10012570_10202678336232840_3447657_nDa quando scrivo mi è già capitato di parlare di storie ricche di bramosia che fanno in modo che la vita scorra lieve su di un ruscello inconsistente ma reso audace dal movimento, il quale è la linfa vitale senza di esso non ci sarebbe alcun scampo e moriremo con l’indomabile speranza del nulla, dell’immobilità. Ho incontrato tantissime persone, grazie alle quali ho avuto la possibilità di imparare cose del tutto nuove e a voi ho dato il piacere ultimo ma non meno importante di vivere sogni divenuti realtà grazie all’impegno, la tenacia e la determinazione.

In questi giorni sono stato a Lanusei, nella provincia più remota della Sardegna sud orientale, ma non per questo priva di esempi di autenticità. Uno tra questi è Giorgio Micheli, che ho conosciuto grazie ad una persona a me cara che al pari della mia passione per scrivere anche lui è stato capace di raccontare delle storie attraverso un’arte molto importante che implica una manualità ed una coraggiosa espressione verace: quello di creare pipe di radica, che proprio dalla parola stessa derivano dalle radici delle piante che proprio essendo tali sono la metafora perfetta che “le radici sono importanti” col fine di dare speranza e creare prodotti di qualità, perché detengono un valore identitario incommensurabile.

sandro-pertini-con-la-pipaIl signor Giorgio si è  posto con un’eleganza ed un “savoir faire” invidiabile ed in una condizione molto particolare attraverso un credito che fa onore la sua carriera di “costruttore di storie” e cioè quello di avere creato qualche pipa per, non meno che, il Presidente più amato della Repubblica Italiana: Sandro Pertini.

Il mio interesse, già situato in una posizione di vantaggio rispetto la sua arte, crebbe ancor più e l’odore forte della radica mi ha subito trasportato in mondi lontani, ma non troppo, nei quali si è abituati a procedere con eleganza ed in punta di piedi, da vero “gentleman”.

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Stefano Fiori
Stefano Fiori. Questo è il nome. Di solito non mi piace scrivere di me, la trovo pura esibizione di se stessi, ma è anche un modo per farmi conoscere ai lettori di ALPI FASHION MAGAZINE. Non mi reputo un ragazzo come tanti, e fin da piccolo ho coltivato l’idea che trascorrere del tempo con se stessi, con la propria individualità fosse un fatto affascinante, e da cui ne sto traendo qualche frutto. Scopri cose di te stesso, che probabilmente mai nessuno saprà mai. Impari che persino il silenzio ti entusiasma, ma non quanto il rumore, che insieme hanno la particolarità di avvolgere la sensibilità che ti sei creato nel tempo. I libri sono sempre stati il mio nutrimento, la mia più grande ispirazione. Mondi nel quale rifugiarsi e vivere quando non sopporti più l’idea di vivere in silenzi immensi. I libri sono colore, uno per ogni stato d’animo. Il sorriso la mia caratteristica. Non c’è una fotografia, un vecchio filmato nel quale io non sorrida. Sono sempre stato un bambino sereno, nel senso che la mia eleganza consisteva, fin da piccolo nel procedere a passi felpati, per paura di disturbare, persino a casa mia, quello che poi sarebbe diventato il più grande regno degli amori, più che di semplici affetti. Col tempo scrivere è diventato quel modo di colmare quei vuoti, nei quali dominava l’inconsistenza più assurda. Un modo per emozionarmi, e talvolta emozionare. Scrivere mi aiuta ad amplificare il dislivello tra l’essere e l’apparire. Ciò che mi definisce, almeno fino a questo punto è una sensibilità maturata col tempo, ed un amore per la bellezza, per l’arte, per i sorrisi. Mi piace pensare che queste tre cose siano collegate e possano in qualche modo rendere più autentiche in quanto più consapevoli le persone, che muovono il mondo e gli danno dinamicità e pregio, gli danno vita. www.newstilepublications.com

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