Non servono presentazioni. La storia che consacra Alejandro González Iñárritu tra i grandi del panorama cinematografico contemporaneo è ben nota: il regista messicano vincitore di cinque premi Oscar si spinge con genialità sempre oltre i limiti concettuali e visivi per scavare nella condizione umana. Amores perros, 21 grammi, Babel, Birdman e Revenant – Redivivo sono infatti pellicole complesse, metaforiche e non, graffianti. Iñárritu è tornato a girare nella sua patria il suo ultimo film: Bardo – La cronaca falsa di alcune verità, disponibile su Netflix dal 16 dicembre 2022. Realtà e immaginazione si mescolano nel lungometraggio di marcata ispirazione felliniana, e nato con un intento autobiografico alla Sorrentino, che ci immerge nel viaggio onirico e introspettivo del protagonista mostrato in piena crisi esistenziale.

Bardo – La cronaca falsa di alcune verità: una vita e la sua cronaca di incertezze

Bardo: False Chronicle of a Handful of Truths (2022). Daniel GimÈnez Cacho as Silverio. Cr. SeoJu Park/Netflix © 2022

Sequenze apparentemente nonsense che si compenetrano, una continua invasione della purezza della scena da parte dei personaggi, un effetto di ripresa dal basso verso l’alto in stile Kubrick, un’ assoluta predilezione di incredibili campi medi: una tecnica confezionata dal cuore tout court: “Questo film, a differenza di tutti i miei altri, è stato fatto non con la testa ma con tutto il mio cuore“, è la chiosa del regista alla Mostra del Cinema di Venezia. Come il cuore, Bardo – La cronaca falsa di alcune verità non dice ma si fa sentire, mostra gli atri più intimi e inspiegabili e inconfessabili del protagonista. Il Messico ,o la vita stessa, non è che uno stato mentale sempre al centro della visione. Il paesaggio esistenziale dello stimato giornalista e documentarista messicano Silverio Gama (Daniel Giménez Cacho) è rappresentato in prospettiva centrale. Attraverso un’immagine perfetta Alejandro González Iñárritu riesce sempre a catturare l’attenzione sin dalle prime due scene d’apertura a cui assistiamo sin da subito al punto di vista del protagonista che corre attraverso il deserto, poi a un certo punto salta in aria (vola) inseguendo la sua ombra mentre questa passa sotto di lui; nella seconda, ad esempio, vediamo sua moglie che ha avuto un bambino, ma il bambino (che ha già visto un mondo che non approva) chiede di essere rimesso nel grembo materno. Ne seguono altre; e ogni scena è visivamente accattivante, esprime una sorta di idea surreale o intima per poi iniziare a fondersi nella narrazione. Silverio Gama è un uomo di mezza età, nel film lo conosciamo attraverso i suoi ricordi e le sue ansie allucinatorie sulla carriera, sul paese natio e sulla famiglia. Vive ormai negli Stati Uniti da decenni, e adesso riceve un prestigioso premio giornalistico, che di solito viene consegnato agli americani. In questo momento di trionfo in cui sembra soffrire della sindrome dell’impostore, l’uomo si sente obbligato a tornare in Messico ma è anche ignaro del fatto che questo semplice viaggio di ritorno alle origini lo spingerà verso i propri limiti esistenziali.

Un’opera psichedelica da vedere assolutamente su Netflix

Bardo: False Chronicle of a Handful of Truths (2022). Daniel Giménez Cacho as Silverio and Francisco Rubio as Luis Valdivia. Cr. Limbo Films, S. De R.L. de C.V. Courtesy of Netflix

Il protagonista si pone domande universali, ma intime, riguardo la storia politica del Messico e dei suoi migranti (con la sua disuguaglianza e il suo dolore), sull’identità e sul successo, sulla mortalità e i legami familiari ma soprattutto sul giornalismo e sul modo di raccontare la vita in questo periodo storico (“una serie di immagini idiote”, “un’esposizione a ogni costo“). La critica al giornalismo di oggi incarnato dal personaggio di Luis, ex amico di Silverio: un intrattenitore e opinionista. Luis accusa Silverio di aver realizzato un docufilm che viola le regole del giornalismo (manchevole di verità e obiettività, che parla della sua vita fatta di scene senza senso e girate solo perché gli andava di girarle in quel modo). “A cosa servono le idee granitiche, se il mondo scivola tra le mani?! Sono quelli come te ad averci lasciato senza verità“, controbatte il protagonista interpretato da Daniel Gimenez Cacho, che offre un’interpretazione irresistibile e trascinante in una pellicola la cui scenografia peraltro è affidata al premio Oscar Eugenio Caballero (ROMA, Il labirinto del fauno). Guardare l’ultima fatica di Alejandro González Iñárritu non ci aiuta solo a conoscere meglio l’ombra di un regista che amiamo (Bardo – La cronaca falsa di alcune verità è un’epopea assortitissima che rispecchia la sua personalità complessa e debordante), perché c’è una parte di questo cammino dove non c’è nulla per gli altri: è la sostanza della vita stessa. Uno stato mentale che per la sua sottigliezza è qualcosa di impossibile come “sognare di sognare”.

VOTO 4.5 /5

 

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Valeria Gennaro
Giornalista, insegnante, fashionista e cultrice della materia in storia del cinema con la passione per la moda, i bijoux e la social communication. Laureata magistrale in Teoria e filosofia della comunicazione e laureanda in Scienze filosofiche. Neuro Linguistic Programming Master Practitioner. Collabora con "La Gazzetta del Mezzogiorno", Cinematographe, Fashion Life, ed è caporedattore del giornale "Alpi Fashion Magazine" e del relativo supplemento sul lusso Luxury Style Mag

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