Malarosa parla di vita, morte, passione e malinconia con uno sguardo “fotografico” sui torbidi segreti dell’animo umano. Un corto che scava nelle fondamenta delle nostre coscienze

“Malarosa”, lanciato alla fine del 2024, è il corto che nasce da una produzione indipendente interamente realizzata tra Cersosimo e Francavilla in Sinni (PZ). Primo lavoro narrativo di Vincenzo Greco in terra lucana, racconta del viaggio di un uomo con una misteriosa missione da compiere, attraverso scenari di una terra affascinante e inospitale.
Il regista, già insegnante di tecniche di modellazione 3D presso l’istituto IED di Torino, dal 2018 è direttore di Wokilab, un centro di produzione CGI e audiovisivi che sfrutta l’utilizzo di nuove tecnologie, immerso nel cuore del Parco del Pollino.
Malarosa
Nel 2024, grazie a un progetto visionario, Greco ha scritto con Rosalia Abitante, e ha quindi diretto e interpretato nei panni del protagonista, una storia che parla per simboli, metafore, echi potenti di scenari senza tempo. O dove il tempo — potremmo dire — si è arreso, più che fermato.
Nel cast figurano attori come Lara Chiellino, Mario Laurita, Agnese Abitante, Costanza Teresa, Olimpia Valerio. E ancora Luisa Corrado, Mariantonietta Grisolia, Bianca Greco, Giuseppina Palermo e Giovanna Calà. Vediamo ora, nel dettaglio, i passaggi più peculiari del film.

Malarosa: echi e simboli

Malarosa è la terra inospitale entro cui il protagonista si muove — un fotografo ambiguo e seduttore, che nasconde probabilmente ricordi e segreti. Tuttavia, questo è solo ciò che lascia pensare l’incipit. Infatti, dopo la morte del padrone di una casa vicina, una donna va a trovarlo per chiedergli di compiere una missione “particolare”.
Nel cortometraggio, volutamente in bianco e nero (e dove il chiaroscuro è anche nel contenuto), il viaggio del protagonista — inizialmente fiero e impettito — diventa una prova di sopravvivenza segnata da più tappe.
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Tre incontri, in particolare, rischiano di farlo desistere. Dapprima, s’imbatte in una donna gravata da un pesante carico che lo fissa e non si sposta per lasciarlo passare. Poi, trova un’anziana che recita un rosario davanti ad una statuetta della Madonna. Infine, un’altra donna che spacca la legna non cede al suo fascino.
Tre segnali sibillini che richiamano l’omicidio avvenuto in apertura, quando il padrone della casa di destinazione era stato colpito mentre tornava dal porcile dove aveva sfamato i suoi animali. E qualcuno gli aveva sottratto un monile a forma di rosa.

L’epilogo emblematico

A complicare le cose anche un improvviso temporale, ma il protagonista arriva alla meta illeso. In questa parte centrale del corto, focalizzata sui passi del fotografo, le musiche di Adolfo Cuccaro e Antonio Greco (suono di DADA Recording Studio) conferiscono all’atmosfera un’aura di scanzonata e rassegnata malinconia.
Al termine del viaggio, il fotografo riesce a compiere, infine, la sua missione. Veste in modo elegante il cadavere (ancora in buono stato) dell’uomo ucciso, gli apre gli occhi e, sistemandolo su una sedia come se fosse vivo e seduto, riesce a scattare una macabra foto con lui e i suoi familiari, tra cui la moglie che lo piangeva ad alta voce, come a chiudere un cerchio.
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Il segreto però, come scopriremo, è nell’occhio della donna alla sua sinistra, che si è appuntata la spilla a forma di rosa sul petto e nasconde la verità. Una fine che sembra racchiudere un’epifania, dove tutto è finito eppure tutto è ancora da raccontare — stavolta, forse, da un altro punto di vista.

I riconoscimenti

Fin da subito, Malarosa ha riscosso l’interesse della critica, ricevendo diversi riconoscimenti. Nel dicembre 2024 è stato selezionato al Moonlight Short Film Festival di Roma. Nel settembre scorso, invece, oltre a partecipare all’Official Selection del South Italy International Film Festival, ha mosso i primi passi in Europa, selezionato al Barcelona Indie Filmakers Festival.
Inoltre, il prossimo 20 settembre la produzione ritirerà a Roma il premio per la categoria Best Indie al Fil Rouge Film Festival 2025. Un traguardo segnato da grande soddisfazione per il regista e l’intera produzione.

La produzione

Oltre ad essere un centro di produzione per audiovisivi e percorsi immersivo in VR, Wokilab è una scuola di computer grafica con un’esperienza più che ventennale. In particolare propone anche progetti, concept e soluzioni digitali legate alla vendita di prodotti e servizi. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale: https://www.wokilab.it/.
Un esempio d’imprenditoria locale che ci mostra come le produzioni cinematografiche, anche a sud di Roma, possano essere di altissimo profilo. E “Malarosa” è una vera chicca da recuperare, per scoprire i tesori nascosti delle terre meridionali.
Photo credits: Vincenzo Greco – Wokilab

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Maria Cristina Folino
Laureata in Pubblicistica e Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Salerno, specializzata in programmazione e gestione d'interventi per gli archivi e le biblioteche digitali, dal 2008 collabora con stampa locale e giornali online. Già docente di scrittura creativa ed esperta di comunicazione digitale, lavora come giornalista, social media manager e copywriter. In precedenza ha vinto numerose competizioni artistico-letterarie a livello nazionale. Dopo la raccolta di poesie "Ali di Gabbiano" (Aletti Editore, Roma 2008) e due ebook con Edizioni Il Pavone, nel 2022 ha pubblicato "Tim Burton e il catalogo delle Meraviglie" con Edizioni Dialoghi. Su Instagram ha un account dedicato a libri e moda: seguila su @fashionreadersit

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