un sacchetto di biglie

Uscirà al cinema il 18 gennaio Un sacchetto di biglie del regista Christian Duguay.

Quali sono le ragioni che spingono un regista a raccontare ancora il genocidio ebraico?

La politica della vita che si rovescia in politica di morte

Il totalitarismo e la modernità sono entrambi continui e discontinui,  scrive Michel Foucault, inassimilabili e indisgiungibili.

Perché non va sottovalutata la genesi moderna della biopolitica, della politica sulla vita, che sembra trovare le sue risposte proprio nel nazismo: il primo movimento che ha privato l’umanità del carattere di umanità.

Che ha piegato l’uomo direttamente sulla sua matrice animale, qui il bios è inteso in senso zoologico.

Non bisogna dimenticare che la bomba atomica è stata messa a punto per  fermare l’annichilismo nazionalsocialista.

E che, come ha osservato Roberto Esposito, la biopolitica del nazismo ha introdotto un elemento nuovo nella storia: la difesa e lo sviluppo della vita attraverso un allargamento progressivo del cerchio della morte.

Ma non succede anche oggi?

La guerra umanitaria annunciata dopo  l’11 settembre del 2001 dagli Stati Uniti, prima nei confronti dell’Afghanistan, poi dell’Iraq, ha costretto le popolazioni a ricevere insieme viveri e medicinali e  bombardamenti.

L’agire politico, ancora oggi, si pone in difesa della vita biologica. Questa volta la politica non si sente minacciata da un contagio di esseri inferiori ( e da germi invasori), ma da terroristi tout court.

La difesa passa paradossalmente attraverso interventi mortiferi…

Un frame di Un sacchetto di biglie, Movieforkids

Il remake dell’omonimo film del 1975

Un sacchetto di biglie è uno di quei film che fanno riflettere e che commuovono.

La pellicola sarà distribuita da Notorious Pictures. E’ l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo, un classico  di Joseph Joffo del 1973 sulla storia vera sull’Olocausto. Ma è anche il remake dell’omonimo film del 1975

Il regista canadese è particolarmente interessato al tema dello sterminio degli ebrei, e non è la prima volta che lavora con i più giovani.

Ha già diretto la miniserie televisiva Il giovane Hitler nominato agli Emmy Award e trasmesso dalla CBC nel maggio del 2003. Sette anni più  tardi la  miniserie televisiva in due parti su Papa Pio XII e l’occupazione di Roma dei nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Duguay ha anche diretto Belle & Sebastien – L’avventura continua del 2015.

La trama

Ha deciso di portare sul grande schermo una storia vera, quella di due fratellini ebrei Joseph e Maurice.

Le vicende si svolgono nella Francia occupata dai tedeschi. I due piccoli fuggono per tutto il Paese occupato per poter raggiungere una zona libera.

Con astuzia, ingegno e armati di coraggio riescono a sfuggire alle barbarie naziste (all’eutanasia e ai gas dei campi di sterminio)  e poi a ricongiungersi con la famiglia.

Un aneddoto sulle riprese

Le riprese del film si sono svolte nel 2015 fra Nizza, Briga Marittima, Avignone e Marsiglia.

Un aneddoto rivela che nella città di Nizza, per qualche minuto, fu appesa sulla facciata della prefettura una bandiera nazista che provocò lo stupore di alcuni passanti, nonostante il fatto che il comune avesse avvisato in precedenza i cittadini dello svolgimento delle riprese tramite account Facebook.

Poi nel mese di novembre dello stesso anno la troupe si è spostata verso Praga e Karlovy Vary.

Il poster ufficiale del film, Cineblog

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Valeria Gennaro
Giornalista, insegnante, fashionista e cultrice della materia in storia del cinema con la passione per la moda, i bijoux e la social communication. Laureata magistrale in Teoria e filosofia della comunicazione e laureanda in Scienze filosofiche. Neuro Linguistic Programming Master Practitioner. Collabora a "La Gazzetta del Mezzogiorno", Cinematographe, CineCriticaWeb, Fashion Life, ed è caporedattore del giornale "Alpi Fashion Magazine" e del relativo supplemento sul lusso Luxury Style Mag.

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