Per i prossimi mesi mi ero ripromessa di andare a più mostre, così quando ho visto per caso l’evento promosso da ArSe Milano mi ci sono fiondata. Avevo prenotato online, così il biglietto l’ho pagato meno ed ecco che un sabato pomeriggio invece di passarlo sui libri me lo sono presa per me e per la mia cultura.

Il percorso ArSe Milano prevede una visita guidata all’Archivio storico amministrativo dell’Ospedale Maggiore di Milano (il Policlinico o Ca’ Granda) e della sua antica cripta. Un percorso di 400 anni solo per la costruzione e di più di 600 anni di storia e attività.

Siamo all’Università degli Studi di Milano, perchè anch’essa come altri complessi universitari era nata in primis come parte del complesso ospedaliero. L’ospedale nasce infatti nel 1400, ovviamente all’epoca non poteva essere considerato come quelli attuali, era più un ricovero per i più poveri. Al tempo Milano era governata dalla casata dei Visconti, ma dopo la morte di Filippo Maria Visconti, il mercenario Francesco Sforza ne prende astutamente il comando dopo aver sposato la figlia. Si deve a lui, quindi, l’inizio dei lavori e della fondazione di questo enorme complesso, dato luogo per accativarsi la popolazione che ancora lo vedeva come un esurpatore.

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Nel corso degli anni l’edificio viene costruito solo attraverso le donazioni dei cittadini, la cui tre maggiori furono di Sforza, Carcano e Matti, per questo la sua costruzione finisce solo nell’800. Per l’inizio dei lavori, affidati all’archietto Filarete, era necessario il benestare del papa che ovviamente fu positivo. Assieme alla costruzione dell’edificio cominciò ad essere realizzata quella di una chiesa, chiamata della Santa Maria Annunciata, la cui festa si celebrava il 25 marzo, giorno della presa della città da parte di Sforza. L’edificio si trova nel chiostro dell’Università Statale, ma è particolare, perchè non ha una facciata propria infatti è addossata al portico che gira su due piani attorno al cortile.

Volta Archivio Ca’ Granda

L’Archivio Storico è composto da due grandi sale che erano gli antichi Capitoli dove si riuniva il Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale e dove venivano prese le decisioni più importanti. Dalla fine del ‘700 questi ambienti sono destinati all’Archivio della Ca’ Granda e conservano tutti i documenti dell’Ospedale Maggiore, dalle sue origini nel ‘400 fino ai giorni nostri. La sua costruzione termina nel 1639, e viene affrescato dal Volpino che ne decora la volta e le pareti, gravemente danneggiate poi dalle bombe del’43. Avevano scelto di affrescare anche le pareti perchè venivano appesi i ritratti dei vari benefattori, la cui grandezza del quadro dipendeva dalla somma data in beneficienza: se a mezzo busto la somma era esigua, se a figura intera il lascito era ingente. Quando però i quadri cominciarono ad essere molti e l’ospedale cominciò a crescere lo spazio fu quindi adibito alle carte amministrative, quindi le pareti sono ora ricoperte di scaffali. In tutti i quadri che si contano sono 900, dal 1600 ad oggi, si perchè tuttora un benefattore può essere ritratto per la modica cifra di 150.000€.  

Archivio Ca’ Granda

Sepolcreto, la cripta. É posto sotto il livello stradale ed è l’antichissimo Cimitero dell’Ospedale dove sono custoditi gli scheletri di oltre 150.000 persone, questi all’epoca veniva stipati all’interno di alcune botole, che avevano dei canali di scolo verso i Navigli che all’epoca erano proprio in via Sforza. Il sepolcreto ebbe questo ruolo cimiteriale per circa 50 anni per ovvi motivi di spazi, odore e sanità. I nuovi sepolcri furono allestiti all’attuale Rotonda della Besana, ma anche in questo caso la situazione diviene temporanea.

Sepolcro con botole, volta azzurra e false lapidi

Verso la fine del 1600 diventa un magazzino ed è crocevia di fatti e personalità della città; qui Leonardo da Vinci svolgeva studi di anatomia, qui furono sepolti parte dei morti della grande peste e fu anche sede di riunione carbonarie durante i moti rivoluzionari di metà ottocento. Durante le 5 giornate di Milano vengono riaperte e parte dei caduti furono in un primo tempo sepolti qui per poi essere spostati dove c’è l’attuale obelisco in Piazza 5 Giornate. Il sepolcro doveva simulare un cimitero a cielo aperto, per questo le volte erano state dipinte di azzurro e le pareti iscritte con false lapidi.

Spero questo breve escurs vi abbia invogliato a visitare queste meraviglie nascoste che la nostra città e il nostro paese ci regala e che ArSe Milano e il Gruppo MilanoCard sostiene!

Marina Greggio

Disegno di scheletro a grandezza umana

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Marina Greggio
Innamorata delle lingue e colleziono instancabilmente viaggi. Nel tempo libero scrivo, leggo, corro e mangio. Milano e Londra sono le mie due case, i due posti in cui il mio cuore si divide.

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