L’entusiasmo mi ha spinto ad essere presente alla rassegna musicale “Summer is Mine”. Entusiasmo misto ad un senso di curiosità ed un’inettitudine volontaria, come se in una qualche maniera in un misto di schizofrenia ed equilibrio interiore riuscissi a mantenere costante uno stato a metà tra lo stupore e l’ansia.
45 anni sono passati dalle tre giornate di Woodstock, e queste due giornate post-ferragostane hanno saputo condurre esattamente nel significato intrinseco che si voleva ottenere. Un senso di partecipazione e condivisione sono andati in scena in una Villa Sulcis brulicante di buona gente, desiderosa non solo di divertirsi, ma di condividere qualcosa che desse l’idea una volta per tutte che i ritmi della cultura e quindi di eventi di questo tipo danno ritmo a qualcosa che ha più il retrogusto di crescita misurata, costante e spero continuativa.
Abbiamo bisogno di buoni esempi per credere in un riscatto sociale. La giusta energia deriva appunto dalla musica, dal talento e dai sogni; quelli di un’artista, ma anche quelli di un ragazzo o di una ragazza che per una sera è stata scossa positivamente da un brivido che è stato capace di muovere corpo e mente e dare vita a infinite e ineguagliabili emozioni.
Energia allo stato puro che è fuoriuscita dal terreno, che ha preso forma attraverso la musica diventando qualcosa che a livello di sensazioni e vibrazioni ha prodotto effetti esilaranti. Le persone che hanno dato vita ad un festival di questo tipo sicuramente saranno stati mossi da un forte desiderio incontrollabile di riuscire in qualche modo a far sentire il pubblico in uno stato semi-confusionale, come se per due intere serate si fosse praticato dello yoga al contrario e ci si fosse avvicendati in un qualche mondo parallelo “breathless”.
In ogni caso, i più sono sempre pronti a ricordare che tutto nasca dal caos, come qualcosa di immateriale senza alcun limite che prende forma e diventa materia, alla quale dare sostanza e peso attraverso le esperienze che si succederanno nel tempo. Cosi come l’universo o qualsiasi evento della nostra vita viene fuori da delle vere e proprie ondate di trasformazione, il new wave è proprio questo stare dalla parte dell’onda e percepirne ogni aspetto, per non correre il rischio di vivere a metà, di non riuscire ad essere se stessi in una bella giornata di sole scalfita dal vento di maestrale in una città che cerca il proprio riscatto.
Grazie Associazione culturale Lee van cleef, aspetteremo con trepidante attesa l’edizione 2015 del “Summer is mine festival” !