“Le bal des Folles”
Il designer Mario Dice mette in scena il Made in Italy nella sua massima espressione di artigianalità ed eccellenza
©gabrielevinciguerra
Milano, 21 Febbraio 2023 – Sexy, sofistiacata, up-to-date. Mario Dice si ispira al romanzo di Victoria Mas e focalizza il proprio interesse su uno dei metodi coercitivi usati dal potere maschile per reprimere qualsiasi velleitaria aspirazione all’indipendenza da parte delle donne. Una denuncia della condizione femminile di fine ‘800 in Francia e in tutta Europa.
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
Colore predominante della collezione il nero, come espressione dell’amarezza di tale condizione, che tuttavia lascia spiragli di luce nei colori del glicine e del bianco e consente agli spettatori di trarre respiro.
I brutali metodi coercitivi che vedono la loro espressione nell’uso delle camicie di forza vengono reinterpretati dal designer a esaltazione della silhouette femminile e la avvolgono con delicatezza con intrecci di pelle finissima e tessuti impreziositi da cristalli, quasi a diventarne fonte di forza e protezione.
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
La scelta del designer è quella di voler catapultare chi guarda in una atmosfera surreale, quasi a voler far rivivere al pubblico una sorta di coercizione a restare seduti come spettatori passivi ad aspettare; la stessa coercizione delle persone costrette a vivere intrappolate in una condizione difficile da capire, da condividere, e che spesso porta ancora oggi all’emarginazione a causa di repressioni e superficialità.
Le modelle si muovono all’interno di un giardino chiuso, come se fossero vulnerabili e indifese, costrette alla paura e all’incertezza di chi è forzatamente rinchiuso, non soltanto in un luogo fisico ma in un posto dell’anima e della mente dai quali e difficile scappare.
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
Tutto questo si ritrova nell’utilizzo, come “elemento primario” dell’intera collezione, della pelle che esprime la fragilità nella laseratura, la forza nell’intreccio e nel ricamo.
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
- ©gabrielevinciguerra
Si ringrazia per la collaborazione:
ANTONELLI RICAMIFICIO · 4 BARONE · CARBIPEL · GSM Crystal Emotion · ILARIA MATTIOLI · IMMAGINE PIU’ · LASER FASHION · MANIFATTURA di DOMODOSSOLA · MODIMEX · PIEGAVELOX · SICERP