Continuo ad occuparmi del binomio inscindibile moda-arte, perché il confine fra i due termini, anche quando si parla di stile pour homme, è uno dei territori più interessanti dell’estetica contemporanea. «O si è un’opera d’arte o la si indossa», scriveva il dandy Oscar Wilde. E se dessimo per scontato, con un po’ di sana presunzione alla Wilde, di essere già , presi nella nostra unicità , un’opera d’arte, potremmo persino smentire la disgiunzione presente nell’aforisma indossando un pezzo da collezione, un’autentica opera d’arte.
Cresce infatti il numero degli stilisti che percorrono questo campo: oltre a Miuccia Prada, ci sono Raf Simons nella sua collezione e in quella di Calvin Klein, Virgil Abloh per Off-White, Kim Jones da Louis Vuitton; ma il tentativo più riuscito di questo inverno è senza dubbio quello del fashion designer belga Kris Van Assche che per Dior Homme è riuscito a trasformare, influenzato dalla street art e dai mosh pits, gli abiti, le scarpe e gli accessori della collezione Dior Homme inverno 2017-2018,  in “painting da indossare”,  offrendo un nuovo campo d’espressione alle opere iperrealiste dei Mosh Pits dell’artista americano della street art Dan Witz che, come si vede sotto, rappresentano folle accalcate che ballano violentemente ed energicamente nelle prime file ai concerti rock che plasmano la magia della sua arte.
Caravaggio nel XVI° secolo dipingeva personaggi immersi nell’ombra, rischiarati sempre da una sorta di luce ultraterrena o dagli scarsi mezzi di illuminazione a disposizione all’epoca, come candele o lampade ad olio, a partire dalle quali creava quegli effetti di chiaro-scuro che lo hanno reso immortale. Nel XXI° secolo Witz fa invece un freddo e fedele resoconto della società  contemporanea. La volontà dell’artista è infatti di rappresentarla minuziosamente, con la tecnica pittorica dei colori ad olio che dona ai dipinti un realismo estremo, facendoli apparire come realizzati con l’ausilio di un computer.
E invece niente di tutto ciò, solo una matita per tratteggiare i contorni e i suoi amati pennelli, per rappresentare ogni volta pezzi di quotidianità : che si tratti del ritratto di un adolescente o di un black block con indosso una maschera antigas, dell’immagine di una strada illuminata da un lampione, o di gruppi di giovani alternativi che ballano (o pogano) in discoteca.
L’artista canadese è noto infatti per la sua serie di dipinti ad olio di Mosh Pit , simili a quelli del pittore francese Guillaume Bresson; il suo lavoro di artista di strada prende ispirazione dalle scene di Poussin e Caravaggio che reinterpreta e permea con una cultura rock e hip-hop, dove l’anarchia delle sale da concerto si trasforma in scene di gioia con coreografie caotiche confinanti con l’orgiastico. Pertanto un’energia cruda ha ispirato lo spirito HarDior della collezione in cui i volti dei personaggi di Witz, spesso sfatti, nascosti ed espressivi, si estendono su costumi, giacche, pantaloni, cappotti, cappelli e accessori come gli zaini, sulle scarpe da ginnastica e persino sulle skateboard della collezione Dior Homme.
                                                                                                                                                                 Valeria Gennaro