Pellegrini torna con la seconda edizione de “Il Golpe Borghese”, opera dello storico Fulvio Mazza
Il volume Il Golpe Borghese. Quarto grado di giudizio. La leadership di Gelli, il “golpista” Andreotti, i depistaggi della “Dottrina Maletti” , opera dello storico Fulvio Mazza, torna in libreria grazie all’editore Pellegrini.
Da marzo 2021, infatti, è disponibile la seconda edizione del libro, riveduta e ampliata grazie all’acquisizione di nuove fonti inedite, emerse in occasione del cinquantenario dall’epoca dei fatti. Nel nuovo titolo sono assenti le virgolette attribuite al termine golpista riferito ad Andreotti. Un saggio dirompente, che parte alla ricerca della verità storica e di quello che diede origine a una serie di vicende che videro coinvolti numerosi personaggi politici del tempo.
L’analisi dei fatti storici
Il 17 marzo 1971, circa 50 anni fa, “Paese Sera” denunciò il “Golpe” tentato nel dicembre 1970 dai neofascisti capeggiati da Junio Valerio Borghese. Il capitano Antonio Labruna, agente del Sid, aprì un’inchiesta scoprendo mandanti ed esecutori. I documenti furono però censurati dal generale Gian Adelio Maletti e dal ministro della Difesa Giulio Andreotti. Il depistaggio funzionò a tal punto che persino i rei confessi furono assolti dalla Cassazione.
Nel libro, dopo un’accurata introduzione, vengono dunque esposte l’analisi dei fatti, il contesto politico, gli elementi innovativi rispetto alla giurisdizione dell’epoca, le ipotesi, le strategie, le vicende conseguenti e le zone d’ombra presenti nelle indagini. Il tutto non senza un’utile interpretazione dei fatti che aiuta a comprendere il susseguirsi degli avvenimenti storici.
Il “quarto grado di giudizio”
Il saggio infatti, attraverso un provocatorio “quarto grado di giudizio”, ribalta la verità giudiziaria portando in scena la verità storica. Quest’opera dimostra che il tentativo di “Golpe” fu reale e concreto, coinvolgendo personaggi di primo piano come Giulio Andreotti e Licio Gelli. I dati sono stati ricostruiti anche grazie alla documentazione archivistica proveniente dal Sid, spesso inedita, nonché dalla Commissione parlamentare P2 e dalla Commissione parlamentare stragi.
L’ampliamento dell’opera
In questa seconda edizione del testo vengono messi in evidenza due elementi importanti. Il primo riguarda la morte di Borghese (Spagna, agosto 1974) alla vigilia del suo rientro in Italia. Il “Principe nero” venne molto probabilmente assassinato da qualcuno, armato dagli ambienti andreottiani e non solo, che temeva la rivelazione di ulteriori dettagli alla magistratura. Il secondo si riferisce dalla convinzione che il Pci fosse riuscito a sapere del complotto nei giorni del “Golpe”, eppure decise di reagire con estrema cautela facendo trapelare la notizia solo il 17 marzo 1971.
Un volume interessante e straordinariamente accurato, capace di riportare il lettore, con la mente, all’epoca dei fatti storici esposti e di aprire, insieme a nuove interpretazioni, nuove domande e prospettive. Un’opera che, anche in questa nuova edizione, rende giustizia alla “verità storica“, portando al lettore ulteriori spunti di riflessione. Da non perdere.