Quando si è in presenza di un talento si deve imparare a leggere la moda……proprio come se fosse un libro da sfogliare e in cui immergersi per ritrovarsi arricchiti, osservare il lavoro di uno stilista, uno stilista giovane, per scegliere il libro come approfondimento culturale per suggerire il concetto di una moda che, in questi tempi,  non è mai stata meno superficiale, con un focus sull’artigianalità che rende unico il capo e  contrasta con l’idea di un abbigliamento omologato.  L’artigianato eseguito completamente in Italia porta freschezza e attualità rendendo omaggio alla cultura italiana del fashion come alle sperimentazioni più contemporanee.

Incontriamo Michele Gaudiomonte dopo il recente Pitti Immagine 2015, a Firenze; lo stilista ha appena concluso lo spettacolo Maldanima, al teatro Valentino di Castellaneta, regia di Maurizio Vacca e coreografie di Elsa Niccoli, dove ha disegnato i costumi e curato la scenografia.

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Michele cosa è stato per te il primo Pitti?

In realtà la mia non è la mia prima partecipazione a Pitti: nel 2010 come vincitore della III edizione del premio “SMAC salone moda arte e culture” di Salerno fui invitato a presentare una collezione dedicata al mare per l’evento “MODA D’AMARE” 2010.

In questa edizione di Pitti Immagine 2015, l’edizione 87 e Pitti W edizione 15. è stata la mia prima volta in cui sono stato invitato a presentare quello che io amo di più: l’alta moda.  E’ infatti l’alta moda che mi rappresenta a pieno per la possibilità di esprimermi per sviluppare tutti i temi a me cari della couture: l’artigianalità e soprattutto la pittura che è la mia massima espressione della creatività. E’ stata una grande emozione per me rappresentare il lusso Made in Italy in un luogo storico di così grande impatto scenico come Firenze e  il Palazzo della Gherardesca.

Quando ti sei reso conto che avevi la moda nelle tue corde?

Ho sempre amato la moda, come nella più classica delle storie la mia mamma era sarta ed è così che da lei ho appreso l’arte del cucito e, via via che crescevo, la curiosità è diventata passione e dalla passione all’amore il passo è breve: circa un metro di seta…

Con l’inizio dell’università a Venezia poi ho iniziato a collaborare con una compagnia di danza per la quale disegnavo costumi e scenografie.

Lì ho avuto la fortuna di fare grandi esperienze e incontri con personaggi del mondo della danza che mi hanno dato tanti stimoli e insegnato tanto. In realtà la danza, come la moda, è talento puro, sono tanti i giovani alla sbarra a fare plies e pas de valse, ma arrivare a danzare La morte del cigno di Camille Saint-Saëns sulle assi di un teatro ci arrivano solo quelli con il talento. Poi ho avuto tante altre esperienze fino ad approdare ad Alta Moda Alta Roma nel 2005. Perciò posso dire che non c’è mai stato un momento in cui non ho amato la moda.

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Vuoi ringraziare qualcuno? c’è una persona che ti ha spinto su questa strada?

Sicuramente voglio ringraziare la mia mamma che mi ha fatto amare questo mondo, che mi ha insegnato ad amare il bello del “creare moda” ed Elisabetta Bedori, (organizzatrice e fashion talent hunter) che oggi continua a seguirmi e a credere in me.

Hai frequentato la facoltà di architettura come Ferrè, come concepisci un abito, la sua costruzione?

Molti si stupiscono della duplice espressione architettura e moda. Io non credo ci sia differenza nella geometria che sottende il progetto di un oggetto o di una casa o quello di un abito, né tanto meno nell’approccio di ricerca per arrivare a una creazione. Sicuramente quello che rende più affascinate un abito e il movimento e lo stile di chi lo indossa. E’ questa è la magia.

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Hai stoffe particolari che crei facendole dipingere a mano?

I materiali che utilizzo prevalentemente sono i tessuti naturali come lino, seta, lana che costituiscono la base perfetta per eseguire ciò che più mi caratterizza: il dipinto. Infatti, nella maggior parte delle mie creazioni utilizzo tessuti che io stesso dipingo, per questo amo definire i miei abiti “quadri da indossare” unici e irripetibili. Anche la parte dedicata ai materiali di ricerca è importante, adoro completare i miei abiti con applicazioni preziose e originali.

Ti avvali di produzioni pugliesi?

Necessariamente tutte le mie produzioni d’alta moda sono Made in Puglia perché mi avvalgo di sarte esperte e necessariamente controllo ogni fase della confezione, ma anche per la produzione di pret- a-porter la Puglia è terra di grande tradizione e qualità nel settore.

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Per Michele Gaudiomonte l’eleganza è……

L’eleganza per me è uno status dell’essere e ci si nasce, raramente s’impara. Gli elementi principali sono: consapevolezza di sé, intelligenza, ironia e grinta.

Intervista di Cristina Vannuzzi Landini

Crediti ph: Edoardo Tranchese I Fotografi

Trucco e Make up: HM Makeup Italy di Luciano Carino

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Cristina Vannuzzi Landini
Nata a Firenze, residente a Firenze e New York, é esperta in comunicazione, ufficio stampa e merchandising. Già capo ufficio stampa per REL, la finanziaria per l'informatizzazione della PA sotto Enea e Ministero del Lavoro, già associata FERPI e all’Associazione Donne del Vino, ha svolto numerosi incarichi. Collaborazioni giornalistiche cartaceo e web: settori food and beverage, lifestyle, locali, eventi, fashion, cosmetica, interviste chef e vip.

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