Alcuni giorni fa il maestro Paolo Conte ha compiuto 80 anni. Alpi Fashion Magazine, nel fargli gli auguri di buon compleanno ne ha ricostruito la storia, nei suoi momenti cruciali. Nato ad Asti il 6 gennaio 1937, Conte è stato da sempre un profondo intenditore di musica jazz e dell’arte in tutte le sue forme.

La sua carriera autoriale inizia negli anni Sessanta, quando scrive le più grandi pagine della musica italiana, apponendo la sua firma su canzoni come “Azzurro” (poi cantata da Adriano Celentano) e “La Coppia più bella del mondo“, interpretata dal “molleggiato” al fianco di Mina. E poi la collaborazione con Caterina Caselli, per cui scrive “Insieme a te non ci sto più”, a seguire con Patty Pravo e con Enzo Iannacci nella celebre “Onda su Onda” e “Genova per Noi”. Poi abbandona quel percorso che lo avrebbe reso unicamente popolare per dedicarsi alla scrittura sofisticata e alle partiture teatrali.

Nel 1974 esordisce come cantautore con l’album “Paolo Conte” in cui racconta se stesso e la sua profonda vocazione artistica come esigenza imprescindibile della sua vita; nel 1981 con il secondo album, Paris Milonga aveva già raggiunto il grande pubblico anticipato dal singolo “Un gelato al limon”. Da lì il percorso artistico è in continua ascesa. Di lì a poco calcherà i palcoscenici dei più grandi teatri parigini, oltrepassando gli oceani e arrivando sino in Canada e a New York, dopo aver aver conquistato le grandi platee di Olanda, Germania, Belgio, Austria e Grecia. Già “Nel Cuore di Amsterdam” e in “Parole d’amore scritte a macchina” Conte rivela la sua profonda vena compositiva, coniugando la poesia e la musica e scardinando gli stereotipi della scrittura destinata alle opere liriche. Si proietta poi verso nuove collaborazioni  con il fisarmonista Massimo Pitzianti e con il contrabassista Jino Touche, e con il batterista Daniele Di Gregorio. Nel 1984 aveva già raggiunto il primato della Critica che scriveva su di lui recensioni che ne evidenziano le sue grandi capacità concertistiche.

La raccolta “Novecento” rappresenta l’apice della sua maturità artistica, in cui Conte traccia le tappe principali del suo percorso musicale tornando alle origini del jazz, contornato da un groove raffinato e un po’ aristocratico, classico e sensuale.  Oggi la sua carriera è più viva che mai, affrescata dall’amore per la pittura che contrassegna non solo la sua carriera musicale ma anche l’amore per l’arte. Ha suonato con la Symphony Orchestra e con l’Orchestre National d’Ile de France. Grazie agli album inediti come Ramtzar, Elegia, Gong-oh e le raccolte dei suoi più grandi successi, Conte è tuttora un innovatore  dei nostri tempi. Per lui fare musica è come dipingere, sperimentare, trovare nuovi arrangiamenti e nuove melodie.

È ampiamente riconosciuto il valore letterario delle sue antologie tanto che l’Università di Macerata gli ha conferito nel 2001 la laurea “honoris causa in Lettere Moderne “per aver tradotto in un linguaggio del tutto originale, ricco di significative trame testuali e poetiche, tipi, luoghi, situazioni, storie, atmosfere di aspetti dell’immaginario del nostro tempo”. Tuttora il percorso artistico fluttua tra i più grandi teatri europei e internazionali e preziosi riconoscimenti, tra orditi intrecci classicheggianti e nuove influenze. Nell’autunno è uscito il suo ultimo lavoro Amazing Game,  prodotto da Rita Allevato, in cui si cimenta per la prima volta nella musica strumentale  e di accompagnamento, raccontandone l’evoluzione dagli anni Novanta fino ad oggi.

Marianna Gianna Ferrenti

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Marianna Gianna Ferrenti
Sono una giornalista pubblicista lucana. Dopo alcune esperienze sul territorio, ho allargato gli orizzonti, affacciandomi nel 2012 al mondo del social journalism. Laureata magistrale in Scienze filosofiche e della comunicazione, dopo un corso di Alta Formazione in Graphic Design ed Editoria digitale, finanziato dal Fondo Sociale Europeo, ho arricchito il mio background con competenze tecniche nell'ambito della scrittura digitale

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