. A presto

www.lesalondelamode.com

www.stybel.it

www.facebook.com/stybelcreazioni

belfiorestefania@gmail.com

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Redazione
Alpi Fashion Magazine è una testata giornalistica che tratta argomenti di moda,arte nuovi stili, eventi, talenti e mode contemporanee. Il suo obiettivo è quello di rendere il mondo della moda multimediale e accessibile. Testata giornalistica Autorizzazione Tribunale di Cagliari – Numero ruolo: 02/16 del 12/04/2016

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