In Italia ci sono meno obesi. Un dato confortante suggerito dal rapporto 2016  redatto da”Okkio alla Salute”, il Sistema di Sorveglianza istituito con la supervisione del Centro di Controllo per la Prevenzione delle malattie del Ministero della Salute, e diffuso qualche giorno fa.

Un calo del 13%,  su un campione di 48.946 bambini tra gli otto e i nove anni, che farebbe pensare ad un miglioramento della routine alimentare rispetto a una decina di anni fa, quando invece il picco dell’obesità raggiungeva livelli altissimi. Un problema che però, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, continua a persistere in una Italia che occupa ancora oggi una posizione molto bassa rispetto agli altri paesi europei.

 

Nella maggior parte dei casi l’obesità ha origine non tanto nelle disfunzioni ormonali, che pur possono esistere, quanto in una dieta poco equilibrata. Ci sono che il bambino, influenzato dal contesto familiare, difficilmente riesce a liberarsi, come l’assimilazione di bevande gassate o zuccherate, di cibi grassi o particolarmente salati. Oltre naturalmente ad una cattiva colazione, per esempio con brioches e cornetti di cui l’utilizzo negli ultimi anni è sempre più frequente aumentando il rischio di sovrappeso.

Eppure il problema viene negato dal 40% delle madri che ritengono che i loro figli non siano affetti da questa patologia. A ciò si aggiunge la mancata attività fisica che non consente di smaltire i grassi e le calorie in eccesso. Sempre secondo questa indagine soltanto 1 bambino su quattro si reca a scuola a piedi o in bicicletta, preferendo anche durante la giornata una vita sedentaria davanti al monitor di un computer, della playstation o della televisione, riducendo al minimo la merenda con frutta e verdura. Questi sono dati che allarmano se si tiene conto che tra le principali cause dell’insorgenza di malattie croniche vi è proprio l’eccesso di peso e la mancanza di uno stile di vita sano e calibrato.

Marianna Gianna Ferrenti

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Marianna Gianna Ferrenti
Sono una giornalista pubblicista lucana. Dopo alcune esperienze sul territorio, ho allargato gli orizzonti, affacciandomi nel 2012 al mondo del social journalism. Laureata magistrale in Scienze filosofiche e della comunicazione, dopo un corso di Alta Formazione in Graphic Design ed Editoria digitale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ho arricchito il mio background con competenze tecniche nell'ambito della scrittura digitale

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