Natale: la festa più bella dell’anno ma la peggior nemica per la forma fisica.
Dopo i tanti sacrifici per rimettersi in forma, prima dell’estate, chi più chi meno è riuscito a raggiungere i propri obiettivi, ecco però che si ripresentano le tentazioni delle feste.
Pranzi esagerati, cenoni, dolci; troppe le occasioni che mettono a dura prova la forza di volontà e riportano i chili di troppo e la pesantezza che si erano faticosamente eliminati.
Rinunciare a tutto questo o lasciarsi andare ai piaceri della gola?
Chi non ha pensato, rassicurandosi: “Ma si! Natale viene solo una volta l’anno, domani mangerò di meno!”
Il problema è che, soprattutto con il consumismo di oggi, il Natale è diventato un periodo lungo, ecco quindi che si inizia a mangiare il 24 dicembre e si continua fino al primo dell’anno.
Alla fine sembra che tutto sia andato bene, nessun chilo di troppo o comunque pochi.
Purtroppo i danni arrivano dopo e non solo per la forma fisica ma anche per la salute che è messa a dura prova dal cibo abbondante, pesante ed elaborato.
Ritornare ad un buon regime alimentare sarà difficile dopo giorni di cattive abitudini e la cosa peggiore è che se per ingrassare bastano pochi giorni, per dimagrire, soprattutto per dimagrire bene, occorreranno mesi.
Privarsi del piacere di gustare i cibi tipici delle feste non è la soluzione giusta ed esagerare lo è ancora meno.
Occorre, semplicemente, mangiare con intelligenza, senza rinunciare a niente ma limitandosi ad assaggiare un po’ di tutto. Una fettina di panettone darà la soddisfazione di avere provato quel gusto, proprio come chi ne mangia una fettona per poi arrivare ad una sensazione di pienezza sgradevole.
La tendenza ad ingrassare non dipende solo dalla qualità degli alimenti ma anche dalla quantità.
Un trucco può essere quello di utilizzare piatti piccoli; inevitabilmente la nostra mente avrà la sensazione di avere mangiato di più.
Quali sono i motivi che portano a esagerare nelle porzioni? Perché si mangia oltre il livello di sazietà?
Secondo una ricerca, condotta presso l’Università di Yale, il consumo compulsivo di cibo sarebbe associato ad una soddisfazione mentale che vive la nutrizione come un “premio”. Le ricerche sono state condotte su donne in vari stati di forma fisica e, in tutte, l’assunzione di uno stesso alimento, dolce, ha stimolato l’attivazione delle stesse aree cerebrali, le stesse, inoltre, che sono stimolate dal consumo di droga.
Consapevoli e con maggiore responsabilità, quindi, si può mangiare, in modo intelligente e senza privazioni perché la privazione non è la quantità ma la varietà.
Daniela Marras