Eddy Lee

Eddy Lee fashion designer dell’esclusivissimo Billionaire fa il grande passo:

Cosa ti ha portato alla decisione di metterti in proprio?

Ho lavorato per altri marchi per oltre 17 anni finché ho considerato seriamente il sogno di creare per me stesso. L’esperienza maturata mi ha portato a realizzare un prodotto veramente valido in cui il cliente può trovare una qualità altissima, che non sempre risiede in un brand. Oggi è cambiato tutto, non siamo più negli anni 80 dove acquistavi il design e lo pagavi profumatamente senza indugi. Oggi il cliente è preparato e attento a ciò che compra, soprattutto se deve spendere cifre importanti. Ecco perché sento la responsabilità di realizzare dei capi con uno stile iconico che, quasi contraddittoriamente, non sono volti a seguire i canoni del fashion con i suoi tempi. Desidero, infatti, che i miei capi vadano oltre questo concetto di moda come cliché ciclico e diventino pezzi senza tempo che mantengono sempre la stessa eleganza e qualità di quando sono stati acquistati.

Come consideri l’esperienza professionale con Billionaire?

Sono cresciuto molto. Un mondo incredibile. Ho visto cose veramente per pochi con una qualità incredibile e senza pari. Un mercato, quello dell’extralusso, dove l’esasperazione della qualità in ogni sua forma è la normalità. Un’occasione di crescita unica. Un’opportunità professionale nel percepire, capire e lavorare in un settore della moda che altrimenti non avrei mai potuto comprendere a pieno. Fidelizzare un target di alto livello si traduce in un’attenzione ai particolari quasi maniacale, perché i clienti sono attenti e competenti: non accettano altro che la qualità più elevata. Se devono acquistare, ad esempio, una giacca in coccodrillo per un valore di € 70.000,00 vuol dire che quel capo deve essere solo in un modo: Perfetto! Quello ha rappresentato il mondo dell’extra luxury.

Esci sul mercato con dei capispalla extra luxury, per quale ragione?

Ho sempre lavorato in questo settore e penso di aver maturato un’esperienza tale da uscire sul mercato con dei prodotti che incarnano esattamente il mio Io professionale. Dei capispalla che, senza presunzione alcuna, possono essere tramandati di padre in figlio senza perdita di stile o qualità. Un prodotto timeless ed al tempo stesso sempre al passo.

Dove nasce l’ispirazione per la tua arte fashion?

Il mio mondo è quello dell’extra lusso specializzato nel settore uomo. Parliamo di un target che spazia dal giovane al non più giovanissimo, accomunati dalla voglia di vivere la vita al 100%. Quando si lavora con un target così eterogeneo, l’approccio deve essere adeguatamente professionale affinché il prodotto superi le aspettative. Questa è una sfida che va oltre la realizzazione del classico campionario perché ogni capo ha una sua dimensione. La mia visione attuale vuole essere un modo per spaziare con i miei capispalla, abbinando abiti sia classici che moderni tenendo al primo posto la classe e lo stile.

In futuro collaborerai con altri marchi?

Certo, se si presenteranno delle occasioni con altri brand ne valuterò l’opportunità. Rimango comunque un sognatore che vuole concretamente realizzare dei capi ricercati e tuttavia renderli esclusivi non solo nella fattura ma soprattutto nella possibilità di indossarli in qualsiasi occasione e per un tempo indefinito.

Ph: Gabriele Vinciguerra @gabriele_vinciguerra_ph
Model: Davide Iaia @dave_iaia
Makeup and hair: Martina Strega  @martinalastregadelmakeup
Photo Assistant: Benedetta Muda @benedetta.muda

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Gabriele Vinciguerra
Gabriele Vinciguerra è un artista visivo e psicologo. Fotografa l’anima prima ancora dei volti. Ogni scatto è un atto di verità, un frammento di silenzio che vibra, un incontro autentico tra la sua sensibilità e l’essenza umana di ciò che ritrae. Le sue immagini non decorano, scavano. Non mostrano, rivelano. La moda è il suo lessico estetico: un universo che abita da anni, dove eleganza e identità si fondono in visioni che superano la superficie. Ma la macchina fotografica, per lui, è solo il mezzo. Il fine è più alto: far sentire, toccare, ricordare. Laurea in Psicologia, con un focus sulla psicologia sociale e sul potenziale evolutivo dell’essere umano. Questo non è un dettaglio biografico, è un orizzonte che trasforma il suo modo di guardare, ascoltare, raccontare. Le sue opere non parlano solo agli occhi, ma alle parti invisibili che ci compongono. E poi ci sono le parole. Le usa come una seconda lente, forse la più affilata. Ogni parola per lui pesa, pulsa, incide. Perché sa che quando immagine e linguaggio si incontrano, nasce qualcosa che può toccare profondamente, cambiare prospettiva, lasciare un segno. Il suo lavoro è questo: un intreccio di visione e coscienza, di luce e psiche. Un viaggio dentro l’umanità, per chi ha il coraggio di guardare davvero.

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