“In queste immagini l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall’immensa potenza della natura. Bellezza e avversità sono i concetti su cui si fonda questo progetto, con una mostra che intende riportare l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali dei nostri giorni”. Così Denis Curti, curatore insieme a Marina Aliverti di “Artico. Ultima frontiera”, riassume il significato del reportage di tre grandi fotografi quali Ragnar Axelsson, Carsten Egevang e Paolo Solari Bozzi, ospitato alla Triennale fino al 25 marzo 2018.
Sono circa 60 le splendide immagini esposte rigorosamente in bianco e nero e di grande formato che mostrano una parte del Pianeta (Groenlandia, Siberia e Islanda), apparentemente ancora incontaminato ma che risente del riscaldamento terrestre provocato dalla noncuranza dell’uomo. La rassegna induce a riflettere sulla vita della popolazione Inuit o Esquimese, decimata a soli 150mila individui e costretti ad affrontare le difficoltà quotidiane in un ambiente ostile.
La rassegna si apre con le immagini inedite di Paolo Solari Bozzi, frutto del suo viaggio invernale nel 2016 sulla costa orientale della Groenlandia, mentre visitava i pochi villaggi rimasti e lo stile di vita di una cultura tribale millenaria di persone che vivono in zone impervie e sono in via di estinzione per la dirompente diffusione delle nuove tecnologie.
Le popolazioni Inuit sono il fulcro della ricerca dell’islandese Ragnar Axelsson che, fin dai primi anni Ottanta, ha documentato le vite dei cacciatori nell’estremo nord della Groenlandia, degli agricoltori e dei pescatori della regione dell’Atlantico del nord e degli indigeni della Siberia.
I cani, immortalati con maestria dalla sua macchina fotografica, vivono in simbiosi con le rigide temperature polari. Pochi sanno che i cuccioli subiscono una selezione naturale per adattarsi al gelo. Solo i più forti sopravviveranno mentre i più deboli verranno uccisi. Sembra un destino crudele il loro, ma se pensiamo alla difficoltà degli Inuit a procurarsi il cibo, la storia assume un significato diverso.
Anche il danese Carsten Egevang, partendo da una formazione accademica in biologia che lo ha portato dal 2002 al 2008 a vivere in Groenlandia, ha sapientemente documentato la natura selvaggia e la vita del popolo artico. Emerge un racconto di villaggi desolati composti prettamente da anziani mentre i giovani dopo aver abbandonato i vecchi e i pesanti mestieri per inseguire la modernità occidentale, sono immigrati in Norvegia per trovare nuove opportunità lavorative. Purtroppo la faticosa integrazione ha visto aumentare sia il numero dei suicidi che il tasso di alcolismo.
Segnaliamo l’appuntamento con il Summit sul cambiamento climatico che si terrà in Triennale il 27 febbraio. Scienziati, professori, imprenditori e politici si incontreranno per approfondire gli sviluppi sulle tematiche ambientali.
Dovrebbe trattarsi, per Milano, di una delle rare occasioni di dibattito su questi temi così attuali. La bellezza disarmante delle immagini in mostra supera l’eterno conflitto tra l’uomo e l’ambiente.
Francesca Bellola
Artico. Ultima frontiera
8 febbraio – 25 marzo 2018
Triennale di Milano
Ingresso: libero
Info: tel. +39 02 724341