18 aprile/24 maggio 2015
“Stiamo facendo una rivoluzione, ma attenzione, diciamolo sottovoce, potrebbero sentirci. Un bambino creativo diventerà un adulto, una persona libera, una persona pericolosa…”.
È questa tensione che caratterizza l’opera e la vita di Bruno Munari, sia nelle opere più concettuali che in quelle che più direttamente si rivolgono a quel territorio magico che sta tra l’arte e la didattica per bambini. La ricerca, la curiosità, la semplificazione, guardare le cose da nuovi punti di vista (l’arcobaleno di profilo), sono tutte caratteristiche dell’artista e del didatta. L’arte ci fa guardare al mondo come bambini ma trasforma anche i bambini in adulti consapevoli.
Munari è figura leonardesca che come pochi altri nella storia ha dato un contributo fondamentale in diversi campi del sapere: le arti visive e il design, l’illustrazione e la pubblicità, la didattica e l’editoria.
La mostra cerca di puntualizzare proprio l’aspetto “plurale” della ricerca di Munari.
Saranno infatti esposte le Macchine Inutili e le Sculture da viaggio, i Negativi/Positivi e i disegni ispirati agli ideogrammi giapponesi, tra le ultime opere progettate dall’artista milanese.
Le opere però più rare e più significative in questo senso tra quelle in visione sono forse le tavole tattili: mai esposte nel meridione d’Italia hanno fatto parte della grande mostra organizzata per il centenario della nascita (2007) alla Rotonda della Besana a Milano. Sono tra le opere che più incrociano i due campi di ricerca di Munari; nascono per essere toccate, per rivolgersi, nei bambini e negli adulti, al senso del tatto, quello meno affrontato a scuola e quello meno esaltato nell’arte.
Completa la mostra un piccolo apparato di libri e oggetti che porteranno il visitatore alla molteplice varietà dell’opera dell’artista milanese. I libri illustrati e i libri progettati, le copertine e gli oggetti di design.
Bruno Munari (Milano 1907-1998) è una della grandi figure del design e della cultura del XX secolo. Milanese, ha vissuto tutte le età più significative dell’arte e del progetto, diventandone un assoluto protagonista sin dagli anni Trenta, con la creazione delle “macchine inutili” e con il contemporaneo lavoro di grafica editoriale, del tutto innovativo nel panorama europeo.
Ma è nel secondo dopoguerra che Munari si afferma come uno dei “pensatori” di design più fervidi: la collaborazione con tutte le aziende più importanti per la rinascita del Paese – dalla Einaudi alla Olivetti, dalla Campari alla Pirelli – e una serie di geniali invenzioni progettuali – spesso realizzate per la ditta Danese – ne fanno un personaggio chiave per la grande stagione del design italiano.
Grafica, oggetti, opere d’arte, tutto risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i grandi corsi nelle università americane, come l’MIT, e con il progetto più ambizioso di tutti, che è quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all’avanguardia nella didattica dell’età prescolare e della prima età scolare.
Informazioni e appuntamenti: 339.6752646