Quello che in questi giorni arriva dalla Cina non è una qualche bella trovata pubblicitaria che che ci invita ad una nuova moda per solleticare dell’avvento di qualche nuovo stile pronto ad entrare nelle nostre vite. Tutto può sembrare la scenografia di una qualche sfilata di moda, ma il perché tante persone sono portate ad indossare una mascherina è sconvolgente per  quanto la causa potrebbe accentuare già gli enormi problemi di inquinamento dell’atmosfera, per quanto i numeri ci riportano  dati altissimi e altamente preoccupanti (356 microgrammi di pm, 2.5 per metro cubo nell’aria).

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Questa particolare sostanza ha la particolarità di entrare nei polmoni per via aerea e di installarsi nell’apparato respiratorio.

È il caso di dire che il problema potrebbe presto considerarsi un dramma, se nessun organo istituzionale e la comunità internazionale non pone alcun rimedio, questa volta senza alcun veto.

Tuttavia, sdrammatizzare è pressappoco un atteggiamento che va oltre la reale preoccupazione, anche perché l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) indica come “invivibili” le aree nelle quali la percentuali di queste polveri leggere supera il livello 20 di attestazione.

Inquinamento a parte, un messaggio “pubblicitario”,  il quale indichi qualcuno che indossa una mascherina potrebbe rappresentare una bella trovata per sensibilizzare la comunità internazionale affinché il nostro pianeta torni ad essere quel luogo ospitale e vivibile.

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Stefano Fiori
Stefano Fiori. Questo è il nome. Di solito non mi piace scrivere di me, la trovo pura esibizione di se stessi, ma è anche un modo per farmi conoscere ai lettori di ALPI FASHION MAGAZINE. Non mi reputo un ragazzo come tanti, e fin da piccolo ho coltivato l’idea che trascorrere del tempo con se stessi, con la propria individualità fosse un fatto affascinante, e da cui ne sto traendo qualche frutto. Scopri cose di te stesso, che probabilmente mai nessuno saprà mai. Impari che persino il silenzio ti entusiasma, ma non quanto il rumore, che insieme hanno la particolarità di avvolgere la sensibilità che ti sei creato nel tempo. I libri sono sempre stati il mio nutrimento, la mia più grande ispirazione. Mondi nel quale rifugiarsi e vivere quando non sopporti più l’idea di vivere in silenzi immensi. I libri sono colore, uno per ogni stato d’animo. Il sorriso la mia caratteristica. Non c’è una fotografia, un vecchio filmato nel quale io non sorrida. Sono sempre stato un bambino sereno, nel senso che la mia eleganza consisteva, fin da piccolo nel procedere a passi felpati, per paura di disturbare, persino a casa mia, quello che poi sarebbe diventato il più grande regno degli amori, più che di semplici affetti. Col tempo scrivere è diventato quel modo di colmare quei vuoti, nei quali dominava l’inconsistenza più assurda. Un modo per emozionarmi, e talvolta emozionare. Scrivere mi aiuta ad amplificare il dislivello tra l’essere e l’apparire. Ciò che mi definisce, almeno fino a questo punto è una sensibilità maturata col tempo, ed un amore per la bellezza, per l’arte, per i sorrisi. Mi piace pensare che queste tre cose siano collegate e possano in qualche modo rendere più autentiche in quanto più consapevoli le persone, che muovono il mondo e gli danno dinamicità e pregio, gli danno vita. www.newstilepublications.com

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