Arriva anche in Italia il bestseller che ha realizzato in tutto il mondo più di 2 milioni e 500mila lettori. Lo Schiavo di Anand Dilvar è una storia di affrancamento e di riscossa interiore nella stridente lotta contro i fantasmi del passato, e contro gli impeti più viscerali.
Dilvar non è solo uno scrittore messicano il cui talento è paragonato al guizzo letterario del premio Nobel per la Letteratura Paulo Coelho. È anche uno dei principali promotori degli insegnamenti di Osho. Autore di 30 opere sullo sviluppo umano e direttore generale di El Camino Rojo Ediciones e del Vision Quest “A Gathering Place“.
Dedito alla coscienza spirituale e alla meditazione, i suoi racconti riflettono la difficile condizione umana, assoggettata oggi più che mai al servilismo delle passioni più insidiose e ai piaceri patinati che nascondono vizi pericolosi. Si rifugge nella mondanità e nei suoi divertimenti più sfrenati per celare il disagio di chi ha smarrito la propria identità. Così una società stordita e disorientata dal desiderio di possesso, non si riescono a riconoscere quali sono i veri affetti.
Il libro racconta di un uomo che, in seguito ad una serata brava in discoteca e ad un grave incidente stradale, finisce in ospedale in bilico tra la vita e la morte. Cosciente della propria condizione, attaccato ad una macchina che lo tiene in vita, egli invoca silenziosamente la fine delle sofferenze corporee.
Attraverso un lungo percorso, accompagnato da una voce interiore, scopre che le sue vere pene non appartengono alla carne ma all’anima. Inizia una estenuante lotta contro il tempo, tra il bene e il male, e in bilico fra il proprio lato oscuro governato dalle sue fragilità e la volontà di rinfrancarsi dalle acredini dei suoi fallimenti. Il finale è trepidante ed imprevisto.
La narrazione riflette la situazione di indolenza e di inerzia dell’epoca contemporanea, in un periodo di profonda crisi culturale accompagnata da un sovraccarico di stimoli sensoriali che anestetizzano la capacità di discernimento tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Scegliere s stessi e accettare i propri limiti. Non per essere accettati dagli altri, ma per conservare la propria integrità. Questa è la “morale”.
Marianna Gianna Ferrenti