Da qualche anno le rivoluzioni nel settore “moda” sono diventate all’ordine del giorno; forse, la più significativa ed importante, da un anno a questa parte, è quella del cambio di “corona” nel brand del Made in Italy per eccellenza, Gucci. Dalla scorta di ex condottieri che sono passati per la casa Toscana, abbiamo avuto sempre artisti di un certo spessore, vedi Tom Ford che trasmise a Gucci quel carattere contraddistintivo della sensualità, e Frida Giannini, che con la sua “freddezza”, regalò quel tocco di charme e di glamour che il brand non aveva mai avuto.
Ma nel Gennaio del 2015, ci fu un terremoto all’interno dell’azienda: Frida Giannini annuncia l’abbandono da direttore creativo. Il fashion system rimase esterrefatto, in quanto la decisione arrivò come un fulmine a ciel sereno.
Iniziò un toto direttore creativo, dove tra i più papabili c’erano Hedi Slimane e Riccardo Tisci, ma la scelta cadde tra i meno noti al fashion system; Alessando Michele.
Chi è? Ce lo siamo chiesti tutti dopo la sua “proclamazione” e la risposta non tardò ad arrivare.
Lui era uno dello staff dell’organo di produzione e direttore area di Gucci, la sua scelta ottima e ammirabile, di Frida, è stata quella di scegliere qualcuno all’interno dell’azienda.
Sapete perché? Perché il sogno degli Italiani, è quello di crescere all’interno di una Impresa, non come dice il Jobs Act, ovvero di cambiare diversi lavori per acquisire più esperienza, poiché il mercato stesso respinge chi ha troppe competenze, è bene averne una, definita, e che con la propria conoscenza e studio si può migliorare ed innovare.
Salito al comando in Gennaio, entro la fine del mese doveva sfornare una collezione, in quanto la Fashion Week stava arrivando. Nel giro di due settimane ha realizzato i bozzetti, studiato (per quello che era possibile) ed ha lanciato la sua prima collezione. A primo impatto, abituati alle note eleganti maschili e particolari che Frida Giannini dava ai suoi capi, adattarci alla sua personalità molto forte, veniva difficile, in quanto la collezione risultava essere un po’ anonima, asessuata e di poca eleganza, ma VOGUE la definì come la “Sfilata più bella di quella Fashion Week”.
Passarono dei mesi prima che ci fosse la nuova settimana della moda Maschile, ma prima ci fu la presentzione della Cruise Collection Femminile, dove fece vedere parte delle sue doti, che risultarono essere epiche per per la maison e per il suo Nome. Rivoluziona il comparto accessori, rivoluziona la sensualità femminile, avvolgendola in pizzi colorati, in stampe floreali ricercate e forti trasparenze. Le borse, gli occhiali, le scarpe e i cappelli sono appunto le note più calde della sfilata.
Il mercato femminile è in ESTASI.
Il maggior successo di Alessandro arrivò con la Fashion Week di Giugno 2015, dove con la sua definizione e non definizione dei concetti legati all’abbigliamento maschile, riesce a catturare l’attenzione di un target ampissimo. Le sue camicette in seta con fiocchi in pizzo, i suoi pantaloni floreali, il suede e gli animali esotici intrappolati nei tessuti ricercati, sono stati il lascia passare per essere incoronato il re della stagione.
Tutti vogliono un capo di Gucci, qualunque esso sia.
La capacità forte e distintiva è stata quella di dire “RIVOLUZIONIAMO, RINASCIAMO”, così ha fatto.
Se nei primi mesi della direzione di Alessandro, Gucci era in perdita, negli ultimi mesi ha rilanciato i suoi fatturati. Tutti vogliono qualcosa ridisegnato da lui, anche la cosa più semplice, ovvero la cintura con il logo in metallo, che tutto il fashion system ripudiava, in quanto “KITCH“, ma che ora è uno dei must have per la stagione.
Il suo concept è romantico, vintage e ricercato, che anche all’occhio più cinico strappa un “che bello, cavolo”, i suoi abiti raccontano storie, storie d’amore ai giorni nostri, l’osare sempre, anche se si riceve una porta in faccia, tanto a noi cosa ci interessa, se indossiamo un Gucci disegnato da lui? Credo nulla.
L’insegnamento che ci può far leggere Alessandro, che è alla base di ogni gestione d’impresa, è quello di osare, portare avanti il proprio lavoro facendo sì che la propria idea diventi quel qualcosa cui gli altri non riescano a far meno. Definire il proprio target, ergo i mercati dove esporci, se sono mercati difficili da conquistare. Osare sarà la carta migliore da utilizzare; cooperare e farsi forte del fatto che ciò che lui rende al mercato è qualcosa di unico e che solo lui, per ora ha realizzato.
Alessandro ha sicuramente vinto e Gucci ha avuto ancora una volta una rinascita EPICA.
Giammi Bo