Definirlo un attore comico sarebbe limitativo. Antonio De Curtis è un mito del nostro tempo, versatile, poliedrico, eclettico, poliforme. Non esistono aggettivi che possano descrivere pienamente cosa ha rappresentato la maschera di Totò per intere generazioni; forse perché definirne il talento significherebbe racchiudere un’essenza libera, pura, che attraverso l’utilizzo originale della parola creativa, e dei suoi accostamenti più sagaci, talvolta bislacchi, e di una gestualità brillante, fervente, che non si è mai sottratta alla espressione di un pensiero non conforme al perbenismo.

L’incontro organizzato dalla Fidapa Distretto Sud Est di Venosa, con la collaborazione del distretto regionale di Basilicata, è in linea con gli obiettivi principali della Federazione, ossia quello di “promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, autonomamente o in collaborazione con altri Enti, Associazioni ed altri soggetti” come evidenziato dalla presidente distrettuale, Rosa Vulpio.

«La Fidapa ancora una volta con l’organizzazione di questi eventi culturali porta Venosa in uno scenario che non è solo locale, ma nazionale ed internazionale», sottolinea la presidente della Fidapa di Venosa, Maddalena Menna. «Totò è stato per me una grandissima persona prima che un grande attore che con la sua poliedricità, e in particolare con il suo avvicendarsi di comicità e drammaticità, è riuscito ad esprimere pensieri e concetti che hanno fatto ridere ma anche piangere il nostro popolo. Nell’immaginario femminile è stato l’uomo della trasgressione, colui che è al di fuori dei canoni. Egli oggi rappresenta un esempio per tanti attori perché facciano della loro professione un’attività comunicativa, un viatico per affrontare temi di carattere sociale»,  afferma la presidente della Fidapa.

Totò ha fatto sorridere o addirittura sbellicare dalle risate; un genio allo stato puro, che nei suoi film sembra incalzare a briglie sciolte, a braccio con il suo antinomico alter-ego, Peppino, ma in realtà qualsiasi battuta non è mai frutto di una improvvisazione, bensì di un certosino lavorio in cui ogni dettaglio non è mai lasciato al caso, anche quando l’ironia o il sarcasmo è velato di una profonda malinconia. La relazione di Matteo Palumbo, docente di Letteratura Italiana all’Università Federico II di Napoli, profondo conoscitore ed estimatore dell’attore, si è incentrata sul rapporto simbiotico tra Totò e Peppino, due maschere che personificano principi opposti.

Totò,convegno fidapa

«Totò è il principio dell’insubordinazione, dell’eros, dell’intolleranza alle norme; Peppino invece è il principio della realtà, dell’ordine, del buon senso che insegna il rispetto mediocre ma costante delle norme. Quest’ultimo diventa vittima di Totò, che incarna il piacere e tutta una serie di “violenze” che producono anarchia. Peppino poteva essere uno “scatenato”, ma il principio di realtà ha prevalso» spiega il prof. Palumbo«Totò è il motore delle emozioni di Peppino, – argomenta  il docente – si accanisce affinché il suo interlocutore emerga nel contrasto di tutto ciò che rappresenta il rispetto delle classi sociali. In una scala di valori il dispendio convive con la parsimonia, il riscatto con la cautela, l’eros con la rispettabilità».

«Entrambi vivono una eterna simbiosi, in cui il carattere dell’uno coesiste con il carattere dell’altro» aggiunge Palumbo. Questo connubio passa anche attraverso il rapporto con la figura femminile che,  rappresenta in alcuni film, come “Totò, Peppino e la Malafemmina“, “Arrangiatevi“, “Totò e le Donne“, un “Letto a Tre Piazze“, il simbolo dell’audacia, nonché l’oggetto del contendere; ma la donna è anche l’ago della bilancia che crea un filo rosso tra due personaggi solo apparentemente diversi, anziché sbilanciare il loro rapporto lo rende più forte.

Totò

La Lettera – Una delle memorabili scene del film “Totò, Peppino e la malafemmina”

Il rapporto di Totò con Peppino, così come con le donne, è un vulcano in piena lontano dagli stereotipi del conformismo; il suo atteggiamento nei confronti della figura femminile può sembrare ambivalente, e lascia degli interrogativi che oggi sono più che mai attuali, in un periodo cui il rapporto tra donne e uomini crea una dicotomia tra accordi e dissonanze. In realtà, Totò ha sempre nutrito un profondo rispetto verso tutte le partner con cui ha lavorato e con cui si è relazionato sia nella vita pubblica che privata. «Totò e Peppino sono il dritto e il rovescio della stessa medaglia, si attraggono e si respingono, ma coesistono in un territorio comune. Del resto, il comico nasce quando tra significante e significato si crea una frattura. Totò gioca con le parole, inventa addirittura una nuova grammatica, un nuovo uso dei segni di interpunzione utilizzati con una libertà estrema. I suoi film negli anni Cinquanta erano guardati con sospetto perché erano il segno di un universo indocile ed irriverente, anche quando era troppo ossequioso» chiosa il prof. Matteo Palumbo.

«Totò è stato un grande comico, oltre che una grande persona – attestano con profonda stima il sindaco Tommaso Gammone e il presidente del consiglio regionale Franco Mollica, entrambi presenti al tavolo dei relatori –ma anche una grande persona che in un periodo particolare della storia d’Italia ha messo in luce i problemi della società. Il ruolo della Fidapa ha una valenza importante perché come sempre mette in rilievo profili di intellettuali che rispecchiano i problemi dell’attualità. Nella vita di tutti i giorni, la conoscenza di Totò mi incoraggia a comprendere come anche persone che provengono da un’origine umile possono raggiungere con la loro capacità e il loro talento altissimi livelli non solo nella professione che svolgono ma anche nella benevolenza della gente», concludono con riconoscenza i rappresentati istituzionali.

Marianna Gianna Ferrenti

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Marianna Gianna Ferrenti
Sono una giornalista pubblicista lucana. Dopo alcune esperienze sul territorio, ho allargato gli orizzonti, affacciandomi nel 2012 al mondo del social journalism. Laureata magistrale in Scienze filosofiche e della comunicazione, dopo un corso di Alta Formazione in Graphic Design ed Editoria digitale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ho arricchito il mio background con competenze tecniche nell'ambito della scrittura digitale

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